mercoledì 18 novembre 2009

GUERRA SUL NO-B-DAY


DI PIETRO: “ IL PD VENGA”. BERSANI:“NO”
di Luca Telese


Sarà pure “La prima manifestazione 2.0 che nasce dal basso”, come spiega con entusiasmo Giovanna Melandri. Ma allora deve essere un software che sul Pd non gira bene, se è vero che la stessa deputata (nello stesso comunicato!) osserva: “Fa bene Bersani a ribadire che il Pd metterà in campo, in Parlamento e nel paese, iniziative per contrastare l’ennesimo deprecabile provvedimento del centrodestra”. Tradotto dal politichese: Pier Luigi Bersani (supportato da Enrico Letta) dice e ripete che il Pd farà altre mobilitazioni perché non intende farsi arruolare nella manifestazione dei cosiddetti “autorganizzati”: ovvero dai blogger che hanno lanciato per primi l’appello per la mobilitazione del 5 dicembre.
Nel Pd si registrano un nugolo di adesioni individuali (deputati, dirigenti, singoli militanti) ma Bersani non ha fatto che ribadire, per tutto il pomeriggio, che il suo partito non aderirà nè alla manifestazione nè alla mozione di sfiducia dell’Idv contro il sottosegretario Cosentino.
Così facendo, però, espone il fianco al cannoneggiamento di Antonio Di Pietro, che invece a quella manifestazione ha aderito con entusiasmo. Il gioco di differenziazione si ripete sulla mozione: L’Italia del valori la promuove, il Pd si distingue, e considera quasi una inaccettabile cessione di sovranità l’adesione a una iniziativa che non ha promosso.
Secco lo scambio di battute che ieri - a mezzo agenzia - i due leader, senza troppi giri di parole si sono rivolti: “Questa insistenza di Bersani a voler fare il primo della classe, altrimenti non partecipa a ciò che l’Italia dei Valori propone - attacca Di Pietro - sta diventando ridicola e stucchevole”. Ribatte il leader del Pd: “Noi lezioni di antiberlusconismo non ne prendiamo da nessuno - gli dice - perchè il più antiberlusconiano è chi riesce a mandarlo a casa, non quello che urla di più”.
Di Pietro non si ferma, e ricorre al sarcasmo per punzecchiare: “Smettiamola di fare i bambini - dice beffardo - dobbiamo occuparci delle dimissioni di Cosentino e non di chi firma per primo la mozione”.
Se scavi un po’ più a fondo provando a sondare gli umori del principale partito di opposizione scopri che il malumore è forte. Stefano Di Traglia, portavoce del segretario, ce l’ha anche con i giornali: “Non capisco questo atteggiamento dei media, che continuano a domandarci: ma il Pd va o non va?”. Provi a chiedergli cosa ci sia di strano, e lui ti risponde così: “E’ un modo per cercare di tenerci sotto scacco. Noi non sappiamo nemmeno chi ci sarà su quel palco, cosa dirà, se ci saranno sparate, come, faccio solo un esempio, un attacco al capo dello stato”. Morale della favola: “Il partito ci sarà, con molti suoi iscritti, con alcuni suoi dirigenti, ma non aderirà: non esiste nessun obbligo, da parte nostra, di sostenere qualsiasi mobilitazione venga promossa”. Parole che danno il senso esatto di uno stato d’animo.
Il sospetto nemmeno troppo recondito, a via del Nazzareno, è che i blogger siano “manovrati” da Antonio Di Pietro, o - peggio - che l’ex pm li cavalchi, pur di mettere in difficoltà Bersani.
Non è la prima volta, dunque, che il Pd constata, con disappunto, di essere stato scavalcato dalla piazza,. Ed ecco perchè Bersani studia una contromossa: Il Pd non ‘sta in mezzo’ tra l’Udc e l'Idv - ruggisce il segretario - ha una sua idea di come fare l’opposizione a Berlusconi. Ecco perchè - annuncia Bersani a dicembre farà una sua manifestazione che decideremo martedì”.

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

LA VIGNETTA RENDE BENE L'IDEA DI QUANTO SIA UNA CRETINATA LA POSIZIONE UFFICIALE DEL PD.