Antonio Di Pietro, il giorno dopo le nuove polemiche nel suo partito, getta acqua sul fuoco. Ripete una riuscita battuta ad effetto: «Io e Luigi siamo fratelli siamesi, che lavorano per costruire il partito insieme». Ma intanto corre ai ripari: il 23 novembre è convocato l’esecutivo nazionale dell’Italia dei valori. Ufficialmente si farà il bilancio del tesseramento lanciato dopo le Europee di giugno che si concluderà il 20. Ma sarà la prima volta che si rivedranno in una riunione ristretta ma non troppo i due «fratelli siamesi », che comunque — assicurano i vertici del partito — in queste settimane si sentono.
Della lealtà di De Magistris, che da magistrato in pochi mesi è catapultato a candidato leader dell’Idv al posto di Di Pietro addirittura da una mobilitazione sul web, il presidente fondatore del partito sembra non dubitare anche se la sua fedelissima tesoriera Silvana Mura ragiona così: «Luigi è giovane, il futuro anche solo per motivi anagrafici sarà suo. C’è un tempo per ogni cosa, lui sarà un bravo pilota ma l’Idv è una buona macchina: bisogna stare attenti a non rompere la macchina, altrimenti anche il pilota si trova a terra».
Lui, De Magistris, prende le distanze dalle assemblee di autoconvocati di questi giorni che contestano Di Pietro: «La rivolta della base non mi riguarda. Io porto avanti dei valori», spiega ad Affaritaliani.
E fa eco a Di Pietro: «Siamo in perfetta sintonia. O facciamo bene o sbagliamo tutt’e due. E questa è la linea del partito: una forte crescita, forte apertura alla società civile, forte rinnovamento della classe dirigente, attenzione alla massa enorme di voto di opinione che ci ha aiutato alle Europee e continua a sostenerci». Sulla leadership: «Mi fa piacere il sondaggio su di me, ma non che ci siano guerre interne» .
Non basta a placare la base. Oltre all’assemblea di domenica scorsa, autoconvocata a Bologna, ce ne sono in programma una per ogni finesettimana di novembre. Come tutto ciò che riguarda l’Idv, la riunione di domenica scorsa è sul web, su YouTube: «Appunto — continua Silvana Mura, che è anche segretario regionale in Emilia Romagna — erano poco più di cinquanta, possibile che facciano tutto questo rumore sulla stampa. Io ne conosco parecchi, è gente senza voti, che ha chiesto incarichi e non li ha avuti e ora chiede pulizia. Non è coerente».
Ufficialmente Di Pietro non si scompone («è democrazia questa») anche se dopo l’inchiesta di Micromega sui mali del partito ha aperto un’inchiesta informale per capire che cosa succede sul territorio. Ma la protesta si allarga e l’altro giorno ad accogliere il leader dell’Idv a Napoli c’era uno striscione: «fuori i collusi». E mentre i suoi si autoconvocano, lui si fa vedere in piazza con la Cgil, con la Fiom, fa accordi con Rifondazione di Paolo Ferrero per scendere in piazza, incontra Pierluigi Bersani per siglare alleanze per le regionali e tornare in campo e nelle giunte.
Lo scontro interno non si può archiviare così e questo lo pensa anche Antonio Di Pietro se la stessa Mura suggerisce: «Vengano a viso aperto, facciano una corrente e si presentino al congresso del 6 e 7 febbraio».
Anche uno che è stato molto critico in questi mesi, come Francesco Barbato, che a gennaio aveva chiesto di fare pulizia in Campania, oggi teme «la guerra fratricida»: «Dobbiamo portare avanti la battaglia sui valori, cacciare le mele marce come dice Di Pietro, ma non pensare solo a fare le pulci al partito».
Intanto ieri il deputato Pino Pisicchio, ex di area centrista, ha annunciato di voler aderire al progetto di Francesco Rutelli: «Quando nasce una nuova formazione politica c’è chi è tentato», è il saluto di Di Pietro: «Ci sono degli assestamenti, 22 amministratori ed eletti del Pd sono entrati nell'Idv».
Gianna Fregonara
04 novembre 2009
Della lealtà di De Magistris, che da magistrato in pochi mesi è catapultato a candidato leader dell’Idv al posto di Di Pietro addirittura da una mobilitazione sul web, il presidente fondatore del partito sembra non dubitare anche se la sua fedelissima tesoriera Silvana Mura ragiona così: «Luigi è giovane, il futuro anche solo per motivi anagrafici sarà suo. C’è un tempo per ogni cosa, lui sarà un bravo pilota ma l’Idv è una buona macchina: bisogna stare attenti a non rompere la macchina, altrimenti anche il pilota si trova a terra».
Lui, De Magistris, prende le distanze dalle assemblee di autoconvocati di questi giorni che contestano Di Pietro: «La rivolta della base non mi riguarda. Io porto avanti dei valori», spiega ad Affaritaliani.
E fa eco a Di Pietro: «Siamo in perfetta sintonia. O facciamo bene o sbagliamo tutt’e due. E questa è la linea del partito: una forte crescita, forte apertura alla società civile, forte rinnovamento della classe dirigente, attenzione alla massa enorme di voto di opinione che ci ha aiutato alle Europee e continua a sostenerci». Sulla leadership: «Mi fa piacere il sondaggio su di me, ma non che ci siano guerre interne» .
Non basta a placare la base. Oltre all’assemblea di domenica scorsa, autoconvocata a Bologna, ce ne sono in programma una per ogni finesettimana di novembre. Come tutto ciò che riguarda l’Idv, la riunione di domenica scorsa è sul web, su YouTube: «Appunto — continua Silvana Mura, che è anche segretario regionale in Emilia Romagna — erano poco più di cinquanta, possibile che facciano tutto questo rumore sulla stampa. Io ne conosco parecchi, è gente senza voti, che ha chiesto incarichi e non li ha avuti e ora chiede pulizia. Non è coerente».
Ufficialmente Di Pietro non si scompone («è democrazia questa») anche se dopo l’inchiesta di Micromega sui mali del partito ha aperto un’inchiesta informale per capire che cosa succede sul territorio. Ma la protesta si allarga e l’altro giorno ad accogliere il leader dell’Idv a Napoli c’era uno striscione: «fuori i collusi». E mentre i suoi si autoconvocano, lui si fa vedere in piazza con la Cgil, con la Fiom, fa accordi con Rifondazione di Paolo Ferrero per scendere in piazza, incontra Pierluigi Bersani per siglare alleanze per le regionali e tornare in campo e nelle giunte.
Lo scontro interno non si può archiviare così e questo lo pensa anche Antonio Di Pietro se la stessa Mura suggerisce: «Vengano a viso aperto, facciano una corrente e si presentino al congresso del 6 e 7 febbraio».
Anche uno che è stato molto critico in questi mesi, come Francesco Barbato, che a gennaio aveva chiesto di fare pulizia in Campania, oggi teme «la guerra fratricida»: «Dobbiamo portare avanti la battaglia sui valori, cacciare le mele marce come dice Di Pietro, ma non pensare solo a fare le pulci al partito».
Intanto ieri il deputato Pino Pisicchio, ex di area centrista, ha annunciato di voler aderire al progetto di Francesco Rutelli: «Quando nasce una nuova formazione politica c’è chi è tentato», è il saluto di Di Pietro: «Ci sono degli assestamenti, 22 amministratori ed eletti del Pd sono entrati nell'Idv».
Gianna Fregonara
04 novembre 2009
1 commento:
LA MIA IMPRESSIONE E' CHE DE MAGISTRIS STIA GIOCANDO, DI NUOVO, COL FUOCO.
IERI ERA PUBBLICO MINISTERO, AVEVA TUTTE LE RAGIONI ED E' STATO BRUCIATO, DI PIETRO LO HA SALVATO CANDIDANDOLO ALLE ELEZIONI EUROPEE.
OGGI, GIOCANDO COL FUOCO, RISCHIA DI BRUCIARE NON SOLO SE' STESSO MA ANCHE IL PARTITO.
SI DIA UNA CALMATA O VADA FUORI DALLE BALLE!
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