giovedì 19 novembre 2009

I GIOVANI CERVELLI E LA LOBBY DEL MERITO


Funzionari Onu, ricercatori, economisti: un’associazione per “sbloccare” l’Italia
di Caterina Perniconi


L’Economist ha pubblicato un editoriale denunciando un problema d’inserimento dei giovani in Inghilterra. Come nel nostro paese, viene subito da pensare. E invece Oltremanica la questione è esattamente opposta: gli under 30 sono troppo introdotti nelle posizioni che contano, e il paese si interroga su quest’opportunità. Che in Italia non ha quasi nessuno. Forse adesso tocca a noi chiederci quale dei due paesi funzioni meglio.
La domanda se la sono posta i giovani di R.e.na., la Rete per l’Eccellenza Nazionale. Un’associazione nata tre anni fa con l’intento di promuovere le iniziative di ragazzi meritevoli che si sono distinti in Italia e all’estero. E pensano che un impiego più ampio dei giovani non sia solo auspicabile, ma soprattutto necessario.
“R.e.na prende forma dall’idea di alcuni amici che hanno deciso di mettere intorno a un tavolo delle persone brillanti – racconta Davide Rubini, socio fondatore – e di fare un tipo di associazionismo diverso. In Italia esistono solo associazioni cattoliche o ambientaliste ma nessuna che si occupi specificamente della cosa pubblica e di come possano migliorarla i giovani”.
Nello statuto di cui si sono dotati, si legge che R.e.na. vuole contribuire a rinnovare la res publica italiana, stimolandone l’eccellenza attraverso la ricerca, la proposizione e la promozione di politiche sul territorio. “Ormai parlare di giovani è diventato un concetto generico – spiega il presidente Alessandro Fusacchia – perché si è giovani dai 15 ai 40 anni e anche dopo. Ma tutte queste generazioni non hanno la possibilità di mettersi in gioco e spesso se ne vanno dall’Italia. Anche perché non è responsabilità del singolo individuo cambiare il sistema, ed è per questo che noi abbiamo sentito la necessità di fondare R.e.na.”.
Dal giornalista emigrato in India, alla presidentessa di una Ong, da un funzionario delle Nazioni Unite a una ricercatrice che ha scelto di restare nel Belpaese, l’associazione riunisce una folta schiera di ragazzi che si distinguono nelle loro professioni e per le loro idee politiche assolutamente bipartisan. “Siamo totalmente apolitici – chiarisce Fusacchia - e abbiamo finalità esclusivamente di solidarietà sociale. Vogliamo provare a smuovere le acque, a dimostrare che in Italia ci sono anche giovani con coscienza civica attiva che vogliono smettere di aspettare Godot e imparare ad aprirsi le porte da soli”. Molti i progetti realizzati in questi tre anni, tra i quali una convenzione con l’Unione delle province italiane per favorire la collaborazione di giovani professionisti sul territorio che elaborano e promuovono idee e riflessioni su politiche pubbliche e private di eccellenza, per migliorare in questo modo il servizio delle province ai territori e la loro capacità di innovazione.
“Questo paese è totalmente ingessato – insiste il presidente Fusacchia – e anche se arrivasse il nostro Obama si ritroverebbe invischiato in decine di veti. Gli ultimi 20 anni hanno prodotto una totale disillusione in un sistema che invece può cambiare. Noi vogliamo cominciare dal basso a disincrostare gli ingranaggi”. La denuncia di R.e.na. è sociale e culturale: “In Italia – conclude Fusacchia – tutti i giorni c’è uno scandalo che copre quello del giorno prima. Dalla politica a Calciopoli a Vallettopoli non cambia mai niente. Gli altri paesi, dopo uno scandalo, rivedono il loro sistema e mutano culturalmente”.
Quello a cui lavorano i professionisti di R.e.na è un ampio progetto di cambiamento del paese. Si riuniscono in assemblea due volte l’anno per scambiarsi idee e valutazioni sul lavoro fatto. Una “lobby meritocratica” che conta già un centinaio di iscritti ma che non vuole diventare un movimento troppo ampio. “Non saremo mai più di 200 – spiegano i soci – perché il nostro progetto deve aiutare davvero i partecipanti e non fare politica senza risultati”. L’unica cosa di cui questo paese non ha davvero bisogno.

Nessun commento: