Al sud è alle prese con trasformismi, rischio scissioni e indagini legate allo scandalo di lady Mastella e l’Arpac
di Enrico Fierro
di Enrico Fierro
L’ultimo a lasciare Italia dei Valori è Pino Pisicchio, da Bari. Va nella Dc bonsai di Rutelli e Casini. Per lui un ritorno a casa. Per Di Pietro una sconfitta. Per gli oppositori dentro l’Idv la conferma che nel Sud il partito è pieno zeppo di trasformisti. Il parlamentare barese è stato democristiano, poi popolare, diniano, infine è passato con l’Udeur di Mastella. Nel 2005 voleva fare il sindaco di Bari con il centrodestra, non ci riuscì e un anno dopo si scoprì dipietrista. Tonino lo ricompensò con un seggio alla Camera. Cose del Sud dove Italia dei valori è un band wagon dove saltano in tanti. Ex di tutto. Altro che facebook e le proteste dei militanti più legati all’area grillina e movimentista: il vero problema di Italia dei valori è a Sud del Garigliano. Perché Idv è un partito essenzialmente meridionale. Nel 4,4% portato a casa alle politiche del 2008, il 3,9 fu conquistato al nord, il 3,4 al centro, e il il 7,2 nei collegi di Campania, Calabria, Puglia e Basilicata. “Su più di mille militanti eletti o che ricoprono cariche amministrative, la metà si trova al Sud”, è l’analisi del giornalista Alberico Giostra ne “Il Tribuno” (editore Castelvecchi) una impietosa Di Pietro story. La vera sfida di chi vuole rinnovare il partito è qui. Lo sa bene Luigi de Magistris. L’europarlamentare ha proposto come candidato presidente per la Calabria l’industriale del tonno Pippo Callipo. Ed è scoppiato l’inferno. Il parlamentare Aurelio Misiti ha scritto una lettera di fuoco a Di Pietro. “È una proposta improvvisata. Chi ha fatto questa scelta sa che Callipo ha bussato alla porta di Berlusconi per ottenere una candidatura?”. Misiti, ex sindaco comunista di Melicucco, poi assessore ai tempi della giunta Chiaravalloti (centrodestra), ex Presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici con il primo governo Berlusconi e strenuo sostenitore del Ponte sullo Stretto, è in buona compagnia. A dire no alla candidatura proposta dall’ex pm di “Why not?”, c’è il senatore Luigi Li Gotti e buona parte dei fondatori calabresi dell’Idv. Con de Magistris l’europarlamentare Pino Arlacchi. “Basta con il loierismo”, è il suo riuscito slogan. Ma Agazio Loiero, il governatore Pd della regione, gli ha ricordato i tempi in cui “il loierismo gli piaceva tanto da affidare al sottoscritto la delicata trattativa per una sua candidatura nelle nostre liste”. Arlacchi, stimatissimo sociologo e studioso di criminalità, è stato consulente della giunta Loiero dal 2005 al 2008 con un compenso di 37mila euro lordi l’anno, piu’ 18.765 di rimborsi per missioni all’estero. Risultato della querelle: Di Pietro ha nominato un commissario, il deputato Ignazio Messina, alla guida del partito.
Ma in Campania? Idv è nel marasma. Con Di Pietro che ha sempre tuonato contro il bassolinismo e la giunta Iervolino e i suoi che invece hanno sostenuto la maggioranza del viceré. E uno scivolone di de Magistris. In un convegno ad Avellino ha detto che bisogna guardare all’Udc di Casini, che in Campania si traduce Ciriaco De Mita. Nessuno aveva informato l’ex pm che il leader di Nusco sta giocando una sua personalissima partita con centrodestra e centrosinistra. Ciriaco da un lato ha giudicato “interessante” la candidatura di Luigi Cosentino per il Pdl, dimenticando che quattro pentiti di camorra lo indicano come referente dei clan casalesi, dall’altro aspetta le mosse del Pd per il candidato che dovrà prendere il posto di Bassolino. Politica politicante, con il partito di Di Pietro incapace di uno scatto di reni, una proposta forte in grado di scompaginare le carte.
Sotto il Vesuvio Idv è una vera e propria emergenza morale. Nell’ultima inchiesta che ha coinvolto Sandra Mastella per lo scandalo delle raccomandazioni all’Arpac, c’è un elenco fitto di segnalazioni arrivate da esponenti dipietristi. Giuseppe Maisto, ex udeur e consigliere regionale 7 segnalazioni, Stefano Buono ex Verdi, 2, idem Nello Di Nardo, coordinatore del partito. Il trionfo dei transfughi. Buono, attuale consigliere regionale dei Verdi, ha recentemente dichiarato che alle prossime regionali si candiderà con Di Pietro, “per il momento resto nel gruppo dei Verdi”.
Ma è la situazione di Torre del Greco a far saltare i nervi a quanti a Napoli e dintorni credono ancora nell’Idv. Nella quinta città della Campania è sindaco Ciro Borriello, un ex parlamentare di Forza Italia, passato all’Udeur e nel 2006 eletto deputato da Di Pietro. Un anno dopo Borriello torna a casa e si candida a sindaco per il Pdl. Ora guida una giunta sostenuta dal Pdl, da Idv e dal partito di Sergio De Gregorio. Tra le nomine anche quella di Virna Bello, una delle ospiti del Cavaliere a Villa Certosa. La chiamano “la braciolona”. Fa l’assessore alla pubblica istruzione. Anche con i voti di Di Pietro.
1 commento:
CERTO, IL MOMENTO E' DELICATO: SONO CAZZI AMARI SE NON SI CORRE AI RIPARI!
MA TONINO CE LA FARA'.
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