“I giudici sono potenti e Berlusconi si difende. Le leggi ad personam le fa per proteggersi. Se non fai la legge ad personam, vai dentro”. Lo dice alla Stampa, con la consueta faccia di Mediaset, Fedele Confalonieri, il geniale manager di un gruppo che, sebbene stia in politica da trent’anni, sebbene la Rai non le faccia concorrenza da venti e sebbene il suo padrone l’abbia beneficato con una ventina di leggi ad aziendam, continua ad andare maluccio e nel ’94 era al fallimento.
Dall’inizio dell’anno, 51 detenuti si sono suicidati nelle carceri italiane: non avevano pensato di chiedere protezione con una bella legge ad personam. Altrimenti, a quest’ora, sarebbero ancora vivi e, con un po’ di fortuna, siederebbero al governo.
Il presidente di Mediaset rivela poi che l’amico Silvio, agli albori, non aveva “bisogno dei soldi della mafia” perché aveva già “i 30 milioni della liquidazione del papà”. Vero che poi gli arrivarono 500 miliardi di provenienza misteriosa, in parte in contanti, e quando i giudici di Palermo gli chiesero il nome dell’anonimo benefattore, si avvalse della facoltà di non rispondere.
Ma mica puoi ricordarti tutto, nella vita.
Notevole anche la lezione di diritto impartita del Fedelissimo: “La prescrizione va a favore del giudice che non riesce a dimostrare la colpevolezza”.
Per la verità la prescrizione va a favore del colpevole che, se riesce a trascinare il processo oltre i termini, la fa franca. O, se non ci riesce, può sempre dimezzare i termini per legge.
Per legittima difesa, si capisce.
Come fece Mr B. col falso in bilancio mandando in prescrizione 1500 miliardi di lire di fondi neri Fininvest, e con la ex Cirielli mandando in prescrizione altri 170 milioni di dollari di fondi neri sui diritti Mediaset.
Nei due processi erano imputati, guarda un po’, Berlusconi e Confalonieri.
Anche per questo il bullo della diretta può dichiarare alla Stampa di essere “incensurato”.
La legittima difesa per legge ha funzionato.
Almeno per ora: nell’ultimo anno il bulletto è stato rinviato a giudizio per frode fiscale sui diritti tv (13,3 milioni di euro di imposte evase) e per favoreggiamento nel crac Hdc (20 milioni di buco).
Ma questo, nella fretta, dimentica di rammentarlo.
In compenso racconta alcune barzellette davvero divertenti, tipo che “Feltri è indipendente come lo era Montanelli” e che la sentenza del risarcimento a De Benedetti per lo scippo della Mondadori è “scandalosa” perché “Berlusconi la Mondadori l’aveva comprata”.
A essere precisi, aveva comprato il giudice Metta che gli regalò la Mondadori, tramite gli avvocati Fininvest con fondi neri Fininvest.
Ma non bisogna sottilizzare.
Alla fine il bullo aggiunge di avermi “piluccato un po’ di soldi con le querele: 25 mila euro, e non li ho dati in beneficenza, me li sono mangiati e bevuti”.
Naturalmente non è vero niente: di querele me ne ha fatte sei e le ha perse tutte.
Così si è dato alla pesca a strascico e mi ha sparato dieci cause civili per danni: cinque le ha perse, due le ha vinte (una giocando furbescamente sulla distinzione fra i reati contestati a lui e quelli contestati a Silvio, l’altra perché avrei “ecceduto nell’esercizio del diritto di critica”), tre sono in corso.
Ma a me non ha piluccato un euro: è stata l’Unità, vista l’esiguità delle somme, a chiudere subito il contenzioso senz’affrontare i successivi gradi di giudizio.
Somme irrisorie rispetto a quelle che gli ho piluccato io per le spese legali nei cinque processi vinti, anche se non ho potuto mangiarle né berle perché le ho girate agli avvocati.
Ma anche perché la mia dieta non contempla le banconote.
In ogni caso è interessante la concezione del diritto di questa gente.
Se i giudici si occupano di loro, ci vuole subito una legge ad personam per non andare “dentro”.
Poi però ritrovano un’incrollabile fiducia nei giudici per denunciare il prossimo.
Sono fatti così: è una vita che “piluccano” nelle tasche degli italiani.
Invitarli a vergognarsi è inutile: sono senza vergogna.
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