A Roma sarebbero novemila
di Antonella Mascali
di Antonella Mascali
L’Associazione nazionale magistrati non ha i numeri “ per contraddirmi nel merito", a proposito dei procedimenti penali che verrebbero prescritti se il disegno di legge sul cosiddetto processo breve venisse approvato. Parola del Ministro Angelino Alfano, che invece è stato smentito, con dati autorevoli in quanto forniti dai presidenti dei Tribunali dei principali distretti giudiziari. A Roma, Torino e Bologna, in base alla proposta di legge, sono già estinti o stanno per estinguersi oltre il 50% dei procedimenti in dibattimento o in fase di udienza preliminare. A Il Fatto risulta che nella capitale moriranno per mano del centro-destra 9mila processi di primo grado su 13 mila. Una catastrofe giudiziaria. Va appena un po’ meno male a Firenze, Napoli, e Palermo, dove l'estinzione riguarderà una percentuale di procedimenti compresa tra il 20 e il 30%. Il Ministro la settimana scorsa aveva parlato appena dell’1% di procedimenti a rischio e l’Anm evidenzia la sua cifra irreale: “Sebbene si tratti dei primi dati comunicati dagli uffici giudiziari, sono calcolati su un campione particolarmente significativo e rappresentativo, perché provengono dai Tribunali delle grandi città. E smentiscono clamorosamente le rosee previsioni comunicate in Parlamento la settimana scorsa. Nei prossimi giorni potremo fornire dati più completi e confrontarci con gli altri protagonisti del processo, senza dimenticare le vittime del reato”. Alfano non ci sta: “Ma stiamo scherzando? Se non precisa bene i termini della questione credo che l'Anm sia incorsa in un clamoroso abbaglio: i procedimenti pendenti in Italia sono circa 3 milioni e 300 mila e il 50% fa oltre un milione e 600 mila”. A non precisare è in realtà il Ministro che parla genericamente di procedimenti senza specificare se si riferisce a quelli che rientrano nel ddl. Il sindacato delle toghe non ha fornito altri dati, per rispetto al Csm che oggi pomeriggio ascolterà le relazioni dei procuratori e dei presidenti dei Tribunali di Torino, Milano, Venezia, Bologna, Roma, Napoli, Bari, Reggio Calabria e Palermo, scelti come uffici-campione, in vista del parere sul disegno di legge, che esprimerà entro metà dicembre. Ciascuno di loro dirà non solo quanti, ma anche quali processi di primo grado rischiano l’estinzione, inoltre fornirà l’attuale numero di patteggiamenti e processi con il rito abbreviato, per calcolare quante richieste potrebbero diminuire. È chiaro che se un imputato ha la speranza di godere della prescrizione in base alla nuova legge, non concorderà una pena, in cambio di una riduzione. Con il risultato che i processi si ingolferanno ulteriormente e altri ancora saranno prescritti. Ma Alfano è preoccupato di garantire a ogni costo l’annullamento dei processi a Silvio Berlusconi. Ieri ha passato un pomeriggio contro tutti, attaccando anche il presidente emerito della Repubblica, Carlo Azeglio Ciampi: “La proposta di legge- ha sostenuto Alfano- rimette al centro il cittadino in quanto consente di avere una risposta certa alla domanda di giustizia". Della giustizia vuole parlare al popolo, Silvio Berlusconi. Dal Quatar ha fatto sapere che “ci sarà il momento opportuno per spiegare agli italiani qual è la situazione in cui siamo”.
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