LA PRIMA LINEA
Regia di Renato De Maria
Con Riccardo Scamarcio, Vittoria Mezzogiorno
Biografico/Drammatico Tanto rumore per nulla. Infine è stato riconosciuto l’interesse culturale di un film a lungo accusato di fare apologia del terrorismo perché incentrato sulle memorie del pluriomicida Sergio Segio (che però l’ha bollato: ). Il tenebroso Scamarcio e determinata la Mezzogiorno (Susanna Ronconi) sono ritenuti troppo belli per impersonare brutti figuri, ma è stato approvato il giusto distacco di regia e sceneggiatura. Se si parlasse solo a ragion (e a pellicola) veduta, certi pareri lascerebbero il tempo che perdono. E magari ci si accorgerebbe che in Germania il film (mediocre) sulla banda Baader Meinhof ha destato l’interesse collettivo ed è stato candidato all’Oscar. E che questo è il primo film tricolore sul terrorismo a non essere ‘Moro-centrico’. Il produttore Andrea Occhipinti (uno troppo bello per fare il produttore?) ha comunque rinunciato – caso unico in Europa – al finanziamento di un ministero che oggi foraggia lo Z-horror “Smile” e ieri la cine-opera omnia di Marina Ripa di Meana. Tanto sangue per nulla. Prima Linea passò (chiave inglese&P38) e da De André cantato nelle 500 ai ciclostili deliranti. Dopo piazza Fontana si considerarono e decisero che non poteva essere solo una metafora. Poi, perduta ogni forma di simpatia a colpi di ferocia, furono solo gli sputafuoco di una guerra privata. Quando ammazzarono il giudice Emilio Alessandrini (1979) su Milano calò un silenzio inorridito e dissociato. Ben descritto in un film che scruta nella nostra storia recente coi modi del nostro cinema di sempre: flashback, minimalismo e ricostruzione accurata. E i difetti di sempre: le evasioni proprio non le sappiamo girare.
1 commento:
O.K. O.K. caro Luigi
A presto Ciao
Alberto Liguoro
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