«Bisogna affrontare il tema delle riforme e mi chiedo: è sbagliato dire se sono condivise meglio?». Lo ha detto il presidente della Camera Gianfranco Fini parlando al Corriere della Sera a Milano durante la presentazione del suo libro Il futuro della libertà. «La bozza Violante - ha spiegato Fini ricordando la proposta avanzata la scorsa legislatura per la riforma del Parlamento - potrebbe essere votata all' unanimità alla Camera e al Senato e in poche settimane diventare legge dello Stato».
«NO AL BIPOLARISMO MUSCOLARE» - Fini ha poi ribadito che occorre evitare di rimanere sempre all'interno di «un bipolarismo muscolare nel quale anche una proposta di legge fatta insieme a un deputato del centrosinistra e da uno del centrodestra diventa uno scandalo, un complotto e un inciucio. Dobbiamo rimanere all'interno invece di valori condivisi che possono essere anche votati assieme, valori che si possono riassumere in un patriottismo costituzionale». «Se ci sono proposte coincidenti e valori condivisi è meglio che si facciano riforme tutti assieme. Ricordo che il centrodestra fece una riforma costituzionale a maggioranza nell'altra legislatura che poi, a mio parere sbagliando, fu però bocciata dal corpo elettorale in un referendum». Fini ha anche ribadito «la necessità di rafforzare contemporaneamente i poteri dell'esecutivo e la centralitá del Parlamento».
PROCESSO BREVE E IMMUNITA' - Il numero uno di Montecitorio, sollecitato dal direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, ha anche affrontato il tema della giustizia e esortato a non confondere le norme sul processo breve e la riforma della giustizia. Perchè la riduzione dei tempi di durata dei procedimenti, ha sottolineato Fini, è «un intervento che io credo sia giusto per garantire tempi certi ai processi». E quindi «evitiamo di fare confusione». «La riforma della giustizia - ha ribadito - è la riforma della Costituzione nella parte che riguarda il sistema giudiziario». Un concetto poi puntualizzato parlando della possibile reintroduzione dell'immunità per i parlamentari : «Quando si parla di ripristinare una vecchia prerogativa che la Costituzione riconosceva ai parlamentari non si parla di riforma della giustizia. È un altro intervento più o meno opportuno. Ritengo che discuterne non sia motivo di scandalo, i deputati europei godono non di un'immunità, ma di una prerogativa che i nostri deputati nazionali non hanno più».
ETICA E CANDIDATURE - Si è parlato anche di etica pubblica, uno dei temi già affrontati nel libro, e Fini ha evidenziato la necessità, da parte del ceto politico, di contrastare i luoghi comuni. Ad esempio «è necessario evitare che ritornino copertine come quelle del Der Spiegel con gli spaghetti e la pistola. Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato, anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria. È un problema di opportunità e di etica pubblica». Sollecitato da Ferruccio de Bortoli, che pur non citandolo ha ricordato il caso Cosentino, il presidente della Camera ha replicato: «È un problema interno al governo e attiene alla coscienza delle persone e alla responsabilità dell'esecutivo».
24 novembre 2009
«NO AL BIPOLARISMO MUSCOLARE» - Fini ha poi ribadito che occorre evitare di rimanere sempre all'interno di «un bipolarismo muscolare nel quale anche una proposta di legge fatta insieme a un deputato del centrosinistra e da uno del centrodestra diventa uno scandalo, un complotto e un inciucio. Dobbiamo rimanere all'interno invece di valori condivisi che possono essere anche votati assieme, valori che si possono riassumere in un patriottismo costituzionale». «Se ci sono proposte coincidenti e valori condivisi è meglio che si facciano riforme tutti assieme. Ricordo che il centrodestra fece una riforma costituzionale a maggioranza nell'altra legislatura che poi, a mio parere sbagliando, fu però bocciata dal corpo elettorale in un referendum». Fini ha anche ribadito «la necessità di rafforzare contemporaneamente i poteri dell'esecutivo e la centralitá del Parlamento».
PROCESSO BREVE E IMMUNITA' - Il numero uno di Montecitorio, sollecitato dal direttore del Corriere, Ferruccio de Bortoli, ha anche affrontato il tema della giustizia e esortato a non confondere le norme sul processo breve e la riforma della giustizia. Perchè la riduzione dei tempi di durata dei procedimenti, ha sottolineato Fini, è «un intervento che io credo sia giusto per garantire tempi certi ai processi». E quindi «evitiamo di fare confusione». «La riforma della giustizia - ha ribadito - è la riforma della Costituzione nella parte che riguarda il sistema giudiziario». Un concetto poi puntualizzato parlando della possibile reintroduzione dell'immunità per i parlamentari : «Quando si parla di ripristinare una vecchia prerogativa che la Costituzione riconosceva ai parlamentari non si parla di riforma della giustizia. È un altro intervento più o meno opportuno. Ritengo che discuterne non sia motivo di scandalo, i deputati europei godono non di un'immunità, ma di una prerogativa che i nostri deputati nazionali non hanno più».
ETICA E CANDIDATURE - Si è parlato anche di etica pubblica, uno dei temi già affrontati nel libro, e Fini ha evidenziato la necessità, da parte del ceto politico, di contrastare i luoghi comuni. Ad esempio «è necessario evitare che ritornino copertine come quelle del Der Spiegel con gli spaghetti e la pistola. Quando decidiamo le candidature evitiamo di candidare chi è indagato, anche se dobbiamo considerarlo certamente innocente fino a prova contraria. È un problema di opportunità e di etica pubblica». Sollecitato da Ferruccio de Bortoli, che pur non citandolo ha ricordato il caso Cosentino, il presidente della Camera ha replicato: «È un problema interno al governo e attiene alla coscienza delle persone e alla responsabilità dell'esecutivo».
24 novembre 2009
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