Fa discutere lo sfogo di Fabio Granata. «C’è una gran voglia di delegittimare la lotta alla mafia», dice questo siciliano atipico, iscritto al Fronte della Gioventù quando ancora portava i calzoni corti, cresciuto nel mito del giudice Paolo Borsellino, finiano doc.
Non gli è andata giù la candidatura del sottosegretario Cosentino, indagato per sostegno esterno alla camorra, e però, da quando lui e Fini hanno chiesto un altro candidato in Campania, «ci guardano come appestati». Il giorno dopo, l’intervista ha fatto sbigottire mezzo Pdl. «Noi non siamo cresciuti alla scuola di Leoluca Orlando», dichiara fermo Giorgio Stracquadanio, superberlusconiano. Diverso il tono, ma uguale la sostanza da parte del ministro Sandro Bondi, coordinatore Pdl, che usa una formula retorica («Ho letto con stupore») che non lascia scampo all’intervistato: «Ritengo che su temi essenziali e delicati come quelli da lui sollevati non possano esservi fraintendimenti o equivoci».
Granata non è affatto isolato, però. Letta l’intervista alla Stampa gli hanno telefonato in tanti: da destra, dal centro e da sinistra. Non va sottovalutato che ieri sera, a Palermo, Granata co-presiedeva una riunione dei deputati regionali che sono in rivolta contro il Pdl e appoggiano Raffaele Lombardo. Italo Bocchino, il vicecapogruppo Pdl del Senato, un altro finiano doc, l’ha chiamato tra i primi. «Premesso che i numeri di questo governo rappresentano un successo senza precedenti - dice - ed è triste pensare che ci sia chi tenta di utilizzare la lotta alla mafia per delegittimare questo esecutivo, Silvio Berlusconi o persone a lui vicine, è però indiscutibile che i partiti possano fare di più, alzando paratie stagne, evitando contiguità.
Nell’appello a non isolare chi pone il problema, ma anzi ascoltandolo con maggiore attenzione, Granata ha certamente ragione». Con lui è anche Luigi De Sena, senatore Pd, l’altro vicepresidente dell’Antimafia: «La sua linea è correttissima». In effetti, dei tanti fronti aperti dai finiani, la lotta alla mafia era rimasto un po’ in ombra. C’è un ddl di Angela Napoli, che è una pasionaria antimafia calabrese, che prevede il «divieto di svolgimento di propaganda elettorale per le persone sottoposte a misure di prevenzione». Se il testo fosse approvato così com’è, e l’onorevole Napoli proprio in questi giorni chiede di accelerare, addio candidatura di Cosentino.
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