sabato 28 novembre 2009

TRAVAGLIO E IL CONTRADDITTORIO


Furio Colombo


Caro Furio Colombo, hai notato che proprio la parte più avversa e sprezzante verso la par condicio adesso la vuole dovunque in Rai, non in Mediaset al punto da produrre confronti forzati in programmi come “Annozero”, tipo Capezzone che fiancheggia Travaglio come un angelo sterminatore? Vanessa
HO NOTATO. E poiché conosco la testarda coerenza della nostra non proprio liberale controparte, e dunque mi aspetto che qualche “angelo sterminatore” compaia accanto a Travaglio (magari anche nel tempo libero e mentre scrive) per estirpare il più presto possibile l’erba velenosa dell’antiberlusconismo, ho pensato ad alcune questioni che il settore “Berlusconi-Mediaset” il cda Rai dovrebbe affrontare subito.
Indico alcuni punti fra tanti.
1) Il Papa. Quasi ogni frase del Papa è una forte affermazione di parte. Una volta stabilito che ogni intervento della tv pubblica può essere trasmesso solo con contraddittorio, come si farà all’Angelus della domenica? E coi discorsi del Papa? Se dice che il relativismo è il grande nemico, lasciamo perdere? Perché Travaglio con il contraddittorio e il Papa no?
2) Le frequenti dichiarazioni della Cei, che spesso si occupano di aspetti sociologici e politici della vita italiana non dovrebbero essere immediatamente seguiti da un “diverso parere” di competenti delle stesse questioni?
3) Bruno Vespa è cosa diversa dagli ospiti di Bruno Vespa. Dice, fa, interviene, interrompe, rassicura, fa perdere il filo e lo restituisce, con piena libertà di comando, dalla tolda del suo poderoso galleggiante. Mettergli accanto, mettiamo, Travaglio, pronto a ricordare l’imputazione giusta al momento giusto non mi sembra insensato, se entra in vigore il principio “mai più senza contraddittorio”.
4) Quando parla, a reti unificate o in esibizione solitaria, il presidente del Consiglio, possiamo lasciarlo solo, senza una voce che rappresenti gli italiani estranei al mondo di Arcore e di Mangano? Il problema si pone anche nei monologhi a “Porta a Porta”. Qualcuno, a nome della società civile, deve per forza stare accanto ai direttori di giornale trasportati sul posto, disorientati e muti. Se ascoltano anche una sola obiezione al potere potrebbe crearsi una luce capace di orientare le loro difficili vite.
5) Come si riequilibrano le interviste? Per esempio quella con il giornalista tedesco che ha visto donne incinte e bambini respinti in mare da navi italiane? Si intervisterà uno dei naufraghi o uno di coloro che hanno dato l’ordine delittuoso? Come si vede, se passa la decisione del contraddittorio, continuo, non è detto che il guaio cada solo sulle spalle di Marco Travaglio e di “Annozero”.
Furio Colombo - Il Fatto Quotidiano 00193 Roma, via Orazio n. 10 lettere@ilfattoquotidiano.it

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