sabato 19 dicembre 2009

ALESSANDRO SALLUSTI: L’OMBRA DI FELTRI PICCHIA IN TV


Il suo volto curiale ha accompagnato la caccia televisiva ai mandanti morali. Alessandro Sallusti ha trascorso una settimana intera a snocciolare le più disparate dietrologie sul Duomo volante scagliato da Massimo Tartaglia sul volto di Silvio Berlusconi.
Lunedì ha iniziato all'alba con Omnibus su la 7 per concludere in serata con Porta a Porta, dopo un paio di comparsate a Pomeriggio Cinque e alla Vita in diretta.
Così per cinque giorni. Fin quando giovedì, sulle bombe alla Bocconi, il condirettore del Giornale è stato più svelto degli inquirenti: “I responsabili dell'attentato alla Bocconi sono fans di Michele Santoro e Marco Travaglio”.
Adora le discese libere senza contraddittorio, soffre quando gli vengono poste delle obiezioni. E ha sofferto quando Pierferdinando Casini ha chiamato in diretta per commentare un suo editoriale e per annunciargli querela.
Nel giornalismo pratica l'arte della coppia. Vittorio Feltri impera, lui modera. Leggende redazionali narrano di protagonisti da pellicola fish and chips: il direttore è il poliziotto cattivo, il condirettore è il collega buono.
Alessandro Sallusti è un uomo solitario negli affari. L'anno scorso ha riesumato l'Ordine di Como, il quotidiano della curia soppresso nell'84. Non voleva fare ombra né nascondersi dietro le vesti di qualcuno, desiderava soltanto un contributo economico, versato in fretta dagli Angelucci (editori di Libero) e da Carlo Ripamonti, e per l'Ordine ha riunito in sé l’organigramma: proprietario, azionista di maggioranza, consigliere, direttore editoriale. La quota degli Angelucci valeva la vendita in abbinamento obbligatorio con Libero. Anche l'Ordine ha traslocato al Giornale, da ottobre il quotidiano di Como è un inserto del foglio della famiglia Berlusconi.
Il giovane Sallusti incrociò la fede con la passione per la scrittura, era un liberal conservatore, mai una tessera di partito, né democristiano né comunista. I primi articoli con l'Ordine, poi la maturità al Sabato, il settimanale cattolico con Paolo Liguori e Renato Farina, infine l'Avvenire dei vescovi che riduce l'autostrada tra la casa di Como e la suggestione di Milano. La carriera di Sallusti s'è districata tra pilastri mobili: la trasversalità fatta persona, senza mai una tentazione a sinistra.
Al Corriere della Sera nel '94, da vicecaporedattore centrale, trascorse una notte insonne per confezionare la pagina sull'avviso di garanzia a Berlusconi presidente del Consiglio. Cronista durante Mani Pulite, vicedirettore al Gazzettino di Venezia, direttore alla Provincia di Como, condirettore a Libero.
Un passo dietro Feltri, una parola avanti.
c.t

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