venerdì 11 dicembre 2009

BERLUSCONI ATTACCA LA CONSULTA FINI SI DISSOCIA


A Bonn uno show contro la magistratura e il Quirinale
di Wanda Marra


“In Italia abbiamo un premier forte e con le palle”. Sembra la solita boutade alla quale Silvio Berlusconi ha abituato i cittadini del mondo intero. Certo, la scelta del luogo è inusuale: l’intervento al congresso del Partito popolare europeo a Bonn, un palcoscenico internazionale. Ma per il Cavaliere è solo il punto di partenza: “La sovranità, dice la Costituzione, appartiene al popolo" e il Parlamento "fa le leggi, ma se queste non piacciono al partito dei giudici questo si rivolge alla Corte Costituzionale" attacca Berlusconi. Dunque, la Corte costituzionalenon è più un organo di garanzia, ma è diventato un organo politico". La “sinistra, infatti, è allo sbando e utilizza i processi”. Per questo, annuncia, "stiamo lavorando per cambiare la situazione anche attraverso la riforma della Costituzione”. E poi va oltre, prendendo di mira frontalmente il Presidente della Repubblica: “La Consulta ha 11 componenti su 15 che appartengono alla sinistra e 5 li nomina il presidente della Repubblica e sono tutti di sinistra in quanto abbiamo avuto purtroppo tre presidenti della Repubblica consecutivi tutti di sinistra". Una sfida in piena regola. L’ennesima. Ma questa volta da un palcoscenico internazionale e con un attacco esplicito al Colle. In un momento di pressione enorme per il Cavaliere sul fronte giudiziario e di continua tensione interna al Pdl. Anche stavolta, non si fa attendere la reazione di Fini. “È certamente vero - afferma - che la sovranità appartiene al popolo, ma il presidente del Consiglio non puo' dimenticare che esso la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”. Per questo, “le parole di Berlusconi secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe". Lui, il Cavaliere, non molla e subito contro-replica, secco: “Niente da chiarire, stanco di ipocrisie”. Che i rapporti tra i due siano sempre più deteriorati non è più un segreto per nessuno. In questi mesi si è assistito agli scontri più feroci finiti sempre con riconciliazioni dovute all’impossibilità di separarsi più che alla convinzione nel restare insieme. Questa volta però interviene anche Napolitano con una posizione di una durezza inedita. “Attacco violento”, denuncia. Il premier ancora una volta sembra andare alla prova di forza. Con il tentativo evidentemente di mettere tutti alle strette: chi non è con me è contro di me. D’altra parte, mercoledì ha dovuto incassare la bocciatura da parte del Csm del processo breve, oltre alla rivolta dell’Anm contro il ministro della Giustizia, Alfano (“i magistrati lavorino di più e vadano meno in tv”, aveva detto). Nel frattempo, le posizioni divergenti tra Lega e Fini hanno fatto slittare la discussione sul testo sulla cittadinanza agli immigrati. Cosa che ha avuto un immediato contraccolpo sul legittimo impedimento, anch’esso slittato a metà gennaio. Senza contare che il premier si rende sempre più conto che nessuna delle leggi che si sta facendo preparare è davvero al riparo dal giudizio negativo della Consulta (lo stesso Longo, il maestro del suo pool di avvocati ha dichiarato in un’intervista al Corriere della sera che sia legittimo impedimento che processo breve finiranno davanti alla Consulta). Per di più, le tensioni interne alla maggioranza non fanno certo star tranquillo Berlusconi, in un momento in cui oltre ai guai giudiziari ordinari si trova a combattere con le dichiarazioni dei pentiti che lo chiamano in ballo per mafia. Oggi toccherà ai Graviano deporre nell’udienza del processo a carico di Dell’Utri. Evento peraltro del tutto oscurato ieri dallo show del Cavaliere. Potrebbe dunque essere arrivato il momento della “battaglia finale”.
Per domenica è prevista una manifestazione del Pdl a Milano, presente Berlusconi.
Tra le voci che corrono, anche quella che al Cavaliere piacerebbe dar vita a una sorta di Predellino 2, spaccando il partito e tentando di giocare la carta delle elezioni (sempre Napolitano permettendo). Scenari tutti da vedere alla prova dei fatti.
Ma quel che è certo è che i berluscones fanno tutti quadrato.
Spiega Bonaiuti: "C'è da chiedersi perché quando viene attaccata un'istituzione votata dalla maggioranza degli italiani come il Presidente del Consiglio, nessuno esca in sua difesa".
Sandro Bondi, coordinatore nazionale del Pdl, afferma: "La sovranità del popolo da oltre un decennio subisce un violento condizionamento a opera di poteri variamente interessati a esercitare un magistero politico e a 'guidare' il Paese".
E Cicchitto, presidente dei deputati del Pdl: "Si tratta della difesa della sovranità popolare e della contestazione di un meccanismo che smonta sistematicamente la legislazione approvata dal Parlamento".
Insomma, stando a sentire gli uomini del Presidente si tratterebbe di legittima difesa e per giunta “solitaria” dopo continui attacchi di fronte ai quali nessuno prende posizione.
Fa un passo avanti Stracquadanio, sottolineando “la necessità di procedere alle riforme e basta”. E anche Bossi si schiera con il Cavaliere.
Dal canto loro, i finiani - Granata in testa - fanno notare la contraddittorietà del Cavaliere nell’aver scelto uno scenario internazionale, anche visto quanto il capo del Governo sostiene di tenere all’immagine dell’Italia.
Lo stesso Presidente della Camera avrebbe detto ai fedelissimi: “Berlusconi ha rimesso tutto in gioco. Non vuole chiarire? E’ un errore. Non fa certo fare una bella figura al Paese”.
Compatta l’opposizione. Il più duro, il leader dell'Idv Antonio Di Pietro: “Berlusconi sta stracciando la Carta Costituzionale, prima riducendo il Parlamento a un servizio privato ora volendo eliminare la Consulta. Se non è fascismo questo, che cosa ci vuole, l'olio di ricino?” Per il Pd, Anna Finocchiaro in testa parla di “ennesimo show indecente del presidente del Consiglio”. E Pier Ferdinando Casini: “Parole del tutto improprie. Chi vince le elezioni non è padrone del Paese”.

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