domenica 20 dicembre 2009

Bossi a cena ad Arcore. Berlusconi dialoghi con il Pd


di GIANLUCA LUZI


Prima i figli, quelli del matrimonio con Veronica: Barbara, Eleonora e Luigi, di ritorno da Hong Kong, che hanno pranzato con il padre. Poi, la sera, Berlusconi ha riunito a tavola per una cena di lavoro e amicizia Tremonti, Bossi e Calderoli: la triade di ferro che garantisce la saldatura tra Pdl e Lega. Più tardi, per brindare alle candidature in Piemonte e Veneto, sono arrivati anche Cota e Zaia, in corsa per due regioni, accompagnati da Brancher, da sempre l'ufficiale di collegamento di Berlusconi presso la Lega. "Tra noi l'amicizia in politica conta", aveva detto Tremonti al Giornale in polemica con Fini secondo cui "in politica l'amicizia non conta". Ma Tremonti aveva anche aggiunto che si sarebbe parlato di tutto "ma non di politica".

Invece al centro della cena c'è stata proprio la politica, più precisamente la "nuova stagione" politica che si potrebbe inaugurare dopo l'aggressione al premier, la visita di Bersani in ospedale e la frase di D'Alema che a molti è sembrata una proposta a Berlusconi sul "legittimo impedimento".

La Lega vuole arrivare a tutti i costi al federalismo fiscale e alle riforme che sono la sua ragione sociale e per questo applaude alla fase "buonista" del Cavaliere e al dialogo con l'opposizione, tanto che Calderoli ripropone addirittura l'Assemblea costituente bicamerale, sul modello di quella - fallita - presieduta da D'Alema. Senza Pd o con il Pd che si mette di traverso il traguardo diventa molto più difficile e il risultato sarebbe comunque oggetto di polemiche perenni perché una riforma del genere non si fa senza la partecipazione dell'opposizione come ripetono sia Napolitano che il presidente della Camera Fini. Ed è stato proprio il co-fondatore del Pdl l'altro argomento della cena ad Arcore ieri sera. Una visita e una telefonata quando Berlusconi era ancora ricoverato al San Raffaele non hanno minimamente accorciato le distanze politiche fra il presidente del consiglio e Fini, come dimostrano i suoi commenti al voto di fiducia sulla Finanziaria. Ma è imminente un nuovo incontro con Fini, durante le feste di Natale, prima che il Cavaliere si chiuda in una clinica ticinese per rimettersi definitivamente in forma. A sentire La Russa non ce ne sarebbe bisogno: "Ho sentito Berlusconi al telefono ultimamente e l'ho trovato con una voce squillante pronto a scendere in campo" anche se comunque, ammette il ministro della Difesa, "cose del genere lasciano sempre un segno".

Il solco tra Fini e Berlusconi è profondo, ma ieri il vicecapogruppo del Pdl alla Camera, Bocchino, considerato vicino a Fini, nel rilanciare la "bozza Violante", ha aggiunto che "ovviamente l'opposizione non può porre come precondizione l'abbandono dell'iter delle leggi sulla giustizia, che servono al Paese e a sottrarre il presidente Berlusconi alla persecuzione giudiziaria di cui è vittima". Prove di disgelo in casa Pdl? Chi invece del disgelo proprio non sa che farsene è il segretario di Rifondazione comunista Ferrero che usa un paragone violentissimo contro il premier: "L'idea di fare le riforme costituzionali con Berlusconi è come dare un asilo nido in gestione al cosiddetto mostro di Marcinelle". Gasparri chiede l'intervento di Napolitano.

(20 dicembre 2009)

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