martedì 8 dicembre 2009

Forleo, «telecamere spente in tribunale»

di Luigi Morsello

Leggo sul quotidiano IL CITTADINO di Lodi, a firma di Carlo Catena, quanto segue.
“È sotto sequestro la Opel di Clementina Forleo, l’ex gip dei procedimenti milanesi sulle scalate bancarie del 2005 che giovedì poco dopo le 19 si era schiantata contro il “new jersey” centrale dell’Autosole, mentre viaggiava tra Casalpusterlengo e Lodi in direzione di Milano.

Polizia stradale di Guardamiglio e squadra mobile di Lodi, coordinati dal sostituto procuratore Paolo Filippini, stanno indagando nel massimo riserbo sull’incidente che, sostiene il magistrato, trasferita dal luglio 2008 a Cremona, sarebbe stato innescato da una manovra pericolosa di un’altra auto che non si è poi fermata a prestare i soccorsi.

Mentre la procura di Lodi ha escluso che l’auto “pirata“ sia entrata in contatto con quella del magistrato e ufficialmente predilige la pista di una perdita di controllo del veicolo da parte della dottoressa Forleo, che era alla guida e non aveva passeggeri, il deputato pugliese dell’Italia dei valori Pierfelice Zazzera, che per primo venerdì aveva comunicato alle agenzie l’incidente della Forleo, conferma la tesi dello speronamento: «Mi sono sentito con la dottoressa Forleo poco dopo l’incidente - conferma il parlamentare - e mi ha parlato di un’auto non identificata che l’ha affiancata, stringendola verso la terza corsia. E in quella manovra le è anche scoppiato un pneumatico. Non è vero, come qualcuno ha scritto, che il gip Forleo è rimasta illesa: ha una sospetta frattura dello zigomo».

Il parlamentare rivela un ulteriore “giallo”: «Mi risulta che Clementina Forleo abbia chiesto di visionare i filmati delle telecamere di sorveglianza del parcheggio del tribunale di Cremona e che le sia stato risposto che da due o tre giorni il sistema di registrazione era fuori uso. Può essere una casualità, sicuramente è una coincidenza».

Secondo Zazzera anche l’incidente stradale in cui il 28 agosto del 2005 sulla strada tra Francavilla Fontana e Sava, nel Brindisino, morirono entrambi i genitori non ha lasciato tranquillo il magistrato: «Al volante dell’auto c’era il primo marito della dottoressa Forleo, rimasto ferito, e l’incidente era stato causato da un fuoristrada che si era immesso a un incrocio».

L’onorevole Zazzera il 13 maggio scorso ha anche depositato un’interrogazione parlamentare in cui ricorda minacce subite dalla Forleo e da suoi familiari, compresi incendi dolosi a proprietà, e ripercorre vicende, approdate anche in tribunale, relative ad attriti con figure istituzionali che in Puglia, terra d’origine della Forleo, erano tenute alla sua sorveglianza.

Magistrato “scomodo”, e non solo per aver sequestrato le quote Antonveneta già “scalate” dalla Banca Popolare Italiana, e con un carattere sicuramente forte, secondo Zazzera la dottoressa Forleo merita più di altri la scorta. A Lodi, intanto, continua la caccia all’auto pirata.”
Il resoconto di Carlo Catena è impeccabile, ma c’è qualcosa che non mi convince, laddove il giornalista riferisce che la Procura della Repubblica di Lodi - sostituto procuratore Paolo Filippini – “ufficialmente predilige la pista di una perdita di controllo del veicolo da parte della dottoressa Forleo, che era alla guida e non aveva passeggeri”.
Mi auguro che non sia così, d’altra parte la frase nell'articolo non è virgolettata, per cui è possibile si tratti di una sintesi non proprio perfetta. Ma se il giornalista ha riferito correttamente il pensiero del P.M., allora è inesorabile la deduzione che la dr.ssa Forleo, che invece parla di un salto di corsia causato da un automezzo che l’ha affiancata senza però toccare la sua Opel, con la conseguente brusca sterzata per timore dell’impatto, che avrebbe causato lo scoppio dello pneumatico della ruota anteriore sinistra conseguente all’impatto contro il “new jersey” centrale dell’Autosole, ha visto, a dir poco, 'lucciole per lanterne'.
Mi domando come si può non ipotizzare che il cambio di corsia dell’auto ‘pirata’ che la Forleo ha visto (era sola in auto, quindi si mette in dubbio la sua parola) sia stato tutt’altro che accidentale e non piuttosto una sofisticata manovra per provocare l’incidente contro il guardrail centrale dell’autostrada, che avrebbe potuto essere mortale senza la protezione dell’airbag.
Negare le parole della Forleo significa dubitare, sospettare che la stessa stia strumentalizzando l’incidente occorsogli per farsi assegnare una scorta per sua esclusiva comodità e non per reali necessità di protezione.
Se si pensa che oggi cani e porci beneficiano di un servizio di scorta (ad es. Bruno Vespa, Emilio Fede) che non viene assegnato a un magistrato che ha svolto una delicata e pericolosissima attività di giudiziaria in importanti indagini (relative a scalate bancarie, che hanno coinvolto politici di spicco del PD e del PDL, per le quali è stata letteralmente fatta fuori dal CSM con un provvedimento dichiarato illegittimo dal TAR del Lazio, alla quale la Forleo si era rivolta con apposito ricorso, con decisione del 30 aprile 2008) beh, vengono pensieri 'strani'.
Il reintegro nela sede di Milano è sospeso, credo, per l’appello che il CSM ha sicuramente fatto al Consiglio di Stato con istanza di sospensiva della immediata esecutività della sentenza di I° grado.
"La Forleo chiese l’autorizzazione all’utilizzo delle intercettazioni che coinvolgevano alcuni parlamentari (Piero Fassino, Massimo D'Alema, Romano Comincioli, Nicola Latorre, Salvatore Cicu) non soltanto come prova contro gli imprenditori inquisiti ma anche come materiale indiziario per poter inquisire alcuni degli stessi parlamentari che, secondo quanto scrisse nella richiesta, "appaiono [...] consapevoli complici di un disegno criminoso".
Il presidente della Giunta delle autorizzazioni della Camera, deputato Carlo Giovanardi, definì la richiesta un’inammissibile anticipazione di giudizio, in quanto preannunciava che l’autorizzazione sarebbe servita a consentire l’iscrizione dei cinque parlamentari sul registro degli indagati. Per il Procuratore della Cassazione Delli Priscoli ciò avrebbe violato il principio secondo cui l’azione penale procede dal pubblico ministero e non dal GIP (quale è Forleo), la quale avrebbe così compiuto un atto abnorme sanzionabile disciplinarmente. Nella medesima audizione dinanzi alla prima commissione del CSM Clementina Forleo ricordò che in Procura a Milano il procuratore aggiunto Greco (in un’intervista al Sole 24 ore) condivideva la tesi che per l’iscrizione a registro occorresse la previa autorizzazione parlamentare, che la legge obbliga a far richiedere dal GIP.
L’avvicinamento per approssimazioni alla strada corretta per utilizzare le intercettazioni è stato reso particolarmente difficoltoso dalla scarsa giurisprudenza sulla “legge Boato” (140/2003) e dalle molteplici e divergenti prassi esistenti tra le varie Procure. In più, il GIP Forleo era stata destinataria di moniti alquanto espliciti, in ordine alle conseguenze processuali di un utilizzo privo di autorizzazione, dall’unico documento approvato dal Parlamento nell’imminenza dell’esplosione del caso, la relazione del senatore Giovanni Crema a nome della Giunta delle elezioni e delle immunità parlamentari del Senato nella XV legislatura.
Il testo ammoniva anche la Procura di Milano alla tutela della riservatezza delle conversazioni dei parlamentari, cosa che aveva convinto la Procura per due anni a mai sbobinare le intercettazioni in questione (secondo una prassi sino ad allora seguita solo per le erronee intercettazioni dei colloqui avvocato-cliente). Clementina Forleo quindi fu particolarmente garantista, per la funzione parlamentare, nel rendere noto a che scopo intendesse utilizzare le intercettazioni (invece di richiedere l’autorizzazione “in bianco” che avanzarono altri giudici in passato), ma facendo ciò si espose alla critica di aver surrettiziamente reintrodotto l’abolita autorizzazione a procedere (allo scopo di dare massimo rilievo mediatico alla richiesta e precostituirne l’esito di accoglimento da parte della Camera, sotto l’impeto dell’opinione pubblica). La procedura di trasferimento d'ufficio, attivata presso il CSM, non ha riscontrato mala fede nella condotta di Forleo, ma ha ritenuto che le pubbliche dichiarazioni rese dall'interessata abbiano leso il decoro dell'ordine giudiziario e giustificassero il suo trasferimento in altra sede. Il 28 luglio 2008 il CSM trasferisce il giudice Forleo a Cremona.".(Wikipedia)
Credo che adesso sia più chiara la necessità di protezione.
“Chi tocca i fili muore”.

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