domenica 20 dicembre 2009

Letto e sottoscritto


Una lezione sconcertante in materia l’ha fornita la puntata di Annozero di ieri, nella sua coda meno discussa e commentata: il viaggio di Corrado Formigli nella provincia bresciana, fra le ordinanze dei sindaci di micro-comuni che per raschiare il fondo del consenso elettorale stanno letteralmente facendo a pezzi la Costituzione e gli articoli che regolano la libertà di culto e di espressione. Il vero rischio che corre l’Italia sta lì, nei risentimenti e negli odi gonfiati dai ras locali in campagna elettorale permanente, che rivendicano il diritto di negare persino a persone perfettamente integrate - indistinguibili per accento, dialetto, abbigliamento dagli italiani - la facoltà di pregare il loro dio. Maurizio Lupi è rimasto giustamente inorridito. Noi abbiamo riconosciuto nei ragionamenti sommari di quegli amministratori lo stesso animus che collega tanti eccessi nelle materie più disparate - dalle riforme costituzionali al codice della strada, dal crocifisso alle quote latte - e che è riconducibile, a destra e a sinistra, all’icona del capo tifoso che fa rullare i tamburi per eccitare la sua curva. E non solo nei comuni di dieci o quindicimila abitanti, ma anche nei “piani alti” del Palazzo dei partiti.
Flavia Perina
Articolo tratto dall’editoriale
“L’estremismo che viene dai moderati”, pubblicato su il Secolo d’Italia, sabato 19 dicembre 2009

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