venerdì 4 dicembre 2009

Nel Pd Bersani (ancora) non va, ma il presidente Bindi sarà in Piazza


GLI ORGANIZZATORI DEL NO B.DAY ANNUNCIANO: SAREMO 350 MILA
di Federico Mello


“Saremo 350.000” azzardano gli organizzatori del No Berlusconi Day. I ragazzi in viola vanno anche contro la scaramanzia: un vero politico non farebbe mai un pronostico sulla Piazza. Loro anche in questo si dimostrano diversi, non hanno timori di maniera. E non sanno ancora che tra loro ci sarà anche un manifestante illustre, che più volte aveva dichiarato: “Se non fossi presidente del Pd andrei in piazza”. Ma in serata Rosy Bindi ha rotto gli indugi: dopo un colloquio con Bersani anche lei ci sarà. Ieri mattina, dunque, ultima conferenza stampa del No B. Day prima dell’appuntamento di domani. In una saletta del Caffè Fandango a Roma, stipata fino all’inverosimile c’è la stampa dei grandi eventi. Gli organizzatori tirano le fila, definiscono gli ultimi particolari. Negli obiettivi dei fotografi ci sono i volti che in questi giorni hanno cominciato a fare capolino anche in televisione: Sara De Santis, Gianfranco Mascia, Alessandro Tuffu, Gabriella Magnano. Da Catania, a dare un ulteriore spruzzata di politica 2.0, parlano collegati via Skype Franz Mannino e Massimo Malerba.
“Ce ne freghiamo dei leader di partito – dicono – a noi interessa la base”. La lotta, comunque, non è certo contro i partiti di opposizione: “Andremo in Piazza per dire no alla cultura berlusconiana, per riaffermare l’uguaglianza di tutti i cittadini” mentre in Italia “un clan di persone si comporta da più uguali degli altri”. Poi, è vero, Berlusconi è stato eletto democraticamente “ma il voto è falsato: se uno di noi possedesse tutte le televisione, potrebbe diventare anche lui premier”. Quindi l’affondo che meglio descrive la giornata del 5: “Hanno detto che siamo ingenui, ma la verità è che noi siamo andati a occupare un posto lasciato dai partiti”. È questa in effetti una vecchia legge della politica: i vuoti si riempiono sempre. E questa volta, per riempire il vuoto dell’indignazione contro le politiche del governo Berlusconi, è addirittura nato un modo nuovo di fare politica grazie a Internet.
La politica, come succede spesso con i movimenti sociali, segue. A dividere i partiti è la decisione della Rai di non concedere la diretta della Piazza al Tg3 “una decisione molto grave” la definisce il consigliere Rai Rizzo Nervo. Di Pietro, che ha sposato fin dall’inizio il No Berlusconi Day, propone di “pagare il canone ai blogger piuttosto che alla televisione di Stato” e attacca i democratici: “Se la dirigenza del Pd avesse accettato di metterci la faccia, oggi la Rai non avrebbe avuto il coraggio di dire no alla diretta”. Risponde Giovanna Melandri: “Nelle scelte aziendali prese dalla Rai, il Pd non c’entra proprio nulla”. In effetti sono tutti concordi nel chiedere la diretta e anche sulla partecipazione in piazza il pendolo Pd comincia oscillare verso il Sì. Persino Bersani guarda con “speranza” al No B. Day: “Vedo nella manifestazione la possibilità che prendano voce nuovi protagonisti della democrazia”. Un buon augurio per il popolo viola. Che continua a tenersi stretta la sua genesi collettiva: “Noi siamo stati la scintilla, voi farete la storia” scrivono ai fan su Face-book. Fan che ormai nessuno conta più. Perché ormai conta solo la Piazza.

2 commenti:

Francy274 ha detto...

Evviva i giovani, spero che davvero questo sia l'inizio del crollo della "demenza senile" perchè non se ne può davvero più, urge vitalità data solo dalla gioventù, che spero non si faccia fregare dai soliti volponi come Bersani, pronti ad approfittare del sicuro successo che ne deriverà.

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

Sai, c'è un proverbio che dice che il serpente velenoso è pericoloso anche dopo essere stato ucciso.
Un altro dice che il pescecane azzanna fino all'ultimo istante, figuriamoci il Caimano.
Pierluigi Bersani: magari fosse un volpone!
Di certo non ha coraggio.