mercoledì 16 dicembre 2009

Notte travagliata, dimissione in forse «Bagarre politica? Lo teniamo fuori»


Silvio Berlusconi «dovrebbe» uscire oggi dall'ospedale San Raffaele, ma i medici si riservano di prendere una decisione definitiva dopo un controllo dei medici del team guidato dal professor Zangrillo alle 13.30-14. In ospedale, secondo quanto si apprende da fonti del San Raffaele, il premier è ancora «sotto osservazione e sotto accertamenti» e si valuta la possibilità di fare slittare il suo ritorno a casa a domani.

«BALLARÒ NON GLI È PIACIUTO» - Sulle condizioni del premier ha fatto il punto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti: «La giornata del presidente del Consiglio è iniziata con la lettura della corposa rassegna stampa arrivata prima delle 7 da Palazzo Chigi. La notte è stata un po' più travagliata, si sono riacutizzati i dolori alla cervicale: evidentemente sono gli effetti del durissimo colpo di domenica». Bonaiuti ha svelato che Berlusconi gli ha detto di dire a tutti «che ha un umore positivo e determinato». «Martedì sera il premier ha guardato Ballarò - ha aggiunto Bonaiuti - che non gli è piaciuto. Ha poi ricevuto la visita dei calciatori Seedorf e Thiago Silva, molto gradita perché l'affetto che lo lega al suo Milan è grande». È poi arrivata una telefonata di Obama che gli ha fatto gli auguri per una rapida guarigione, «e anche questo lo ha reso molto felice».

«CON BERSANI BUONI SEGNALI» - Il sottosegretario sottolinea che la scelta è stata quella di non appesantire il premier con il racconto dello scontro tra maggioranza e opposizione alla Camera. «Abbiamo tentato di tenerlo lontano dalla bagarre politica - spiega -. Ma il presidente è una macchina da lavoro, un vulcano che si accende alle 7 di mattina e si spegne alle 2 di notte. Pensare di tenerlo fermo è un'impresa titanica, bisognerebbe legarlo alla sedia». Però, ammette, la tradizionale conferenza stampa di fine anno potrebbe essere cancellata o spostata. Sul rapporto con l'opposizione, Bonaiuti spiega che «non ci si poteva aspettare un immediato calo dei toni. Nei mesi scorsi c'è stata una campagna di odio, una spirale, come se una molla pericolosa si fosse caricata per poi esplodere in quel gesto folle contro il presidente. Ci vorrà un po' di tempo per tornare alla normalità. Nell'incontro tra Berlusconi e Bersani ho visto però segni di buona volontà, sicuri e certi, da entrambe le parti». Quanto all'incontro con il presidente della Camera, il portavoce del premier ha aggiunto: «Ho accompagnato Fini nella stanza di Berlusconi ma sono rimasti soli. C'era affettuosità tra loro, come tra due amici che si incontrano dopo qualche tempo e uno dei due è in una condizione particolare, meno favorevole».

NO ELEZIONI ANTICIPATE - Bonaiuti, intervistato durante il programma Uno Mattina, ha poi spiegato che il premier non vuole elezioni anticipate: «Non ha nessuna intenzione di andare al voto anticipato. È un'invenzione che gli viene attribuita dai suoi avversari per alimentare il clima di tensione. Bersani è nel giusto quando dice che non sarà così. Ma ci sono i cosiddetti moderati, come Enrico Letta, che pensano il contrario».

OBAMA: MALVAGIA AGGRESSIONE - Martedì sera Berlusconi ha dunque ricevuto «la graditissima telefonata del presidente statunitense Barack Obama», che ha trovato Silvio Berlusconi «in ottime condizioni di spirito» nella telefonata di auguri di una rapida guarigione dopo la «malvagia aggressione», afferma un comunicato della Casa Bianca. Inoltre, come ha spiegato il portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Mike Hammer, «il presidente Obama ha ringraziato il premier per la leadership mostrata sull'Afghanistan e per l'ulteriore contributo dell'Italia alla nostra comune missione Nato in quel Paese».

16 dicembre 2009

1 commento:

LUIGI A. MORSELLO ha detto...

C'è una cosa che capisco benissimo: se Bonaiuti riferisce che il premier non ha intenzione di andare a elezioni anticipate, questo (elezioni anticipate) è invece il suo obbiettivo, specie dopo la ripresa delle ostilità di Gianfranco Fini.
Non capisco, invece, Bersani e Letta (Enrico): fanno una manovra a tenaglia o cosa?