Quella di ieri era una giornata da segnare sul calendario: il professor Angelo Panebianco, sul Pompiere della Sera, definiva addirittura “del tutto sbagliato e inopportuno” il killeraggio parlamentare di Cappuccetto Ciquito. Mancava che aggiungesse “perdincibacco” e “perdindirindina”, poi si spettinava tutto. Comunque l’ha detto. Ha impiegato il periodo minimo di latenza, 48 ore, ma l’ha detto. Ha spiegato che Grembiulino Azzurro sbaglia perché così “non aiuta Bersani a sciogliere i nodi che egli sa di dover sciogliere”, cioè a scaricare Di Pietro e fondersi con Berlusconi. Ma l’ha detto. E tanto basta: l’ultima volta che Whitebread aveva pronunciato gli aggettivi “sbagliato” e “inopportuno” a proposito di un berlusconiano, fu quando un pelo della barba gli s’impigliò nel rasoio elettrico, allora si redarguì allo specchio: “Santi numi, Angelo, ti radi in modo del tutto sbagliato e inopportuno!”. Quando ci vuole, ci vuole.
Ancora nessun segno di vita, invece, dal vertice del Pd che non ha ancora detto alcunché di proporzionato ai rastrellamenti e alle spedizioni punitive delle Brigate Cicchitto. Bersani, del resto, è impegnatissimo a Palermo a stringere l’accordo con l’Mpa di Lombardo, che vanta una densità di inquisiti e condannati da far impallidire il quartiere Zen. Meglio dell’Udc e di Forza Italia, per dare l’idea.
La minoranza interna domanda al segretario come lo spiegherà agli elettori, ma pare che Bersani abbia già risposto con il consueto humour: “Quali elettori?”. D’Alema intanto, reduce dagli ultimi trionfi europei, rivela che “Bersani si muove bene”. Ma la notizia è che si muove.
Sono movimenti impercettibili che sfuggono all’occhio umano, paragonabili a quelli del bradipo. Ma, munendosi di un rilevatore ad altissima precisione, tipo contatore geiger o elettroencefalografo, qualche attività motoria la si può notare. E’ coma, però vigile.
In attesa di movimenti visibili a occhio nudo, l’Attila di Gallipoli si muove in proprio. Spiega al Pompiere che “i populismi di Berlusconi e Di Pietro sono speculari e si alimentano a vicenda: Di Pietro è l’oppositore ideale per Berlusconi”. Per questo tv e giornali berlusconiani attaccano sempre Di Pietro e mai D’Alema: temono che il Cavaliere stravinca. Invece D’Alema, dai tempi della Bicamerale, è una vera spina nel fianco. E, per dare il colpo di grazia all’illustre convalescente, propone “una leggina ad personam per evitare il suo processo e limitare il danno all’ordinamento e alla sicurezza dei cittadini”.
Come avevamo ampiamente previsto un mese fa, quando ci domandammo quale dei diversamente concordi si sarebbe fatto avanti per primo a offrire un salvacondotto a Berlusconi in cambio del ritiro del “processo breve”. Beata ingenuità: D’Alema, chi altri?
Era già accaduto due estati fa con il lodo Alfano: Berlusconi minacciò di bloccare 100 mila processi, Veltroni e Napolitano gli proposero di bloccare solo i suoi, il lodo passò e quelli finsero pure di aver vinto.
Ora Max torna sul luogo del delitto, anzi del relitto.
Gli fa eco Piercasinando su Repubblica: “L’Udc è pronta a discutere del legittimo impedimento. A patto che sia soltanto una misura per il premier”. Ecco, a patto. E bravo l’oppositore Casini: che fegato.
C’era un tempo in cui si parlava di conflitto d’interessi (ne parlava persino Berlusconi) e le leggi ad personam erano considerate una vergogna incostituzionale proprio perché ad personam, visto che in uno Stato di diritto le norme sono “provvedimenti generali e astratti”.
Ora apprendiamo da Max e Pier, i nuovi padri ricostituenti, che una legge è buona solo se è ad personam, solo se serve soltanto a Berlusconi.
Altrimenti non gliela votano.
E chi sarebbe l’oppositore ideale per Berlusconi? Di Pietro, of course.
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