venerdì 4 dicembre 2009

SORU CERCA UN NUOVO PROPRIETARIO PER L’UNITÀ


di Marco Gabrieli


Aveva comprato il quotidiano storico della sinistra “per preservare un patrimonio della democrazia”, ma dopo un anno e mezzo ha già voglia di dire basta. Intervistato da Panorama, il patron dell’Unità e di Tiscali, Renato Soru, parla chiaro: “Oggi non sarei contrario al fatto che qualcuno mi avvicendasse alla guida del giornale”. Un messaggio a potenziali compratori e forse anche al Pd del neo-segretario Bersani, che ha inserito il franceschiniano Soru nella direzione nazionale del partito. L’ex governatore della Sardegna invoca un nuovo proprietario per il giornale che rilevò nel maggio 2008 per oltre 20 milioni, ora alle prese con un pesante disavanzo economico. Un “rosso” da diversi milioni, a cui nella primavera scorsa la proprietà ha risposto con un piano da lacrime e sangue: cassa integrazione al 20% per tutti i dipendenti, 15 tra pensionamenti e prepensionamenti e mancato rinnovo di 23 contratti a termine, più la chiusura della cronaca di Roma e tagli robusti nelle redazioni di Milano, Firenze e Bologna.
A Panorama, Soru ha spiegato di non voler investire più nel giornale: “Non credo che l’Unità abbia bisogno di ulteriori ricapitalizzazioni, perché ora è in sostanziale equilibrio economico e vende 55mila copie più 230mila contatti giornalieri di utenti unici su internet”. Parole ribadite più volte in assemblea alla redazione centrale di Roma, dove Soru si reca ogni mercoledì per parlare con il direttore, Concita De Gregorio, e per avere aggiornamenti sull’attività del sito online del quotidiano. Il settore che più gli interessa. Tanto da riportare gran parte dei tecnici che se ne occupano nella sua Cagliari. La sede centrale di Tiscali, i cui destini si intrecciano inevitabilmente con quelli dell’Unità. “Il mio impegno sul giornale è nato in un momento diverso, quando sembrava che avrei venduto Tiscali” sottolinea Soru, che dopo la sconfitta nelle elezioni regionali dello scorso febbraio ha riassunto la carica di ad dell’azienda. In ripresa, dopo i tracolli in Borsa dei mesi scorsi. “Sono totalmente impegnato in Tiscali, quindi escludo un mio ritorno in politica” ripete l’ex governatore, che con la cessione dell’Unità tornerebbe a occuparsi esclusivamente della sua “creatura”. Ma vendere il quotidiano non è semplice, in un momento di generale recessione dell’editoria. L’Unità, come rivendica spesso il suo direttore, ha retto alla crisi restando sopra una media di 50.000 copie vendute in edicola. Un risultato che non basta però per attirare nuovi compratori in uno scenario in cui tutti i grandi giornali tagliano drasticamente posti.
La sensazione quindi è che Soru attenda segnali dal Partito Democratico. Per ora immobile sul fronte Unità. “Il giornale ha un legittimo proprietario e ora Bersani ha altro a cui pensare” spiega un dirigente vicino al segretario. Fermo nel negare trattative sul futuro del quotidiano (“Non ne abbiamo mai parlato”). Ma prima o poi il Pd dovrà affrontare il problema. Piuttosto urgente, anche per la redazione. Sfibrata per i pesanti carichi di lavoro imposti dai tagli e dalla rotazione forzata. “Una cosa è certa, siamo troppo pochi” conferma un redattore che dà atto a Soru “di aver parlato sempre chiaro: ci ha detto chiaro e tondo che non avrebbe messo più soldi nel giornale e che se arrivasse una buona offerta la valuterebbe”. In redazione insomma l’intervista non ha suscitato sorpresa. “Il punto essenziale è evitare che alla porta si presenti qualche squalo, pronto a speculare sulla testata” ragionano in diversi. Per ora, l’Unità va avanti senza scossoni. Con un proprietario che aspetta compratori.

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