Spinelli su MicroMega lancia la solidarietà ai quotidiani attaccati da Cicchitto: aderiscono intellettuali e giornalisti
Gustavo Zagrebelsky
Costituzionalista
Gli attacchi a singoli giornalisti, a testate indipendenti e gruppi editoriali nasconde l’attacco al giornalismo d’inchiesta. Il giornalismo d’inchiesta esiste in tutti i paesi liberi, ed è vietato in quelli non liberi. Le vicende di questi giorni e il progetto di riforma della norma sulle intercettazioni telefoniche si spiegano in questa logica di attacco al giornalismo d’inchiesta, che è la più importante forma di controllo del potere pubblico. Il giornalismo d’inchiesta si basa su fatti e ricostruzioni, che possono essere non fondati. Ma a questi eventualmente si obietta con altri fatti e altre ricostruzioni. Non con le intimidazioni.
Giorgio Bocca
Giornalista
Oggi c’è un reale pericolo di ritorno allo Stato autoritario. Ci sono forti analogie con l’incendio del Reichstag, che ha portato alle leggi speciali: mi fa paura, ma soprattutto mi rattrista vedere che siamo tornati a prima della Resistenza. La reazione politica all’aggressione di Berlusconi è sulla linea della disgregazione dello Stato democratico portata avanti dal premier e dal Pdl. Una parte di italiani evidentemente vuole il regime. D’ora in poi sarà impossibile criticare Berlusconi, perché hanno montato un grande ricatto: se non tacete siete comunisti e terroristi.
Andrea Camilleri
Scrittore
Le liste di proscrizione sono sempre terribili e tristi. Soprattutto sono l’avanguardia della repressione totale. Mi ricordano tempi bui della storia d’Italia. Sento un bruttissimo tanfo di fascismo senza se e senza ma, come usano dire i politici in questi giorni. Mentre ascoltavo le parole di Cicchitto in aula, riecheggiavano nella mente altre parole. Quelle di Benito Mussolini. Che disse ai parlamentari: “Ridurrò quest’aula a un bivacco per i miei manipoli”. Stiamo assistendo, in questi giorni, a un’indegna speculazione sul gesto di un matto.
Dario Fo
Premio Nobel
Gli atti violenti nella storia sono stati quasi sempre opera di squilibrati. Chi detiene il potere cerca disperatamente di trovare mandanti, anche quando non ci sono. E’ una tecnica: i nostri politici attaccano, disinformano e così facendo creano violenza. Le dichiarazioni di Cicchitto sono di una pesantezza incredibile, sono truci. Chi non è allineato con le dichiarazioni del capo diventa un terrorista. Siamo davanti a una curva pericolosa. Se veramente censureranno il Web e le piazze, con nuove “leggi speciali”, sarà un punto di non ritorno. Esprimo tutta la mia solidarietà a Marco Travaglio.
Antonio Tabucchi
Scrittore
Contro il capo dello Stato, la Costituzione, la magistratura, il premier usa atteggiamenti eversivi. Approfittando di un deplorevole incidente, capitatogli per le mani di uno psicolabile, aizza i suoi contro la stampa libera. Il suo portavoce, già appartenente a una organizzazione eversiva, osa dare del terrorista a Marco Travaglio, uno dei giornalisti più coraggiosi che, con pochi altri, ha fatto luce sui rapporti tra il sistema berlusconiano e la malavita organizzata. È bene che costui sappia che sta andando oltre. Le misure democratiche dell’Europa non gli consentiranno, né noi gli consentiremo, di attuare le sue minacce.
Nicola Tranfaglia
Storico
L’attacco di Cicchitto a Montecitorio mi ricorda quello che fecero i fascisti nel tempo della conquista del potere, tra il 1920 e il 1925. Sono attacchi squadristi che prevengono progetti di instaurazione di una vera e propria dittatura. Gli uomini liberi, tutti gli uomini liberi, oggi hanno il dovere – ed è un dovere – di difendere la Costituzione repubblicana. Di difenderla con tutti i mezzi, sia in Parlamento sia in piazza, per opporsi al progetto di modifica della Carta che è il fondamento della nostra democrazia.
Giovanni Sartori
Politologo
Durante il fascismo era normale: il regime pilotava i giornali. Il Minculpop mandava le veline e i giornali eseguivano. Ora noi siamo in un sistema che è ancora democratico. La Costituzione non è ancora stata modificata. Formalmente siamo una democrazia parlamentare. In una democrazia parlamentare il capo del governo non ha i poteri che Berlusconi si sta arrogando. E in una democrazia parlamentare il capogruppo del Pdl non si deve poter permettere quello che Cicchitto ha detto in aula. È un fatto gravissimo, di arroganza e malcostume.
Margherita Hack
Astrofisica
Le parole di Cicchitto sono il segno di una brutta deriva. L’aggressione a Berlusconi è da condannare, ma se c’è una persona che in Italia ha instaurato il clima d’odio è proprio il premier: attacca continuamente i giudici, il presidente della Repubblica, i cittadini che non la pensano come lui, la Corte costituzionale. Costringe il Parlamento a fare leggi ad personam. Berlusconi merita la più profonda disistima. Io lo disprezzo perché lui disprezza le istituzioni. Ora il suo partito vuole tappare la bocca a Santoro e a Travaglio. E’ inaccettabile: conducono una campagna antidemocratica contro la libertà.
Gad Lerner
Giornalista
L’ossessione che in questi giorni si avverte da più parti, di collegare un atto violento e criminale subito da Berlusconi con la libera informazione mi fa pensare a Mussolini. A quando il Duce denunciava, negli anni Venti, di avere tutta l’informazione contro e che il suo partito fosse debole e aggredito. L’aggressione a Berlusconi va condannata, perché è un gesto deplorevole. Ma il tentativo di ricondurre tutte le voci ad una, il giornalismo libero al silenzio, ha un solo nome. Ed è totalitarismo.
Lucia Annunziata
Giornalista
Le liste di proscrizione fanno sempre paura. Sono inquietanti, e si fanno con uno scopo: in Parlamento Fabrizio Cicchitto ne ha pronunciata una, ed è un brutto segno. Ma penso, spero che Cicchitto non parli per tutto il partito, bensì che porti avanti una sua campagna personale, e per questo va isolato. Quando uno Stato ha un problema, ricorre al pugno duro. Sta succedendo anche questa volta: vogliono varare norme ad hoc per bloccare il Web e le manifestazioni. Ma l’uso della forza non ha mai funzionato e non porterà da nessuna parte neanche questa volta.
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