mercoledì 16 dicembre 2009

Una giornata particolare


di Furio Colombo


Camera dei deputati, martedì ore 10, l’ordine del giorno reca: “Informativa del governo sull’aggressione al presidente del Consiglio”.
Parla Maroni e difende l’azione delle forze di polizia in difesa del premier. Ha ragione. Le forze di polizia con l’episodio di Milano non c’entrano. Sul modello delle squadre private Blackwater che hanno partecipato senza bandiera alla guerra americana in Iraq, Berlusconi era protetto da trenta uomini di Mediaset.
Ecco perché quando si alza Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Partito-azienda di Berlusconi alla Camera, c’è attenzione e silenzio.
Il Parlamento è riunito per riflettere sul gesto pericoloso di un uomo malato di mente e sulla dolorosa conseguenza che tutti abbiamo visto sul volto colpito e stravolto di Berlusconi. La storia vera però è un impaccio. E allora liberiamoci del matto. È il compito che si assume Fabrizio Cicchitto. Ecco, il percorso scelto da Cicchitto.
1 – C’è una spirale di violenza e di odio e bisogna fermarla. Poiché per fortuna il gesto della statuetta è isolato e il lanciatore è malato, su che cosa si baserà una così allarmata denuncia?
2 – Cicchitto si rende conto del problema e trova la soluzione. La sua denuncia si fonda su quindici anni di persecuzione giudiziaria contro il suo datore di lavoro. A riprova Cicchitto rallenta la sua foga oratoria, alza un poco la voce ed esibisce la prova definitiva della persecuzione. Dice: “Spatuzza”. E non si sa perché subito scrosciano applausi dai suoi banchi.
3 – Ma il cuore politico del manifesto sta per venire. Sarà pure un matto, il poveretto di Cesano Boscone, ma ci sono pericolosi mandanti di cui è urgente informare il Parlamento. Dunque le forze dell’ordine. Dunque giornali e tv. Dunque le bande amiche di Berlusconi disposte, se necessario, a difendere la libertà.
Eccoli: “La campagna del network Repubblica-L’Espresso, il Fatto, la trasmissione di Santoro “Annozero”
, il terrorista mediatico di nome Travaglio, l’Italia dei valori il cui leader Di Pietro sta evocando la violenza, qualche settore giustizialista nel partito dell’on. Bersani. Naturalmente l’obiettivo di tutti questi nemici pubblici, chiaramente indicato dall’on. Cicchitto, è il rovesciamento del legittimo risultato elettorale. Dunque la rivoluzione. Come si vede, il matto non c’entra. Resta la spirale di violenza e di odio. Ma tutto avviene dentro la maggioranza di governo. Sta condannando la Repubblica a vivere – se vivrà – senza pace.

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