giovedì 17 dicembre 2009

Vertice clima, la Cina dice no alla bozza


Il negoziatore capo cinese al vertice sul clima di Copenaghen si oppone alla bozza di accordo della presidenza danese che dovrebbe essere presentata oggi. «Questo è un processo a guida multipla»- ha dichiarato Su Wei, citato dall'agenzia ufficiale Xinhua. A suo parere, la circolazione della bozza danese senza consultazioni preliminari «metterebbe in pericolo un successo di Copenaghen». Un funzionario cinese che ha preferito restare anonimo e citato da Reuters, ha poi detto di non vedere la possibilità di raggiungere un accordo per la riduzione delle emissioni di carbonio questa settimana. Lo stesso funzionario ha detto che la Cina punta invece a «una breve dichiarazione politica di qualche tipo», non specificando il contenuto di tale dichiarazione. Il funzionario ha detto anche che i negoziati continueranno nel tentativo di raggiungere un punto di svolta che possa facilitare il raggiungimento di un'intesa. Nel rush finale del vertice, mentre arrivano i capi di Stato e di governo per cercare di siglare un nuovo patto sul taglio delle emissioni che provocano l'effetto serra, emerge dunque la nuova posizione di Pechino.

ATTESA DI CONFERME - La notizia deve essere confermata ufficialmente e qualche schiarita si avrà oggi, quando a metà giornata è prevista la conferenza stampa del premier cinese, Wen Jiabao arrivato ieri a Copenaghen e che mercoledì aveva detto che la sua presenza è un segno dell'importanza che Pechino attribuisce al summit. E domani sbarcherà nella capitale danese anche l'altro grande protagonista, il presidente Usa, Barack Obama, che partirà nella notte da Washington. Al lavoro per cercare di arrivare a un risultato positivo, Obama ha parlato nelle ultime ore al telefono con il suo omologo brasiliano, Luiz Inacio Lula da Silva, che interverrà oggi dinanzi al plenum. Ma lo scetticismo è ormai palpabile: i Paesi in via di sviluppo, guidati dalla Cina, hanno tra l'altro accusato la Danimarca di mancanza di trasparenza per aver utilizzato un linguaggio per l'accordo senza aver consultato tutte le parti in causa. Nelle prossime ore, mentre le delegazioni dei 192 Paesi affrontano la fase finale dei negoziati, scenderanno comunque dinanzi all'assise tutti «pezzi da novanta»: il premier britannico, Gordon Brown, la cancelliera tedesca, Angela Merkel, il capo di Stato francese, Nicolas Sarkozy, e il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad.

TAGLI PER I PAESI RICCHI
- Tornando alla posizione ufficiale cinese diramata da Xinhua, Su Wei ha spiegato, riferendosi alle due bozze presentate l'11 dicembre dai presidenti dei due gruppi di lavoro sui seguiti del protocollo di Kyoto, che prevede tagli obbligatori alle emissioni inquinanti dei paesi ricchi, che «è stato concordato che le uniche legittime basi di discussione per il risultato dei negoziati Copenaghen saranno i risultati ottenuti nei due principali gruppi di lavoro».

«BOZZA SENZA VALORE» - A sottolineare la contrarietà cinese al testo danese, l'agenzia stampa Xinhua ha diffuso anche un proprio commento in cui la bozza viene definita «senza valore e distruttiva». La posizione cinese, viene sottolineato, è sostenuta da Brasile, India, Sudafrica e altri paesi in via di sviluppo. Oggi arriverá a Copenaghen anche il primo ministro Wen Jiabao, che assumerá la guida della delegazione di Pechino.


17 dicembre 2009

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