"Sapeste come mi ha accolto la gente, che entusiasmo, forse ancor più di prima, la verità è che gli italiani mi amano". Al tavolo della festa con gli amici più intimi, Fedele Confalonieri, i figli Marina e Luigi, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi è raggiante. Notte di Capodanno, poche ore dopo il primo bagno di folla dall'aggressione del 13 dicembre. Centro commerciale di Villasanta, a due passi da Villa San Martino ad Arcore. Due ore tra strette di mano ai cassieri e ai clienti, foto e applausi, "Forza presidente", "Silvio vai avanti", un acquisto, il caffè al bar. Vistosa medicazione alla guancia sinistra, piccolo cerotto sotto il naso.
Per il Cavaliere tornato in pubblico è un bagno di folla da crisi di astinenza, ma anche un messaggio erga omnes: lui a quei "tuffi" non rinuncerà. Tanto meno allo start della campagna elettorale per le regionali che intende giocare, come al solito, in prima persona. Berlusconi sereno, tranquillo, gioviale, anche dopo aver ascoltato con attenzione il discorso del capo dello Stato Giorgio Napolitano. Più che apprezzato il richiamo alle riforme da condividere e il ricordo del "grave episodio" dell'aggressione: telefonata di congratulazioni e auguri "sinceri" al presidente della Repubblica, pochi minuti dopo. Certo, a chi lo ha chiamato ieri, il premier ha confessato come la pensi realmente. "Bene Napolitano, ottima l'apertura sulle riforme. Il fatto è che noi siamo pronti a farle insieme, ma il centrosinistra alla fine non avrà il coraggio di mettersi al tavolo. Vedrete, Bersani rischia di non farcela. È già prigioniero di Franceschini, della Bindi e del solito Di Pietro". L'auspicio, in questo contesto, è che "il presidente Napolitano si faccia garante del percorso per le riforme", che "riesca a convincere lui i dirigenti del Pd a superare le resistenze". Anche se ad Arcore aleggia un sospetto di fondo, quello che ruota sempre attorno al nodo delle leggi ad personam. "Se Bersani e gli altri continuano a chiedermi di discutere insieme le riforme ma di mettere da parte il ddl sul processo breve, vuol dire che non demordono dal sogno di eliminarmi per vie giudiziarie".
Perché la prima tappa del cammino delle riforme è proprio quella della giustizia. Alla ripresa, il Senato parte proprio col processo breve, mentre a fine mese approderà alla Camera il legittimo impedimento. Per Berlusconi sarà il banco di prova. Dopo di che, se il giocattolo si rompe, "niente melassa buonista", come ha anticipato ieri Bossi, la maggioranza andrà a spron battuto. "Anche perché c'è già un nostro progetto di riforme, che abbiamo presentato agli elettori, e quello porteremo avanti alla fine - racconta il ministro Gianfranco Rotondi -. Il Pd, con le sue divisioni interne, le riforme non le farebbe neanche se gli lasciassimo carta bianca". Insomma, per dirla con un altro ministro, Sandro Bondi, il sentiero indicato dal presidente Napolitano è "stretto e difficile" sebbene necessario e ormai, ragiona il berlusconiano Osvaldo Napoli, "bisogna passare dalle parole ai fatti".
E infatti il presidente del Consiglio, raccontano in casa Pdl, andrà avanti per la sua strada, con una campagna elettorale già in rampa di lancio, nuovi brand "partito dell'amore" e lo slogan "l'amore vince ogni cosa". "Con l'ultima svolta, la disponibilità al dialogo, io guadagno punti - spiega ai suoi il premier - mentre il Pd resta al palo, prigioniero delle resistenze interne". Il riferimento è al sondaggio consegnatogli negli ultimi giorni dell'anno, che darebbe il Pdl sulla soglia del 40 per cento e il suo gradimento personale tra il 65 e il 67 per cento: "Ormai due italiani su tre stanno con me", va ripetendo.
Ieri mattina, nuova seduta di terapia in villa, le proseguirà fino al rientro che il premier vorrebbe già all'indomani dell'Epifania ma che i medici suggeriscono di rimandare a lunedì 11. Sulla scrivania di Arcore, il dossier delle regionali con le ultime caselle (Campania soprattutto) da mettere a punto. Ma anche lì, Berlusconi ostenta fiducia: "I problemi li hanno loro, non noi. Guardate cosa stanno combinando in Puglia e nel Lazio".
(2 gennaio 2010)
Nessun commento:
Posta un commento