Sul legittimo impedimento e sul processo breve il centrodestra potrà andare avanti anche solo a maggioranza? "Non c'è il minimo dubbio, perchè non si tratta di leggi ad personam come fingono di non capire certi esponenti dell'opposizione, si tratta di una giustizia ad personam che ha colpito il presidente del Consiglio". Lo ha detto il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Paolo Bonaiuti, intervistato da Sky Tg24. In una giornata politica agitata anche dalla proposta del ministro Renato Brunetta: "Cambiamo anche l'articolo 1 della Costituzione".
Il Pdl e le riforme. Bonaiuti - che sul tema ha anche scritto una nota congiunta col presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, augurandosi un "confronto sui fatti" con l'opposizione - ha ribadito che si può riprendere il cammino dalla bozza Violante, "ovviamente - ha spiegato - con alcuni cambiamenti, per esempio bisogna rafforzare i poteri del premier, e io ho molti dubbi per quel che riguarda il cambiamento della legge elettorale".
Il caso Brunetta. Intervistato da Libero, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha detto che è necessario cambiare anche la prima parte della Costituzione, articolo 1 compreso: "Stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla". Su questo però Bonaiuti ha frenato: "Sono del parere che non bisogna mai mettere troppa carne al fuoco, però tutto si può vedere". Durissimo invece Antonio Di Pietro: "Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio. All'indomani dell'invito del Presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, la maggioranza, a cominciare da Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l'articolo 1 della Costituzione''.
Il Pd: "Che confusione". Il partito di Bersani risponde attraverso il coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca: "Ogni giorno ne sentiamo una diversa. Oggi è il ministro Brunetta a chiedere di modificare perfino la prima parte della Costituzione; altri esponenti del centrodestra non riconoscono la bozza Violante come base di discussione per le riforme istituzionali. Sinceramente non abbiamo ben capito quali siano, tra le miriadi di dichiarazioni che leggiamo giornalmente, le proposte reali e coerenti che vengono dal centrodestra. E' ora di uscire dagli equivoci e dalle ambiguità. Tocca alla maggioranza fare una proposta se si vuole che alle buone parole sulle riforme seguano realmente i fatti. Fermo restando la contrarietà alle leggi ad personam".
Il Pdl e le riforme. Bonaiuti - che sul tema ha anche scritto una nota congiunta col presidente dei senatori Pdl, Maurizio Gasparri, augurandosi un "confronto sui fatti" con l'opposizione - ha ribadito che si può riprendere il cammino dalla bozza Violante, "ovviamente - ha spiegato - con alcuni cambiamenti, per esempio bisogna rafforzare i poteri del premier, e io ho molti dubbi per quel che riguarda il cambiamento della legge elettorale".
Il caso Brunetta. Intervistato da Libero, il ministro della Pubblica amministrazione Renato Brunetta ha detto che è necessario cambiare anche la prima parte della Costituzione, articolo 1 compreso: "Stabilire che l'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro non significa assolutamente nulla". Su questo però Bonaiuti ha frenato: "Sono del parere che non bisogna mai mettere troppa carne al fuoco, però tutto si può vedere". Durissimo invece Antonio Di Pietro: "Come volevasi dimostrare: dai un dito e si fregano il braccio. All'indomani dell'invito del Presidente della Repubblica a collaborare per riformare la seconda parte della Costituzione, la maggioranza, a cominciare da Brunetta, si affretta a chiedere di cambiare addirittura l'articolo 1 della Costituzione''.
Il Pd: "Che confusione". Il partito di Bersani risponde attraverso il coordinatore della segreteria Maurizio Migliavacca: "Ogni giorno ne sentiamo una diversa. Oggi è il ministro Brunetta a chiedere di modificare perfino la prima parte della Costituzione; altri esponenti del centrodestra non riconoscono la bozza Violante come base di discussione per le riforme istituzionali. Sinceramente non abbiamo ben capito quali siano, tra le miriadi di dichiarazioni che leggiamo giornalmente, le proposte reali e coerenti che vengono dal centrodestra. E' ora di uscire dagli equivoci e dalle ambiguità. Tocca alla maggioranza fare una proposta se si vuole che alle buone parole sulle riforme seguano realmente i fatti. Fermo restando la contrarietà alle leggi ad personam".
Il caso De Magistris. Sul suo blog, l'ex magistrato nonché l'eurodeputato Idv ha proposto un suo particolare lodo: "Garantiamo a Berlusconi la possibilità di lasciare l'Italia senza conseguenze. Non c'è trucco e non c'è inganno: solo il bisogno di ritornare a essere una nazione democratica e civile, Diamogli un volo di Stato, con annesso Apicella e magari una graziosa signorina. Destinazione? Consigliamo le isole Cayman". Ha replicato, a nome del Pdl, il vice portavoce Anna Maria Bernini, secondo cui nelle parole di De Magistris c'è "vilipendio di una fondamentale istituzione dello Stato, posto in essere da un rappresentante dell'Italia in Europa".
La convalescenza del premier. Su Berlusconi Bonaiuti ha ribadito: "Credo che già dalla fine della prossima settimana, quella dell'Epifania, il presidente riapparirà". E intanto, oggi, il presidente del Consiglio si è recato al San Raffaele per una visita di controllo, per poi rientrare a Villa an Martino. Una visita giudicata "soddisfacente" dal primario Alberto Zangrillo, che lo ha seguito nei giorni di ricovero nell'istituto dopo l'aggressione del 13 dicembre scorso in Piazza Duomo, a Milano. "E' venuto a fare un controllo della frattura all'osso nasale", ha spiegato il medico. A proposito del periodo di riposo consigliatogli al termine del ricovero, Zangrillo ha sostenuto che Berlusconi "lo ha rispettato al secondo".
(2 gennaio 2010)
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