domenica 10 gennaio 2010

I misteri del Sacro Volto


di Marco Travaglio

In vista dell’imminente ostensione della Sacra Sindone, proseguono gli studi degli specialisti venuti da tutto il mondo sul sacro volto del Divino Amore finalmente liberato dalle bende dopo tre settimane di indicibili sofferenze infertegli dal Partito dell’Odio.
Il viso dell’uomo, dall’apparente età di 73 anni, si presenta liscio come il culetto di un neonato, privo di cicatrici e di qualsiasi altro vestigio dell’indicibile violenza subìta durante il martirio in piazza Duomo.
La circostanza ha scatenato la fantasia dei soliti complottisti negazionisti che, a furia di vederlo finto e rifatto e di sentirlo mentire, non credono nemmeno alle poche cose vere che lo riguardano. Così, su Internet, è tutto un fiorire di ipotesi di autoattentato e di attentato fasullo. Ipotesi che respingiamo in radice, anche perché, se di complotto si fosse trattato, il Tartaglia sarebbe risultato abbonato al Fatto e all’Espresso e nelle sue tasche sarebbero stati rinvenuti un autografo di Santoro, un dvd di Grillo e una tessera dell’Italia dei Valori.
Resta il mistero di quelle guanciotte paffute e intonse.
Tre le possibili spiegazioni.
1) I danni inferti al Sacro Volto dal lancio del piccolo Duomo erano fortunatamente molto meno gravi di quelli descritti da battaglioni di medici, infermieri e badanti al seguito: una botta al naso senza fratture, un graffio alla guancia e un paio di denti rotti, peraltro non originali.
2) Durante la breve degenza al San Raffaele, lo staff sanitario ha provveduto a un trapianto cutaneo integrale, grazie a massicci prelievi di pelle da un ignaro donatore neonato, che ora si ritrova il sederino tutto rugoso e tagliuzzato, tipo mela renetta.
3) Don Verzé ha fatto il miracolo, rimarginando ogni ferita con la sola imposizione delle mani sull’illustre infermo, già da lui definito “dono della Provvidenza all’Italia”.
Resta da capire la spropositata prognosi di 90 giorni per un soggetto che dopo due settimane già zampettava giulivo tra la Brianza e il sud della Francia, agghindato come un agente nano della polizia segreta dell’amico Putin.
Ma qui una spiegazione c’è: le prognosi sono due.
Una, quella mignon, a uso della politica, per consentire al Divino Amore di tornare a far danni fin da domani senza incorrere nei fulmini di Brunetta, noto cacciatore di malati immaginari.
L’altra, quella extra-large, è a uso del Tribunale di Milano, dove il Cavaliere risulterà legittimamente impedito a presenziare alle udienze dei processi Mills e Mediaset per altri due mesi abbondanti, cioè finché non sarà legge il legittimo impedimento gentilmente offerto dal feroce oppositore Piercasinando.
Gli studi sul Sacro Volto comunque proseguono nelle migliori università del pianeta, dove il premier italiano è usato come cavia umana per avanzatissime lezioni di scienze naturali. Un vivace dibattito fra gli esperti si sta sviluppando a proposito del misterioso avallamento riscontrato nel centro della fronte, decisamente incompatibile con le conseguenze del vile attentato.
Secondo alcuni luminari, lì fu impiantato il tirante di un precedente lifting, poi coperto alla bell’e meglio con un po’ di stucco che l’impatto di piazza Duomo ha fatto saltare.
Ma alcuni geologi e speleologi che l’hanno in cura attribuiscono la fossetta frontale a un residuo delle trivellazioni che gli vengono praticate a scopo di carotaggio esplorativo, per stabilire l’esatto spessore dei vari strati di cerone accumulatisi negli anni e ormai calcificati, dunque impossibili da rimuovere.
Anche perché un’asportazione non controllata potrebbe portare alla fuoriuscita di petrolio e fossili quali alghe, conchiglie e pesci pietrificati, ma anche grembiulini mesozoici, scheletri di stallieri e mazzette marmorizzate.
Per la datazione delle varie stratificazioni è in corso in alcuni laboratori internazionali l’esame al Carbonio-14, anche per dissipare certe voci malevole: alcune sostengono addirittura che il premier sia un falso di epoca medievale.

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