martedì 12 gennaio 2010

Le primarie della libertà


12/1/2010
ROSY BINDI*


Caro direttore,
trovo francamente un po’ ingeneroso il giudizio di La Spina sulla confusione che regnerebbe nel Pd. Ma rispetto e anzi apprezzo ogni stimolo a meglio definire il profilo e la linea di un partito che lo stesso La Spina giudica essenziale per la democrazia italiana.
Sento però il dovere di offrire qualche chiarimento su due specifici punti, per dimostrare di non essere entrata in contraddizione nella mia intervista a Federico Geremicca.
Il primo: la mozione congressuale di Bersani non proponeva un rapporto preferenziale o addirittura esclusivo con l’Udc ma l’impegno del Pd a costruire un nuovo centrosinistra per stabilizzare il bipolarismo italiano. Abbandonata ogni pretesa autosufficienza, si trattava e si tratta di mettere insieme un quadro di alleanze che, muovendo da un confronto aperto e senza pregiudiziali con le forze oggi all’opposizione, prefigurasse un’alternativa di governo al centrodestra.
Secondo chiarimento: io non auspico affatto che l’Udc rifluisca di nuovo nel campo del centrodestra. Con o dopo Berlusconi. Vorrei anzi potermi augurare il contrario. Registro solo, per il rispetto che porto ai propositi da loro stessi enunciati, che l’ipotesi di un futuro approdo dell’Udc a un nuovo centrodestra è tutt’altro che da escludere. Ricordo che Casini ha sempre parlato di alleanze con il centrosinistra in chiave di Cnl da Berlusconi e mai in prospettiva strategica, arrivando addirittura ad annunciare in tono minaccioso alleanze per la democrazia e la Costituzione. Naturalmente ne consegue però che, come noi accettiamo che l’Udc si allei in alcune Regioni con il Pd pur coltivando dichiaratamente un diverso disegno di lunga lena, reciprocamente, al Pd non si possa chiedere di rinunciare alla propria prospettiva strategica. Prospettiva entro la quale il Pd svolga coerentemente la propria identità e la propria missione. Pena il proprio snaturamento.
La nostra visione, ripeto, è quella di un nuovo, largo centrosinistra dentro un bipolarismo più maturo e finalmente consolidato. In questa luce, le primarie di coalizione non sono solo uno istituto contemplato dal nostro statuto. Rappresentano anche, in concreto, uno strumento utile proprio al fine di dare modo agli alleati e ai loro elettori di partecipare alla designazione del candidato comune alle cariche monocratiche.

Come spesso ha osservato Bersani nel confronto congressuale, con i propri alleati il Pd deve essere umile e generoso e proprio il rispetto per gli alleati e la cura per le alleanze suggeriscono il ricorso alle primarie con le quali coinvolgerli nelle decisioni comuni. Decisioni che non possiamo assumere da soli né confinare entro segrete stanze.

La libertà, per ciascun alleato, di non parteciparvi non può tradursi nella pretesa che il Pd vi rinunci.

*Presidente del Partito democratico

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