Con l’equazione immigrati uguale criminalità, Silvio Berlusconi aggiunge un nuovo record ai tanti disonorevoli già raccolti: l’istigazione al razzismo di un premier nell’esercizio delle sue funzioni. Una frase (della cui gravità, nel Pd, si è resa conto solo l’onorevole Livia Turco) pronunciata nella visita ufficiale a Reggio Calabria che per il codazzo di ministri in gita fuoriporta, la durata lampo e per il “piano straordinario antimafia buttato lì è apparsa subito per quello che realmente voleva essere: uno spottone elettorale a favore del candidato pdl alla presidenza della regione Scopelliti.
Di assai elettorale, infatti, la dichiarazione berlusconiana ha soprattutto i destinatari. Che sono quei non pochi calabresi (e non solo calabresi) che nella recente rivolta di Rosarno hanno pensato che gli extracomunitari, prima schiavizzati nei campi e trattati da bestie, poi presi a mazzate e a fucilate quando hanno fatto casino nelle strade e quindi cacciati a furor di popolo, che dunque quei negri se l’erano proprio cercata.
Sempre così pronto di battuta, in quei giorni di tensione il presidente del Consiglio non aveva pronunciato verbo lasciando che fosse il ministro più versato in materia, cioè il leghista Maroni, a lanciare la consueta minaccia: guai ai clandestini.
A un uso incivile della questione immigrazione per raccattare voti, siamo purtroppo abituati. La Lega ne ha fatto la sua fortuna perché prima di altri ha capito come speculare sulle paure della gente nel vuoto della ragione e delle istituzioni.
Ma lascia davvero sgomenti che sia il capo del governo a scendere in quell’estremo sud, da tutti i governi abbandonato al proprio destino per solleticare rabbie e istinti non potendo dare legalità e lavoro.
Dichiarazioni oltretutto economicamente insensate, come fanno notare le associazioni degli agricoltori che delle braccia extracomunitarie non possono fare a meno, con buona pace dei picchiatori travestiti da bravi cittadini.
Equiparare immigrazione e crimine significa, infine, ripercorrere le stesse oscure strade che nell’altro secolo l’Europa ha tristemente conosciuto. Quelle che dal pregiudizio precipitano nella persecuzione. Temiamo che il Giorno della Memoria a questi nuovi razzisti senza memoria, non possa più insegnare nulla.
4 commenti:
quello che più mi infastidisce, di questa gentaglia, è che non si rendono conto che l'italiano è un popolo di immigrati!
tutte le famiglie hanno sicuramente un parente all'estero.
e se avessero trattato i nostri avi con lo stesso metro che "loro" vogliono usare?
quello che più mi infastidisce, di questa gentaglia, è che non si rendono conto che l'italiano è un popolo di immigrati!
tutte le famiglie hanno sicuramente un parente all'estero.
e se avessero trattato i nostri avi con lo stesso metro che "loro" vogliono usare?
Se vi fosse ancora memoria storica si saprebbe che i nostri avi sono stati trattati così e anche peggio. Negli U.S.A. gli abitanti di una cittadina, con in testa le 'forze dell'ordine', andarono a scovare in carcere una quindicina di immigrati italiani, dove si trovavano per proteggerli, amazzandoli tutti.
Non occorre essere storici, sarebbe bastato veder quel film e leggere quella storia.
Putroppo non so indicare la fonte, non mi sovviene.
"Homo ominis lupus".
Citazione esatta: "Homo omini lupus"
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