di Giuseppe Giustolisi
Asentir parlare i fratelli Giuseppe e Filippo Graviano, con quella voce incerta dal marcato accento siciliano e dalla sintassi non proprio fluida, non è facile immaginare che i due siano prossimi laureandi rispettivamente in Matematica ed Economia. Eppure è così. E per di più con voti altissimi. Mai una bocciatura. E non sono i soli. Sì perché, fra mafiosi 41-bis e quelli della cosiddetta fascia ad alta sicurezza (meno rigida), sono tanti i mammasantissima di mafia, Camorra e ‘Ndrangheta che da un po’di tempo a questa parte macinano esami all’università. I più scelgono (per ovvi motivi) Giurisprudenza. Ma non mancano altre opzioni. Alcuni esempi? Pietro Aglieri, già condannato in via definitiva per la strage di via D’Amelio, s’è iscritto a Lettere e Filosofia, con indirizzo teologico, e ha cominciato la sua carriera universitaria con un bel trenta e lode in Storia del cristianesimo. Il boss Antonio Libri, della famigerata cosca calabrese dei Libri-De Stefano, invece ha scelto Sociologia. Salvatore Benigno, condannato per le stragi del ‘93, ha preferito Medicina.
Naturalmente ci sono anche quelli che riescono ad arrivare fino al tanto sospirato alloro. Come il boss di Barcellona Pozzo di Gotto Giuseppe Gullotti, già condannato a trent’anni quale mandante dell’omicidio del giornalista Beppe Alfano, laureatosi qualche anno fa in Giurisprudenza. O il boss della Camorra Ferdinando Cesarano, fresco di laurea in Sociologia e che si sta ora cimentando in un’altra facoltà.
Un fenomeno anomalo segnalato quattro anni fa alle autorità dall’attuale direttore generale del Dap Sebastiano Ardita, con una lettera inviata alla Procura nazionale antimafia: “Alcuni elementi potrebbero far ritenere utile una maggiore analisi sotto il profilo della riconducibilità a strategia di talune condotte. Senza giungere ad affrettate conclusioni, va tuttavia ricordato che un educatore penitenziario ha segnalato il pericolo che, anche la conduzione di studi universitari, possa essere un mezzo per il mantenimento di una posizione di supremazia”. Dunque i capimafia che capitalizzano anche i profitti universitari. Una novità.
Prima che Ardita se ne occupasse direttamente, il fenomeno aveva un risvolto inquietante: “Fino a pochi mesi fa”, scrive sempre Ardita, “molti detenuti 41-bis avevano in corso iscrizioni universitarie presso sedi molto distanti dal luogo di detenzione e spesso coincidenti con le proprie origini criminali e territoriali. Ciò ha comportato, in passato, il passaggio di detenuti presso carceri del sud Italia per sostenere gli esami, così di fatto vanificando parte degli effetti di prevenzione”.
Adesso i 41-bis possono sostenere esami solo in videoconferenza. Mentre quelli della fascia ad alta sicurezza possono iscriversi solo in una sede vicina a quella in cui sono detenuti. E il professore può anche venire ad esaminarli in carcere. Certo non è la stessa cosa che trovarsi di fronte a timide matricole diciottenni. Ma se qualcuno insinuasse il dubbio di una possibile soggezione psicologica del prof. davanti al boss, verrebbe smentito dall’entusiasmo con cui taluni docenti incoraggiano il fenomeno. Come Emilio Santoro, che insegna Filosofia e Sociologia del diritto all’Università di Firenze: “Le tre università di Siena, Firenze e Prato hanno sottoscritto una convenzione col Dap per creare delle speciali sezioni universitarie nel carcere di Prato, dove tenere lezioni e sostenere esami”. Santoro parla giustamente della necessità di dare un senso alla detenzione ma non esclude però che nella scelta dei boss ci possa anche essere uno scopo strumentale: “Bè sì, è chiaro che la sezione universitaria è più vivibile, mentre le altre lo sono di meno, a causa del sovraffollamento”.
E se anche uno scrittore come Vincenzo Consolo, siciliano dall’antica militanza antimafia, vede nei boss chini sui libri di testo gli effetti positivi della detenzione, “purché sia tutto regolare”, precisa al Fatto Quotidiano, di diverso parere è Angela Napoli, parlamentare calabrese del Pdl e da anni nemica giurata della ’Ndrangheta, che rivela: “Nel mio paese, a Taurianova, ce n’è uno, Marcello Viola, che ha conseguito addirittura due lauree”. Viola è un caso da primato: s’è laureato negli anni Novanta prima in Biologia e poi in Medicina e chirurgia e adesso s’è pure iscritto a Economia aziendale. Ma più di un operatore del carcere, dove Viola è detenuto, storce il naso per la sproporzione tra le sue capacità espressive e gli allori conseguiti . E se ci fosse dietro una strategia? Dice Angela Napoli: “La strategia è quella di dotarsi del titolo accademico per avere quella caratterizzazione di invisibilità ed entrare nel mondo delle istituzioni”. Come dire che la laurea è un viatico per l’ingresso della mafia militare nel mondo dei colletti bianchi.
14 commenti:
Chi dice di ritenere utili gli studi universitari dei boss mafiosi in chiave risocializzante mostra una imbarazzante ingenuità molto vicina alla malafede.
Temo proprio che tu abbia ragione.
Ora voglio rileggermi il post per poi commentare con calma.
Certo che quello che prende 30 e lode in storia del cristianesimo fa pensare ad una grande gag di satira... mentre purtroppo, non lo è.
Una bella lezione di teologia meglio di un boss mafioso chi mai potrebbe darla ai cattolici italiani?
Se poi il boss è pure chirurgo prima di farsi operare basta baciargli le mani e di sicuro se ne esce vivi.
Che dire del boss avvocato? Un piccolo sforzo è può diventare Giudice, almeno la smetteremo di sentirci ripetere che i magistrati sono comunisti.. meglio di così non si può pretendere.
Ma chi si lamenta della situazione indegna delle carceri italiane???
Solo quelli che non sono stati abbastanza furbi da essere mafiosi prima di farsi arrestare!
"A Cesare quel che è di Cesare ...".
Quando leggerai il libro di Alfonso Sabella " Cacciatore di Mafiosi" scoprirai che Pietro Aglieri ha vasta cultura teologica. Incredibile, vero?
Sabella non era all'altezza di confrontarsi con Aglieri, ma, dice, per fortuna c'era il P.M. Lo Forte che è ferratissimo!
Il mio commento è in risposta a quello di Francesca.
In Italia nienta ha più dell'incredibile, riguardo alla religione molti italiani sono degni colleghi degli estremisti islamici. I talebani sono tanti Pietro Aglieri che hanno nel dio di cui vantano cognizione una miniera d'oro, non è facile contrastarli perchè culturalmente ottusi e draconiani, ferventi credenti.Non esiste un dio che non sappia perdonare ogni ignobiltà a chi lo serve e punire efferatamente chi non lo conosce.
Potevano gli italini ignobili farsi mancare una simile miniera d'oro? No! Secondo Te mirano al papato? :))
Non ti capisco Francesca.
Metti assieme un efferato mafioso, che il ticchio della religione, con i talebani, che hanno un ticchio diverso, quello dell'integralismo, religioso ma integralismo.
La Mafia delinque per soldi, ha percezione del proprio delinquere, sa che in uno stato organizzato uccidere un essere umano è un delitto.
Il nostro Stato sarà anche (quasi) allo sbando in materia di giustizia ma i mafiosi sono arrestati, incarcerati e condannati.
I talebani no, sono, credo, convinti che quanto loro fanno, uccidere, fare i kamikaze sia il volere del loro dio, quindi non hanno alcuna percezione del male perchè il male è dalla parte di coloro che li contrasta, loro invece sono (convinti di essere) il bene perchè obbediscono al volere di Allah.
A grandi linee, naturalmente.
Emerge, poi, da libro di Sabella che i boss sono persone intelligenti se non addirittura intelligentissime. Credo si possa dire altrettanto dei telebani.
Che poi noi proviamo ribrezzo disgusto e orrore per ciò che hanno fatto e continueranno a fare dimostra che il bene senza il male non può esistere.
Riccardo: non sorridere!
Anche tu Francesca!
Non ho certo messo a confronto le leggi che disciplinano i comportamenti giuridici fra mafiosi e talebani nei rispettivi Paesi, ma l'amore per quel dio che tutto perdona.
I talebani non fanno i kamikaze, convincono gli altri a farlo, sono istruiti e costringono gli altri ad imparare il Corano a memoria, inoltre sono ricchi e ciò che fanno lo fanno per denaro.
Unica differenza?? Loro sono liberi e i mafiosi in carcere mezzi si e mezzi no.. I mafiosi teologi impongano il loro credo alla famiglia.
Leggi Saviano sui comportamenti dei mafiosi con le loro famiglie e poi quello dei talebani.. io non ci trovo molte differenze, oltre alla legge che hai sottolineato, che in Italia viene applicata quando li beccano.
C'è una frase nella religione cattolica che la dice lunga : Dio è in cielo in terra e in ogni luogo.. è vero, lo pensano anche i talebani :))
Mi sa che abbiamo detto le stesse cose .. ops.. più o meno :)
Un sorriso per Riccardo ^____^
Credo di averti indotta in errore. Io alludevo a Riccardo Uccheddu, non a mio nipote.
Aspettiamo adesso il suo di commento.
Francesca! I talebani non hanno un ordinamento giuridico.
Non mi fare le bucce su un linguaggio non tirato perfettamente a lucido! O pensi che io non sappia chi sono i Kamikaze di mezzo mondo arabo?
Adesso ti dò un dispiacere: io sono agnostico.
Certo che so che Tu sai!
Infatti era a questo che mi riferivo dicendoTi che abbiamo detto le stesse cose..:)
Va bbè, ho sbagliato Riccardo, comunque il sorriso resta sempre per Tuo nipote ;)
Sei agnostico? Pensi che io mi dispiaccia? e perchè mai? lo stai dicendo ad una che non è affatto lontana dal Tuo pensiero.
Perchè so tanto di religione? Perchè per avere o non avere fede bisogna conoscere benissimo l'argomento, modestia a parte .. ho molte cognizioni in merito.
Il mio credo è verso il pensiero scientifico, le spiegazioni mistiche le ho lasciate ai furbi e a chi vuol crederci, da molti anni ormai :)
Non dimenticare che sono una donna e come tale rifiuto per istinto ogni congrega maschilista e oscurantista che vorrebbe rilegarmi fra ciador, o veli nel nostro gergo, e remissione al maschio. Dio è maschio e tocca solo a Voi maschietti crederci, visto che ve la siete cantata e suonata a vostro piacimento.. che c'entriamo le donne?? :DDD
Non c'azzecca!!
Certo che so che Tu sai!
Infatti era a questo che mi riferivo dicendoTi che abbiamo detto le stesse cose..:)
Va bbè, ho sbagliato Riccardo, comunque il sorriso resta sempre per Tuo nipote ;)
Sei agnostico? Pensi che io mi dispiaccia? e perchè mai? lo stai dicendo ad una che non è affatto lontana dal Tuo pensiero.
Perchè so tanto di religione? Perchè per avere o non avere fede bisogna conoscere benissimo l'argomento, modestia a parte .. ho molte cognizioni in merito.
Il mio credo è verso il pensiero scientifico, le spiegazioni mistiche le ho lasciate ai furbi e a chi vuol crederci, da molti anni ormai :)
Non dimenticare che sono una donna e come tale rifiuto per istinto ogni congrega maschilista e oscurantista che vorrebbe rilegarmi fra ciador, o veli nel nostro gergo, e remissione al maschio. Dio è maschio e tocca solo a Voi maschietti crederci, visto che ve la siete cantata e suonata a vostro piacimento.. che c'entriamo le donne?? :DDD
Non c'azzecca!!
Okkei, però uno sono un maschietto in disarmo!
;-)
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