
Emma Bonino può essere un'ottima candidata di bandiera o una felice occasione per il Pd e l'insieme dell'opposizione. Le buone bandiere sono un premio di consolazione, in una stagione sconsolata: ma sarebbe ora di tornare a cercare, almeno nelle elezioni, risultati veri. Ricapitoliamo ? che non vuol dire torniamo a capitolare. Alla leadership del Pd sta a cuore un'alleanza con l'Udc. È una prospettiva che ha i suoi costi "a sinistra", se dia per perduto un vasto e ormai frantumato elettorato, e un'altrettanto vasta astensione, ma ha una sua logica politica. Anche così ha i suoi ostacoli. Il primo, di procedere verso la liquidazione del famoso bipolarismo: ma si può obiettare che essa è già abbastanza un fatto compiuto. Il secondo, che l'Udc si tiene le mani libere, sicché il Pd, col suo (augurabile) 30 per cento, farebbe da vaso di coccio tra ultimatum di Casini ed esazioni di Di Pietro.
In Puglia, il Pd ha tutto il diritto di volere un proprio candidato, e di sceglierlo in funzione dell'accordo cercato con l'Udc. Ma non ha né il diritto né la ragione di imporre un veto alla candidatura di Vendola, che è il presidente uscente, e che lo diventò vincendo un'ardua sfida primaria e un'altrettanto ardua elezione. Una elementare regola avrebbe suggerito di misurarsi con la candidatura di Vendola in primarie aperte. Non lo si è voluto fare, e questo impedisce di imputare a Vendola una responsabilità di guastatore personalista. Peggio, si è insistito per candidare Emiliano, sindaco di Bari. L'idea di privarsi di uno stimato sindaco per candidarlo alla regione, e di correggere per giunta la legge che condiziona la nuova candidatura alle dimissioni dalla vecchia carica, è abbastanza scandalosa. Davvero un partito come il Pd e una coalizione di centrosinistra non trova altre o altri candidati degni se non in chi già occupa una carica importante?
Una simile ammissione di angustia si sarebbe ripetuta nel Lazio, dove il Pd puntava sullo stimato presidente della provincia, Zingaretti. Il calcolo era decisamente azzardato, tanto più nella regione reduce dalle elezioni romane in cui la staffetta ripetuta fra Veltroni e Rutelli finì nel disastro che sappiamo. E che può misurarsi senza alcun sarcasmo, ma sì con amarezza, nella situazione attuale dei protagonisti di allora: appartato Veltroni, in un altro partito Rutelli. Se Zingaretti avesse accettato (o ancora accettasse, non so: ma si mostra persona lucida e responsabile con chi già lo votò) di candidarsi, il rischio concreto sarebbe stato di perdere in un colpo regione e provincia, e andare in convento. Ma anche a non voler paventare un esito simile, e a ostentare un'implausibile audacia, restava il messaggio dato a tutti i cittadini: che per trovare un candidato degno il Pd lo debba spostare dalla carica importante che già ricopre. Messaggio inosservato, tale è l'agonia dello spirito pubblico: ma ci si fermi un momento a pensarci, in un paese di sessanta milioni, in regioni di milioni di uomini e donne, e passano per candidabili solo due o tre uomini già intronizzati ? e donne niente.
A questo punto viene la candidatura di Emma Bonino. Dire le sue virtù è imbarazzante, dato che sono diventate proverbiali come un necrologio anticipato. Il centrodestra ha in Lazio una candidata brava e popolare e, scaramucce di fuoco amico a parte, ha nelle vele il vento della disavventura di Marrazzo (e della sciagura delle sue incolpevoli amiche). Emma Bonino è capace, come e più di Renata Polverini, di consensi trasversali, e tuttavia ha fornito una prova rigorosa di fedeltà alla parola data tanto nella disgraziata legislatura precedente, da ministro, quanto nella attuale, da parlamentare radicale nel gruppo del Pd e vicepresidente del Senato. Il Pd ha ritenuto per lo più di dare questa fedeltà per dovuta e scontata, e di trascurare il confronto e perfino le buone maniere nei confronti degli alleati radicali, che spesso le sparano grosse ma stanno ai patti, a differenza di altri alleati.
Eletto segretario, Bersani andò al congresso dei radicali italiani e diede prova di attenzione e di una spiritosa affabilità. Oggi, facendo di Emma la candidata propria ? e passando serenamente dalle primarie, perché ci sono altre proposte, da Renato Nicolini, il cui pregio sta, e non sembri una battuta, in una specie di diritto acquisito a non essere preso sul serio, a Loretta Napoleoni, e agli eventuali altri ? il Pd mostrerebbe di impegnarsi a vincere le elezioni regionali, e caso mai a perderle limpidamente, e a rinunciare a farne un paragrafo della trattativa tattica con l'Udc o chissà chi altri.
Tattica sofisticatissima, dal momento che l'Udc ha una ferma predilezione per la candidata del centrodestra e soprattutto una vocazione a fissare veti politici e personali.
Differenza che Emma Bonino fa bene a sottolineare, non avendo lei veti da imporre, e perciò non amando di subirne. L'inclinazione di Bersani per la concretezza va condivisa, e suggerisce di preferire, in un territorio come le elezioni dove, a differenza che nella vita quotidiana, quello che conta non è partecipare, l'efficacia all'orgoglio di bandiera. In Piemonte, dove la partita è tra il candidato della Lega e Mercedes Bresso, la lista dei radicali italiani si apparenterebbe a quella della presidente uscente del Pd. I radicali farebbero bene a rinunciare a una concorrenza di richiamo nella Toscana di cui leggermente si dà per eterna la prevalenza del centrosinistra. La Toscana ha in Enrico Rossi un candidato autorevole, provato dalla fattiva responsabilità della sanità regionale fra le migliori, se non la migliore, in Europa, che si mostra aperto alle persone e alle loro idee, se ne hanno, Oliviero Toscani compreso. Nel Lazio, Emma Bonino, finora candidata della lista Bonino-Pannella, può diventare la più forte e competente concorrente alla presidenza della Regione. È un passaggio che dipende solo dal Pd, e sarebbe bello che il Pd la facesse dipendere solo da se stesso.
(07 gennaio 2010)
2 commenti:
Nonostante lei sia dei radicali, la farei presidente della Repubblica!
(mi sta venendo il nervoso, tra "bestie" di casa influenzate e lentezza del computer... riaccenderò più tardi)
Ciao.
p.s.: anno nuovo nickname nuovo.
Ho notato!
:-)
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