mercoledì 27 gennaio 2010

Regionali, Casini ora apre al Pdl in Puglia


Per le Regionali l'Udc riapre al Pdl. Lo fa confermando - come previsto, l'appoggio in Calabria a Scopelliti, e soprattutto lo fa dicendosi disponibile ad una intesa sulla Poli Bortone in Puglia. E l'effetto primarie, dopo il successo di Vendola. Che ora rimette in discussione il "terzismo" a Bari. In serata, mentre Bossi consiglia il Pdl di "non trattare con l'Udc", il premier non sembra volerlo ascoltare e lancia la sua proposta: "In Puglia dobbiamo trovare un candidato comune". E invita Rocco Palese (candidato Pdl) e Adriana Poli Bortone (in lizza per l'Udc) a fare "un passo indietro". Il nome dell'eventuale candidato potrebbe venire dalla famiglia Divella, industriali della pasta.

Casini riapre i giochi. Io subisco insulti dal Pdl, ma non ne ho mai rivolti a loro. Il dialogo è aperto con tutti, ci mancherebbe che non lo sia con il Pdl, che in questi anni è stato con noi all'opposizione in Puglia". Sembra proprio una mano testa al centrodestra quella del leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini. Le parole di Casini arrivano dopo la scelta dei centristi di candidare Adriana Poli Bortone in Puglia. Creando una situazione che mette in difficoltà il Pdl che, invece, schiera Rocco Palese. Ma il ministro per i Rapporti con le Regioni, Raffaele Fitto, uno dei leader del Pdl locale, avverte: "Siamo già in campagna elettorale per Rocco Palese". Mentre dal Secolo arriva un secco ammonimento: "Il Pdl in Puglia rischia il ko".

Casini fedele alla politica dei due forni, si mostra conciliante. Sfumata l'intesa con il centrosinistra, ammicca alla parte opposta: "In Puglia il dialogo è aperto con tutti e ci mancherebbe che non lo fosse con il Pdl, che in questi anni è stato come noi all'opposizione in consiglio regionale" dice Casini intervistato su Canale 5.

Ed ancora: "In Puglia il nostro non è candidato qualunque, e davanti a un Vendola che con il suo populismo è forte, la Poli Bortone è l'unica che può batterlo. Il Pdl dovrebbe riflettere, in questo caso credo che non ci sia un candidato più forte. Invito tutti a una riflessione pacata, vediamo se si può realizzare una convergenza sulla Poli Bortone. Io sarei disponibile, ben venga". Se a questo si sommano le indiscrezioni che raccontano dei timori del Cavaliere in Puglia e della sua tentazione di ricucire con Casini, il quadro che si delinea offre motivi di preoccupazioni a Vendola e allo schieramento che lo sostiene. "In Puglia ha perso D'Alema, ha perso Bersani ma entrambi si sono mossi con linearità per evitare una deriva populista. Va dato atto a questi due leader politici che, pur avendo perso, hanno saputo essere coerenti fino fondo e hanno avuto la forza di difendere le loro ragioni" continua Casini. Che rivendica la "coerenza cristallina" del suo partito e pianta un paletto preciso sulle alleanze: "Il Piemonte? Noi non andiamo con la Lega e non saremo mai abbinati dove è presente la Lega".

Confermato accordo col Pd in Liguria, Marche e Basilicata. In mattinata si sono visti Cesa e Berlusconi. Il premier ha provato a mettere sotto pressione il segretario Udc anche in Liguria e nelle Marche. Tanto è vero che alla riunione con i centristi era presente addirittura il candidato Pdl ligure, Sandro Biasotti. E Cesa, più tardi fa sapere che per la Liguria tutto resta congelato fino a venerdì. Ma il segretario regionale ligure, Roberto Monteleone, non ci sta. Lui, l'accordo con Burlando l'ha già sottoscritto da tempo e non intende tornare indietro: "Venerdì daremo l'annuncio ufficiale". Va a finire che Cesa frena e, intorno alle 21, scioglie il nodo a favore del Pd in tre regioni: "Il segretario dell'Udc Lorenzo Cesa ha ricevuto nel pomeriggio i dirigenti locali delle regioni Liguria, Marche e Basilicata. Nel corso degli incontri è stata confermata la sottoscrizione degli accordi col centrosinistra stipulati nelle tre regioni dai dirigenti locali".

Giochi fatti invece in Calabria, dove i centristi appoggeranno il candidato del centrodestra Giuseppe Scopelliti. infine la Puglia." Volete che vinca Vendola? la cosa migliore sarebbe trovare una soluzione" avrebbe detto Berlusconi, anno ormai siglato un patto con il partito democratico. Resta in campo la possibilità che Pdl e Udc possano accordarsi su un terzo candidato.

Ma, in serata, il premier rompe gli indugi e si, con una nota, rivolge direttamente ai due candidati di Udc e Pdl "a fare un passo indietro". Chiaro l'obiettivo di trovare un terzo nome su cui far convergere tutti con l'obiettivo di battere Vendola. Il testo fa riferimento alle "reiterate affermazioni di vari esponenti del PdL e dell'Udc di voler ricercare in Puglia un candidato che consenta di costruire una larga alleanza di centrodestra da contrapporre al governatore di sinistra Vendola". La conclusione del premier è che Palese e Poli Bortone sono candidature "degne di considerazione" ma una loro rinuncia può "consentire la comune pronta individuazione di un terzo candidato che permetta di unire tutte le forze alternative alla sinistra estrema di Vendola".

Bossi frena e avverte. Alla Lega, ovviamente, le aperture dell'Udc a Berlusconi non piacciono. E scende in campo Bossi in persona con un "consiglio" agli alleati berlusconiani: "Noi abbiamo già deciso di non trattare con l'Udc perchè anche se vinci con i suoi voti dopo non puoi utilizzarli perchè non combini niente, questo è un consiglio che do anche al Pdl...".

Di Pietro attacca. Tace il Pd, arriva la reazione dell'Idv per bocca di Antonio Di Pietro: "Noi facciamo opposizione, in modo chiaro e determinato. L'Udc fa meretricio, si offre al miglior offerente. C'è una bella differenza". La risposta dei centristi non si fa attendere. Cesa e Buttiglione (presidente del partito) rendono noto che la delegazione dell'UDC non sarà presente ai lavori del congresso dell'Italia dei Valori in programma la prossima settimana.

Pd, primarie in Umbria. Si sblocca un'altra situazione complicata del Pd che ha deciso di tenere in Umbria le primarie. Si svolgeranno il 7 febbraio, si potranno presentare candidature fino a sabato alle 20. Già in lizza il senatore Mauro Agostini, ex tesoriere del Pd quando era segretario Veltroni.

(27 gennaio 2010)

Nessun commento: