ANCHE IL “SISTEMA” UCCIDE. UCCIDE CHI DIVENTA INAFFIDABILE
Di Solange Manfredi
Di Solange Manfredi
Il nuovo libro di Mario Almerighi[1] ci permette di capire come agisce, reagisce e si protegge il "sistema" di potere in Italia. Un meccanismo perfetto e letale.
E’ un libro che a molti parrà, a tratti, incredibile.
Ad altri, prevalentemente a coloro che si occupano professionalmente da anni di queste cose, farà dire, invece, “Ancora una volta il meccanismo si è messo in moto e, ancora una volta, con tragico successo”.
Anche questo, dunque, un libro che consiglio vivamente di leggere e di cui riporto alcuni passi.
“In gran parte, la direzione e le scelte politiche sono condizionate dalle attività corruttive poste in essere dai centri di potere economico e finanziario del paese….”
“Il sistema funziona in gran parte con i suoi protagonisti coinvolti in operazioni illecite. Questo coinvolgimento li pone in una posizione di ricattabilità e quindi di obbligo al silenzio e all’omertà, unica garanzia in ordine alla loro affidabilità. A volte, tale posizione è utilizzata dal sistema come metodo di reclutamento.
Nel corso delle indagini della magistratura milanese, uno degli adepti, Paolo Ciaccia, dirà al pubblico ministero: “La nostra storia apre lo scenario su una ipotesi agghiacciante: anche il sistema uccide. Uccide chi diventa inaffidabile”.
“Nel pieno di Tangentopoli muoiono tre persone: Sergio Castellari, Gabriele Cagliari e Raul Gardini. Per i giudici si tratta di tre suicidi: Non sempre la verità giudiziaria coincide con la verità dei fatti”.
SERGIO CASTELLARI
“Sergio Castellari…è un ex commissario di polizia….Direttore generale degli affari economici del ministero delle Partecipazioni statali, poi consulente Eni e, in qualche modo, dentro Sapri Broker, L’Efi, l’Enichem….”
Dalle dichiarazioni rese da Carlo Palermo il 16 aprile 1993 si evince che: “Castellari ha un ruolo chiave nella vendita di elicotteri Augusta al governo belga sia nella sua qualità di direttore generale del ministero delle partecipazioni statali sia nella veste di consigliere d’amministrazione dell’Ifim…”
“Carlo Palermo parla poi, del ruolo dell’Efim e del coinvolgimento di Castellari, quale membro del consiglio di amministrazione di questo ente e dell’Augusta, in traffici di armi e di elicotteri da guerra con l’Iraq e altri paesi mediorientali, che si sarebbero svolti negli ultimi tre anni di vita dello stesso Castellari…”
“E’ definito l'uomo delle partecipazioni statali. Controlla i bilanci dell’Iri e dell’Efim….esercita attività di vigilanza del ministero sugli enti pubblici economici di gestione e mette nel suo archivio una serie di notizie sugli alti funzionari del ministero sotto la voce “Società segrete dei funzionari”
“Perfettamente inserito nel sistema. E’ uno di quelli che se parlano lo mette a rischio.
La sua morte avviene il giorno in cui doveva presentarsi dinanzi ai pubblici ministeri”.
Sergio Castellari scompare il 18 febbraio 1993. Dopo la scomparsa ai famigliari vengono recapitate delle lettere in cui Castellari annuncia i suoi propositi suicidari.
Il corpo senza vita di Sergio Castellari viene ritrovato nella zona di Monte Corvino il 25 febbraio 1993, ovvero 7 giorni dopo la scomparsa.
STRANO SUICIDIO
“Il cadavere è immune da processi putrefattivi. Gli abiti sono puliti…Si rileva che entrambe le mani presentano amputazioni di alcune dita. La mano destra è appoggiata sul torace a contatto con la camicia. Neanche in tale punto la camicia presenta macchie di sangue. La pistola è infilata nella cintura dei pantaloni. Le scarpe sono sostanzialmente pulite sia nella parte superiore che nelle suole”
La morte sarebbe avvenuta il 18 febbraio, eppure il cadavere, rinvenuto 7 giorni dopo, non presenta processi putrefattivi.
Nei giorni precedenti il ritrovamento del cadavere ha piovuto, eppure gli abiti sono puliti.
Per arrivare sino al punto in cui è stato trovato, Castellari avrebbe dovuto attraversare almeno 200 metri su di un campo arato morbido e fangoso, eppure le scarpe, sia nella parte superiore che nelle suole, sono pulite.
“La calotta cranica manca di un pezzo e dentro è vuota. Il volto è irriconoscibile”.
“La pistola Smith-Wesson calibro 9 è infilata nella cintura dei pantaloni. Il cane dell’arma è alzato. Il proiettile con cui si sarebbe suicidato non viene ritrovato. Sull’arma non vengono ritrovate impronte. Nessuna”.
Castellari si suicida sparandosi alla testa con una calibro 9, eppure dopo essersi sparato riarma il cane della pistola, la pulisce dalle impronte digitali, se la infila nei pantaloni, fa sparire il bossolo del proiettile con cui si è sparato e poi muore (????).
Tra le gambe del cadavere viene ritrovato un sigaro con tracce di saliva appartenenti ad una donna.
MA IL MORTO E’ CASTELLARI ?
“Castellari era alto non meno di 1.85 eppure il corpo ritrovato sulla collina di Sarcofalo è più basso di almeno 10 centimetri”.
“Castellari prima di sparire ha distrutto tutte le foto che lo ritraevano”.
“Le dita sono state amputate e non mangiate”.
“I consulenti hanno attribuito al morto l’età di 50 anni. Castellari ne aveva 60”.
“Castellari è una persona molto intelligente…. è stato commissario di polizia e ha lavorato alla scientifica….Castellari ha architettato tutto con la complicità di chissà chi….noi crediamo che ci sia lo zampino di quella parte dei servizi che era legata con lui nel traffico di armi”.
“Il 13 agosto 1994 il pubblico ministero ordina l’esumazione della salma del cadavere per ulteriori accertamenti medico- legali”
“Il 22 agosto, ignoti trafugano il computer dall’interno dei locali dell’Istituto di medicina legale dell’ospedale A. Gemelli, dove erano in corso gli ulteriori accertamenti….Il computer rubato conteneva i test sulla morte di Castellari”.
E’ un libro che a molti parrà, a tratti, incredibile.
Ad altri, prevalentemente a coloro che si occupano professionalmente da anni di queste cose, farà dire, invece, “Ancora una volta il meccanismo si è messo in moto e, ancora una volta, con tragico successo”.
Anche questo, dunque, un libro che consiglio vivamente di leggere e di cui riporto alcuni passi.
“In gran parte, la direzione e le scelte politiche sono condizionate dalle attività corruttive poste in essere dai centri di potere economico e finanziario del paese….”
“Il sistema funziona in gran parte con i suoi protagonisti coinvolti in operazioni illecite. Questo coinvolgimento li pone in una posizione di ricattabilità e quindi di obbligo al silenzio e all’omertà, unica garanzia in ordine alla loro affidabilità. A volte, tale posizione è utilizzata dal sistema come metodo di reclutamento.
Nel corso delle indagini della magistratura milanese, uno degli adepti, Paolo Ciaccia, dirà al pubblico ministero: “La nostra storia apre lo scenario su una ipotesi agghiacciante: anche il sistema uccide. Uccide chi diventa inaffidabile”.
“Nel pieno di Tangentopoli muoiono tre persone: Sergio Castellari, Gabriele Cagliari e Raul Gardini. Per i giudici si tratta di tre suicidi: Non sempre la verità giudiziaria coincide con la verità dei fatti”.
SERGIO CASTELLARI
“Sergio Castellari…è un ex commissario di polizia….Direttore generale degli affari economici del ministero delle Partecipazioni statali, poi consulente Eni e, in qualche modo, dentro Sapri Broker, L’Efi, l’Enichem….”
Dalle dichiarazioni rese da Carlo Palermo il 16 aprile 1993 si evince che: “Castellari ha un ruolo chiave nella vendita di elicotteri Augusta al governo belga sia nella sua qualità di direttore generale del ministero delle partecipazioni statali sia nella veste di consigliere d’amministrazione dell’Ifim…”
“Carlo Palermo parla poi, del ruolo dell’Efim e del coinvolgimento di Castellari, quale membro del consiglio di amministrazione di questo ente e dell’Augusta, in traffici di armi e di elicotteri da guerra con l’Iraq e altri paesi mediorientali, che si sarebbero svolti negli ultimi tre anni di vita dello stesso Castellari…”
“E’ definito l'uomo delle partecipazioni statali. Controlla i bilanci dell’Iri e dell’Efim….esercita attività di vigilanza del ministero sugli enti pubblici economici di gestione e mette nel suo archivio una serie di notizie sugli alti funzionari del ministero sotto la voce “Società segrete dei funzionari”
“Perfettamente inserito nel sistema. E’ uno di quelli che se parlano lo mette a rischio.
La sua morte avviene il giorno in cui doveva presentarsi dinanzi ai pubblici ministeri”.
Sergio Castellari scompare il 18 febbraio 1993. Dopo la scomparsa ai famigliari vengono recapitate delle lettere in cui Castellari annuncia i suoi propositi suicidari.
Il corpo senza vita di Sergio Castellari viene ritrovato nella zona di Monte Corvino il 25 febbraio 1993, ovvero 7 giorni dopo la scomparsa.
STRANO SUICIDIO
“Il cadavere è immune da processi putrefattivi. Gli abiti sono puliti…Si rileva che entrambe le mani presentano amputazioni di alcune dita. La mano destra è appoggiata sul torace a contatto con la camicia. Neanche in tale punto la camicia presenta macchie di sangue. La pistola è infilata nella cintura dei pantaloni. Le scarpe sono sostanzialmente pulite sia nella parte superiore che nelle suole”
La morte sarebbe avvenuta il 18 febbraio, eppure il cadavere, rinvenuto 7 giorni dopo, non presenta processi putrefattivi.
Nei giorni precedenti il ritrovamento del cadavere ha piovuto, eppure gli abiti sono puliti.
Per arrivare sino al punto in cui è stato trovato, Castellari avrebbe dovuto attraversare almeno 200 metri su di un campo arato morbido e fangoso, eppure le scarpe, sia nella parte superiore che nelle suole, sono pulite.
“La calotta cranica manca di un pezzo e dentro è vuota. Il volto è irriconoscibile”.
“La pistola Smith-Wesson calibro 9 è infilata nella cintura dei pantaloni. Il cane dell’arma è alzato. Il proiettile con cui si sarebbe suicidato non viene ritrovato. Sull’arma non vengono ritrovate impronte. Nessuna”.
Castellari si suicida sparandosi alla testa con una calibro 9, eppure dopo essersi sparato riarma il cane della pistola, la pulisce dalle impronte digitali, se la infila nei pantaloni, fa sparire il bossolo del proiettile con cui si è sparato e poi muore (????).
Tra le gambe del cadavere viene ritrovato un sigaro con tracce di saliva appartenenti ad una donna.
MA IL MORTO E’ CASTELLARI ?
“Castellari era alto non meno di 1.85 eppure il corpo ritrovato sulla collina di Sarcofalo è più basso di almeno 10 centimetri”.
“Castellari prima di sparire ha distrutto tutte le foto che lo ritraevano”.
“Le dita sono state amputate e non mangiate”.
“I consulenti hanno attribuito al morto l’età di 50 anni. Castellari ne aveva 60”.
“Castellari è una persona molto intelligente…. è stato commissario di polizia e ha lavorato alla scientifica….Castellari ha architettato tutto con la complicità di chissà chi….noi crediamo che ci sia lo zampino di quella parte dei servizi che era legata con lui nel traffico di armi”.
“Il 13 agosto 1994 il pubblico ministero ordina l’esumazione della salma del cadavere per ulteriori accertamenti medico- legali”
“Il 22 agosto, ignoti trafugano il computer dall’interno dei locali dell’Istituto di medicina legale dell’ospedale A. Gemelli, dove erano in corso gli ulteriori accertamenti….Il computer rubato conteneva i test sulla morte di Castellari”.
CHI CAPISCE MUORE
“Sul frontespizio di una cartella di colore giallo c’è scritto Sapri Broker. Castellari rivestiva la carica di sindaco di quella società…Luciana Berardi è l’ex moglie di Massimo Maria Bassi, presidente Sapri…Luciana non è soddisfatta della somma di denaro che gli passa il marito, solitamente proporzionale al reddito del coniuge separato, lo cita in giudizio e vuole accertare il reale patrimonio del’ex marito. Gli investigatori sono bravi. Oltre all’entità del patrimonio personale del Bassi scoprono che su dei conti correnti della Sapri vi era una movimentazione di circa 100 miliardi di lire tra Italia, Malta e Hong Kong”.
“Più avanti ci sono le dichiarazioni dell’investigatrice Eleonora Sarcona al pubblico Ministero:
“Ho fatto indagini sulla Sapri Broker per conto della signora Luciana Bernardi. …Circa il decesso di Castellari, a mio avviso, il cadavere rinvenuto potrebbe non identificarsi con il medesimo. Analoghi dubbi sono stati espressi dal mio collega investigatore di Malta….ho subito una perquisizione e il sequestro di documenti. Tra di essi c’è un depliant illustrativo di una macchina denominata Quber, la quale è in grado di fare identificazioni precise partendo da una foto di persona camuffata o di pezzi mancanti e io mi ripromettevo, per mia curiosità, di fare accertamenti in tal senso ma non ero in possesso di fotografie di Castellari”.
“…dopo 4 giorni dal ricevimento dell’esito delle indagine, il 4 febbraio 1994, Luciana Berardi muore in un misterioso incidente stradale ….. l’investigatore maltese è vivo per miracolo, dopo aver subito un sabotaggio alla sua moto ed un tentativo di avvelenamento…anche Eleonora Sarcona è morta avvelenata” (tale modalità operativa mi riporta alla mente quanto, purtroppo, già accaduto anche a me e Paolo: avvelenamento e sabotaggi alla moto. Vedi articoli di questo blog del 03 novembre 2007 e del 03 aprile 2008. Il sistema è sempre lo stesso).
GABRIELE CAGLIARI
Gabriele Cagliari era, dal 1989, presidente dell’Eni.
L’8 marzo 1993 viene arrestato. I reati sono corruzione ed illecito finanziamento ai partiti
“Con Gardini, è protagonista della vicenda Enimont….
La lunga permanenza in carcere, lo rende non più affidabile al sistema. Se parla può metterlo a rischio. Anche lui muore in prossimità di un interrogatorio dinanzi ai pubblici ministeri”.
STRANO SUICIDIO
“La mattina del 20 luglio 1993, intorno alle ore 10,10 il corpo di Gabriele Cagliari giace sul pavimento del bagno annesso alla cella. Il suo capo è ricoperto da una busta di plastica legata intorno al collo”.
Secondo le testimonianze Cagliari si sarebbe suicidato chiudendosi nel bagno. Per farlo avrebbe bloccato la porta con un paletto inserito nella maniglia. Eppure il pezzo rotto e mancante del paletto che sarebbe servito a Cagliari per chiudersi dentro il bagno non si trova.
Secondo le testimonianze nei primi soccorsi a Cagliari sarebbe stato strappato il sacchetto dal viso per permettergli di respirare, eppure il sacchetto viene ritrovato integro.
“Cagliari presenta al volto, in regione zigomatica sinistra, due sfumate aree ecchimotiche di colore violaceo…scollato dal cuoio capelluto si nota una intensa infiltrazione emorragica della sua faccia profonda per un area di circa 5 x 2, disposta in regione parieto-occipitale sinistra. Infiltrazione emorragica del piastrone sternale con frattura dello sterno a livello del terzo spazio intercostale…infiltrazione emorragica della faccia sterno – costale del pericardio…., il cavo pericardio contiene circa 10 cc di liquido citrino limpido”.
Ma, se al momento del ritrovamento Cagliari era morto, come se le è prodotte quelle lesioni? Gli ematomi si possono formare solo se vi è circolazione sanguigna. Questo vuol dire che tali ecchimosi se le è prodotte prima della morte. Come?
Inoltre la morte prodotta con un sacchetto di plastica legato attorno al viso è una modalità di suicidio che si incontra molto raramente.
“Ci sono pochissimi casi di suicidio di questo tipo. Ci vuole una volontà molto forte. L’istinto di sopravvivenza porta normalmente l’aspirante suicida, ad un certo momento, a strapparsi la busta di plastica dalla faccia”
UNICA REGIA?
Anche Cagliari come Castellari prima della morte scrive ai parenti delle lettere di addio.
“Vi sono impressionanti analogie di alcuni contenuti degli scritti di Cagliari con quelli delle lettere scritte da Castellari: i riferimenti alla necessità di salvare la dignità, i riferimenti all’estero, l’invito a non leggere le lettere, l’atteggiamento dei parenti, le analisi politiche e fortemente critiche e delegittimanti dell’operato dei giudici. Analogie che sembrano ispirate da una unica regia”.
RAUL GARDINI
Il 23 luglio 1993 Raul Gardini muore con un colpo di pistola alla tempia.
“Raul Gardini …è pienamente inserito nel sistema corruttivo del paese. Anche lui, se parla, può mettere a rischio il sistema. Anche lui muore lo stesso giorno in cui doveva presentarsi davanti a pubblici ministeri”.
STRANO SUICIDIO
Anche per lui il suicidio presenta molti aspetti oscuri.
Gardini si sarebbe sparato un colpo di pistola alla tempia sul letto. Sul letto, sull’orologio, sui cuscini e sul lenzuolo non sono stati ritrovati residui di polvere da sparo.
Diverse le discordanze circa l’ora in cui si sarebbe sparato, per alcuni intorno alle 07.30 del mattino per altri verso le 09.00.
Nessuno dei collaboratori domestici presenti in casa ha sentito lo sparo, eppure l’arma non era dotata di silenziatore.
L’ambulanza porta via il cadavere, invece di lasciarlo sul posto ed aspettare l’arrivo del magistrato. Ma non solo, portano via anche lenzuola e cuscini.
La pistola con cui si dovrebbe essere sparato viene ritrovata appoggiata sulla scrivania a diversi metri dal letto. Anche il bossolo viene rinvenuto sul pavimento a tre metri di distanza da dove avrebbe dovuto trovarsi se Cardini si fosse suicidato.
La finestra della camera è aperta.
L’autopsia viene fatta dopo 36 ore.
Sull’arma non vengono trovate impronte.
Sulle cartucce della pistola vengono trovate impronte non appartenenti a Raul Cardini.
Abbiamo detto che Cardini si spara un colpo di pistola alla tempia. Eppure all’esame autoptico presenta una frattura alla base cranica e una ecchimosi sotto l’occhio, lesioni compatibili con altra dinamica “….qualcuno ha afferrato la testa di Gardini e gliel’ha sbattuta contro un corpo solido..Gardini è svenuto e poi gli hanno sparato sistemandogli la pistola in modo che sembrasse un suicidio?…Come mai sulla pistola non sono state trovate impronte di alcun genere? Chi l’ha pulita?...”
Anche in questo caso viene trovata, nel cassetto della scrivania, un biglietto indirizzato ai famigliari. La perizia stabilirà che tale biglietto è stato scritto nell’agosto del 1992, ovvero 11 mesi prima della morte.
“Di fronte alla dilagante illegalità che ammorba il nostro paese, la giustizia, il processo penale sono in stato preagonico. Quei giudici che sono riusciti in passato ad accertare crimini al di là della soglia gradita al potere, sono stati dileggiati, criminalizzati, spiati. Ciò dimostra che il problema dei livelli di legalità che si vogliono perseguire nel nostro paese non può essere delegato solo alla polizia giudiziaria e alla magistratura. Ieri chi assumeva questa delega veniva ucciso. Oggi sopravvive perché innocuo al sistema.
E’ dunque questo sistema che deve essere eliminato”.
[1] Mario Almerighi entra in magistratura nel 1970. pretore in Sardegna e poi Genova, fa parte del gruppo di magistrati chiamati “pretori d’assalto”. Nel 1976 è eletto al Consiglio superiore della magistratura. Nel 1988 fonda insieme a Giovanni Falcone una nuova corrente di magistrati. Nel 1998 è eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati ma si dimette dopo 48 ore. Attualmente è presidente del tribunale di Civitavecchia e presidente della fondazione Sandro Pertini. E’ autore di uno dei due volumi dell’opera Diritto e Ambiente (1986), e per Editori Riuniti dei volumi I banchieri di Dio (2002) e Petrolio e politica (2006).
“Più avanti ci sono le dichiarazioni dell’investigatrice Eleonora Sarcona al pubblico Ministero:
“Ho fatto indagini sulla Sapri Broker per conto della signora Luciana Bernardi. …Circa il decesso di Castellari, a mio avviso, il cadavere rinvenuto potrebbe non identificarsi con il medesimo. Analoghi dubbi sono stati espressi dal mio collega investigatore di Malta….ho subito una perquisizione e il sequestro di documenti. Tra di essi c’è un depliant illustrativo di una macchina denominata Quber, la quale è in grado di fare identificazioni precise partendo da una foto di persona camuffata o di pezzi mancanti e io mi ripromettevo, per mia curiosità, di fare accertamenti in tal senso ma non ero in possesso di fotografie di Castellari”.
“…dopo 4 giorni dal ricevimento dell’esito delle indagine, il 4 febbraio 1994, Luciana Berardi muore in un misterioso incidente stradale ….. l’investigatore maltese è vivo per miracolo, dopo aver subito un sabotaggio alla sua moto ed un tentativo di avvelenamento…anche Eleonora Sarcona è morta avvelenata” (tale modalità operativa mi riporta alla mente quanto, purtroppo, già accaduto anche a me e Paolo: avvelenamento e sabotaggi alla moto. Vedi articoli di questo blog del 03 novembre 2007 e del 03 aprile 2008. Il sistema è sempre lo stesso).
GABRIELE CAGLIARI
Gabriele Cagliari era, dal 1989, presidente dell’Eni.
L’8 marzo 1993 viene arrestato. I reati sono corruzione ed illecito finanziamento ai partiti
“Con Gardini, è protagonista della vicenda Enimont….
La lunga permanenza in carcere, lo rende non più affidabile al sistema. Se parla può metterlo a rischio. Anche lui muore in prossimità di un interrogatorio dinanzi ai pubblici ministeri”.
STRANO SUICIDIO
“La mattina del 20 luglio 1993, intorno alle ore 10,10 il corpo di Gabriele Cagliari giace sul pavimento del bagno annesso alla cella. Il suo capo è ricoperto da una busta di plastica legata intorno al collo”.
Secondo le testimonianze Cagliari si sarebbe suicidato chiudendosi nel bagno. Per farlo avrebbe bloccato la porta con un paletto inserito nella maniglia. Eppure il pezzo rotto e mancante del paletto che sarebbe servito a Cagliari per chiudersi dentro il bagno non si trova.
Secondo le testimonianze nei primi soccorsi a Cagliari sarebbe stato strappato il sacchetto dal viso per permettergli di respirare, eppure il sacchetto viene ritrovato integro.
“Cagliari presenta al volto, in regione zigomatica sinistra, due sfumate aree ecchimotiche di colore violaceo…scollato dal cuoio capelluto si nota una intensa infiltrazione emorragica della sua faccia profonda per un area di circa 5 x 2, disposta in regione parieto-occipitale sinistra. Infiltrazione emorragica del piastrone sternale con frattura dello sterno a livello del terzo spazio intercostale…infiltrazione emorragica della faccia sterno – costale del pericardio…., il cavo pericardio contiene circa 10 cc di liquido citrino limpido”.
Ma, se al momento del ritrovamento Cagliari era morto, come se le è prodotte quelle lesioni? Gli ematomi si possono formare solo se vi è circolazione sanguigna. Questo vuol dire che tali ecchimosi se le è prodotte prima della morte. Come?
Inoltre la morte prodotta con un sacchetto di plastica legato attorno al viso è una modalità di suicidio che si incontra molto raramente.
“Ci sono pochissimi casi di suicidio di questo tipo. Ci vuole una volontà molto forte. L’istinto di sopravvivenza porta normalmente l’aspirante suicida, ad un certo momento, a strapparsi la busta di plastica dalla faccia”
UNICA REGIA?
Anche Cagliari come Castellari prima della morte scrive ai parenti delle lettere di addio.
“Vi sono impressionanti analogie di alcuni contenuti degli scritti di Cagliari con quelli delle lettere scritte da Castellari: i riferimenti alla necessità di salvare la dignità, i riferimenti all’estero, l’invito a non leggere le lettere, l’atteggiamento dei parenti, le analisi politiche e fortemente critiche e delegittimanti dell’operato dei giudici. Analogie che sembrano ispirate da una unica regia”.
RAUL GARDINI
Il 23 luglio 1993 Raul Gardini muore con un colpo di pistola alla tempia.
“Raul Gardini …è pienamente inserito nel sistema corruttivo del paese. Anche lui, se parla, può mettere a rischio il sistema. Anche lui muore lo stesso giorno in cui doveva presentarsi davanti a pubblici ministeri”.
STRANO SUICIDIO
Anche per lui il suicidio presenta molti aspetti oscuri.
Gardini si sarebbe sparato un colpo di pistola alla tempia sul letto. Sul letto, sull’orologio, sui cuscini e sul lenzuolo non sono stati ritrovati residui di polvere da sparo.
Diverse le discordanze circa l’ora in cui si sarebbe sparato, per alcuni intorno alle 07.30 del mattino per altri verso le 09.00.
Nessuno dei collaboratori domestici presenti in casa ha sentito lo sparo, eppure l’arma non era dotata di silenziatore.
L’ambulanza porta via il cadavere, invece di lasciarlo sul posto ed aspettare l’arrivo del magistrato. Ma non solo, portano via anche lenzuola e cuscini.
La pistola con cui si dovrebbe essere sparato viene ritrovata appoggiata sulla scrivania a diversi metri dal letto. Anche il bossolo viene rinvenuto sul pavimento a tre metri di distanza da dove avrebbe dovuto trovarsi se Cardini si fosse suicidato.
La finestra della camera è aperta.
L’autopsia viene fatta dopo 36 ore.
Sull’arma non vengono trovate impronte.
Sulle cartucce della pistola vengono trovate impronte non appartenenti a Raul Cardini.
Abbiamo detto che Cardini si spara un colpo di pistola alla tempia. Eppure all’esame autoptico presenta una frattura alla base cranica e una ecchimosi sotto l’occhio, lesioni compatibili con altra dinamica “….qualcuno ha afferrato la testa di Gardini e gliel’ha sbattuta contro un corpo solido..Gardini è svenuto e poi gli hanno sparato sistemandogli la pistola in modo che sembrasse un suicidio?…Come mai sulla pistola non sono state trovate impronte di alcun genere? Chi l’ha pulita?...”
Anche in questo caso viene trovata, nel cassetto della scrivania, un biglietto indirizzato ai famigliari. La perizia stabilirà che tale biglietto è stato scritto nell’agosto del 1992, ovvero 11 mesi prima della morte.
“Di fronte alla dilagante illegalità che ammorba il nostro paese, la giustizia, il processo penale sono in stato preagonico. Quei giudici che sono riusciti in passato ad accertare crimini al di là della soglia gradita al potere, sono stati dileggiati, criminalizzati, spiati. Ciò dimostra che il problema dei livelli di legalità che si vogliono perseguire nel nostro paese non può essere delegato solo alla polizia giudiziaria e alla magistratura. Ieri chi assumeva questa delega veniva ucciso. Oggi sopravvive perché innocuo al sistema.
E’ dunque questo sistema che deve essere eliminato”.
[1] Mario Almerighi entra in magistratura nel 1970. pretore in Sardegna e poi Genova, fa parte del gruppo di magistrati chiamati “pretori d’assalto”. Nel 1976 è eletto al Consiglio superiore della magistratura. Nel 1988 fonda insieme a Giovanni Falcone una nuova corrente di magistrati. Nel 1998 è eletto presidente dell’Associazione nazionale magistrati ma si dimette dopo 48 ore. Attualmente è presidente del tribunale di Civitavecchia e presidente della fondazione Sandro Pertini. E’ autore di uno dei due volumi dell’opera Diritto e Ambiente (1986), e per Editori Riuniti dei volumi I banchieri di Dio (2002) e Petrolio e politica (2006).
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