venerdì 8 gennaio 2010

Una stella minaccia la vita sulla Terra


C’è una stella della nostra galassia Via Lattea, distante dalla Terra 3.260 anni luce, che potrebbe esplodere e mettere in pericolo la vita sul nostro pianeta. L’infelice prospettiva è stata seriamente illustrata al meeting dell'American Astronomical Society in corso a Washington precisando, per nostra consolazione, che ciò potrebbe accadere fra 10 milioni di anni ma forse anche prima.

L'astro in questione appartenente alla costellazione della Bussola è stato studiato con il satellite IUE ed anche con il telescopio spaziale Hubble. Così si è capito che si tratta, in verità, di una coppia di stelle dove una delle due è una nana bianca, che gli astronomi chiamano una “Nova ricorrente” perché periodicamente presenta delle esplosioni registrate con intervalli di circa vent’anni, nel 1902, 1920, 1944, 1967. Secondo gli astronomi queste esplosioni che non danneggiano grandemente l'astro e nemmeno lanciano radiazioni pericolose per la Terra, avvengono dopo che l'astro ha accumulato materiale (gas ricchi di idrogeno, in particolare) strappato con la sua forza di gravità alla stella vicina. In tal modo aumenta la sua massa e quando raggiunge un certo livello si innescano le esplosioni che, in un certo senso, equilibrano la situazione disperdendo un po' di energia. Ma non sempre le cose vanno in questo modo. Può accadere, infatti, che la stella, anche con queste eruzioni dispersive, continui comunque ad ingigantirsi, arrivando a conquistare il famoso “limite di Chandrasekhar” al di là del quale la massa collassa definitivamente scatenando una tremenda esplosione capace di distruggere il corpo celeste: è il fenomeno che porta alla supernova la quale lancia intorno nel cosmo un'energia 10 milioni di volte più elevata di quella rilasciata da una nova.

Proprio le osservazioni compiute con il telescopio spaziale Hubble farebbero pensare che la stella sotto indagine continua ad accrescere la sua taglia raggiungendo il fatidico limite, appunto, fra 10 milioni di anni, oppure anche prima come precisa Edward Sion della Villanova University in Pennsylvania. In quel caso l’astro esplodendo diventerebbe luminoso quanto tutte le stelle della galassia messe insieme. Ma più grave è il fatto che spedirebbe verso il nostro pianeta azzurro un fiume di radiazioni capaci di devastare l'ambiente terrestre cominciando con l’annientare la fascia di ozono che ci protegge.

Secondo gli astronomi l’esplosione di una supernova diventa pericolosa per noi quando avviene a meno di cento anni luce dalla Terra. Ma si tratta di una valutazione non definitiva perché gli effetti dipendono dalla potenza della supernova. A detta dei ricercatori, però, la stella in questione potrebbe entrare nella categoria delle più catastrofiche pur trovandosi oltre i tremila anni luce. Non tutti condividono interamente le conclusioni discusse nella capitale americana. Il professor Filipenko del Berkeley Astronomy Department è in disaccordo e sostiene che anche se si arriverà alla supernova la Terra dovrebbe però salvarsi. Pensando ai nostri posteri, speriamo che abbia ragione.

Giovanni Caprara
08 gennaio 2010

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