Domani le primarie in Calabria.
Sul Pd si abbatte l’ennesima grana giudiziaria, nell’ambito dell’inchiesta Why Not
di Antonio Massari
A ventiquattr’ore dalle primarie, in Calabria, scoppia la grana “Loiero”. L’eredità giudiziaria lasciata da Luigi De Magistris – all’epoca pm dell'inchiesta “Why Not”, oggi europarlamentare indipendente in quota IdV – s’abbatte sul presidente della Regione, per il quale, il pm Luigi Facciolla, ha chiesto la condanna a un anno e sei mesi di reclusione per due distinte ipotesi di abuso d’ufficio. Una richiesta, quella avanzata dalla procura, che influirà sulla competizione interna al centrosinistra che, domani, dovrà scegliere, con le primarie il prossimo candidato alla poltrona di governatore. La corsa – tutta interna al Pd – vede competere tre candidati: oltre Loiero, Giuseppe Bova e Brunello Censore. Il vincitore sfiderà Giuseppe Scopelliti (Pdl) e Filippo Callipo (indipendente con il sostegno dell'Idv). Quest'ultimo è stato appoggiato fortemente proprio da Luigi De Magistris. E la tegola giudiziaria s'abbatte sull'intero Pd. Le richieste del pm Facciolla, infatti, riguardano anche il capogruppo del Pd alla Regione, Nicola Adamo, per il quale ha chiesto il rinvio a giudizio, sempre per Why Not, ma in un altro procedimento, poiché Adamo, a differenza di Loiero, non ha chiesto il rito abbreviato. L'unica nota positiva, per il governatore uscente, è la richiesta di assoluzione, avanzata sempre da Facciolla, per il reato più grave: la corruzione sull'appoggio elettorale ricevuto, nelle scorse elezioni, quelle tenutesi nel 2005.
“Di quella montagna di accuse – commenta Loiero – nell'ipotesi del pg è rimasto solo l'abuso d'ufficio, perchè non potevo non sapere quel che altri facevano". "Aspetto con fiducia il verdetto del giudice terzo – conclude – che spero, non tardi, vorrà riconoscere la mia estraneità in tutta questa storia. Sarò io stesso, allora, a ricordare all'opinione pubblica calabrese e nazionale come, e a quale scopo, sono finito in questa vicenda nella quale, ripeto, sono totalmente estraneo”. L'accusa, in totale, per i 40 imputati con il rito abbreviato, ha chiesto ventuno condanne e diciannove assoluzioni.
Tra le richieste di condanna, anche quella per l'ex presidente della regione Calabria, Giuseppe Chiaravalloti, all'epoca candidato di (Fi), oggi vicepresidente dell'Autorità Garante per
Per il presidente Loiero, dichiara il pm Facciolla, “non c’è alcuna prova del concorso nell’attività corruttiva”, ma tra gli imputati troviamo anche suo fratello Tommaso, per il quale, l'accusa chiede otto mesi di reclusione per un altro reato: abuso d'ufficio per un progetto relativo al censimento del patrimonio immobiliare della regione. Resta da vedere, domani, quanto conteranno le richieste della magistratura, nella scelta del candidato governatore, ricordando che Loiero, pochi mesi fa, aveva dichiarato che, se fosse stato rinviato a giudizio, non si sarebbe ricandidato. Dal rito abbreviato, scelto da Loiero, la richiesta di rinvio a giudizio, non è contemplata. E la regione non s'è costituita parte civile.
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