venerdì 5 febbraio 2010

Contrada, Campania e leggi ad personam. Di Pietro a tutto campo a Repubblica Tv


di EDOARDO BUFFONI


La foto con Contrada? Vogliono screditare Mani Pulite e ridare l'immunità ai politici. La legge sul legittimo impedimento? Il governo ora è impunito. La candidatura di De Luca in Campania? Non ci dormo la notte. Ho chiesto a De Magistris di candidarsi, ma non possiamo far vincere il partito di Cosentino. Antonio Di Pietro, alla vigilia del primo congresso nazionale dell'Italia dei Valori, risponde a più di 400 messaggi arrivati durante il videoforum a Repubblica Tv.

La foto con Contrada
Lo scatto pubblicato due giorni fa dal Corriere della Sera ritrae Di Pietro a cena nel dicembre del 1992, in una caserma dei carabinieri. Seduto accanto a lui, l'allora questore Bruno Contrada, che verrà arrestato nove giorni dopo. Di Pietro spiega la sua versione dei fatti: "A quella tavola ci sono un colonnello, un generale, un questore e un altro colonnello, più altri rappresentanti dei carabinieri. Chi l'ha organizzata non è un noto criminale ma il comandante dei carabinieri di allora". Di Pietro spiega anche come mai lui fosse seduto a quella tavola: "Quel giorno stavo a Roma, facendo attività istruttoria con quegli ufficiali e sottufficiali, con i quali facevo arresti, interrogatori, perquisizioni. Contrada era un questore, anche se sarà arrestato 9 giorni dopo. Le foto le hanno fatte gli stessi carabinieri. Il teorema che vogliono far passare è che fosse tutto un piano, poiché il giorno prima avevamo mandato un avviso di garanzia a Craxi".

"Eravamo dentro una caserma a mangiare in una mensa - insiste Di Pietro - non in un postribolo con delle escort, quelli sono servitori dello stato, io non ho mai avuto niente a che fare con Contrada". L'ex Pm attacca invece il sistema dei media che ha dato più risalto a quella fotografia che non all'approvazione del legittimo impedimento alla Camera: "Era questa la notizia o una maggioranza parlamentare che fa una norma per dare impunità a premier e a tutti i ministri?".

Di Pietro ragiona poi sui motivi di questi attacchi contro di lui: "La tesi accusatoria è che l'inchiesta di Mani Pulite non fu un'inchiesta giudiziaria, ma fu un'operazione politica ideata e portata avanti da servizi segreti americani, per conto del Capo dello Stato americano, che hanno individuato un personaggio che nessuno conosceva, un contadinotto, lo hanno reclutato in Germania mentre faceva il metalmeccanico, raccomandandolo lo hanno fatto laureare in legge e poi diventare magistrato, lì è riuscito a comprare o raggirare Borrelli e decine di collegi giudiziari per delegittimare la classe politica di allora che ce l'aveva con gli Usa, in particolare Craxi per il caso Sigonella". Secondo Di Pietro questa teoria è una "boiata, è mostruoso, c'è da chiedersi dove vogliono arrivare. La mente malata e criminale pensa che se riescono a dimostrare che Mani Pulite non fu un'inchiesta giudiziaria e se creano le condizioni mediatiche per fare una commissione parlamentare di inchiesta per avere un certificato del Parlamento che dice che fu un'operazione politica, così quella classe politica mandata al macero viene rivalutata e si può ripristinare l'articolo 68 della Costituzione, come ha detto ieri il piduista Cicchitto, per evitare che succeda ancora".

Regionali, il caso Campania
L'Italia dei Valori non appoggia il candidato del Pd Vincenzo De Luca. Molti militanti chiedono che sia l'europarlamentare Luigi De Magistris a candidarsi in autonomia. "Sull'appoggio o meno alla candidatura di De Luca in Campania non ci dormo la notte - ammette Di Pietro - Non so davvero cosa fare, ve lo dico con il cuore in mano. Certo che ho chiesto a De Magistris se avesse lui l'intenzione di candidarsi, che credete che non ci abbia pensato? Il fatto è che lui fa grosse resistenze perché dice di essere appena stato eletto in Europa". E comunque - sottolinea il leader dell'Idv - resta sempre il problema del vincolo della coalizione: "Credo che dobbiamo assumerci la responsabilità di trovare per le regionali un accordo di coalizione. Dovrei cercare insomma la quadra insieme a Bersani. Ma sinceramente non so cosa fare perché anche i miei quadri giù in Campania mi dicono che De Luca è un ottimo amministratore, ma ci sono delle ipotesi accusatorie contro di lui, che riguardano anche la Pubblica Amministrazione, che sarebbero di una certa delicatezza... Come faccio con un partito che fa della legalità la sua bandiera a impegnarmi così tanto su questo fronte?". Di Pietro lancia una proposta, per convergere sulla candidatura di De Luca. "A De Luca chiederei: ma se poi ti dovessero condannare, tu ti dimetteresti? Io quando mi hanno rinviato a giudizio l'ho fatto. E infatti avverto molto questo problema... Ma lui che farebbe?".

Il caso Calabria
"Il Pd appoggi il candidato dell'Idv Pippo Callipo alle regionali in Calabria - chiede Di Pietro - perché è meglio vincere insieme che perdere in due. Però la situazione non è colpa di Bersani. E' lì che c'è il macello, con Loiero che dice 'facciamo le primarie, ma se perdo mi candido lo stesso'. E' stato più corretto Boccia in Puglia. Ma è meglio che Pd e Idv in Campania e in Calabria vadano insieme".

Legittimo impedimento
Un lettore chiede a Di Pietro se ha intenzione di chiedere un referendum contro la legge sul legittimo impedimento. "Il referendum sul legittimo impedimento non si può fare. L'hanno davvero pensata bene perché ora che raccogliamo tutte le firme e attendiamo il responso della Corte di Cassazione, la legge-ponte è già scaduta. Il testo sul legittimo impedimento ha infatti una durata di soli 18 mesi. Nel frattempo si faranno un'altra bella legge costituzionale per continuare a restare impuniti". Di Pietro, in compenso, avverte che ora il suo partito aprirà una stagione referendaria: "Vogliamo lottare su due questioni, afferma il leader dell'Idv: vogliamo l'abolizione delle legge che ripropone l'energia nucleare e puntiamo a cancellare quella che privatizza l'acqua".

(04 febbraio 2010)

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