martedì 23 febbraio 2010

ESPOSTO AL TAR: FORMIGONI NON È CANDIDABILE


di Gianni Barbacetto

“Roberto, uno di noi” (come dice lo slogan elettorale di Formigoni), ha un problema. Credeva che la sua candidatura alla presidenza della Regione Lombardia fosse una tranquilla passeggiata verso la rielezione (per il quarto mandato consecutivo). Invece ha trovato un ostacolo sul suo cammino, anzi due: la legge che vieta di fare più di due mandati consecutivi; e l’esposto presentato il 18 febbraio all’ufficio elettorale della Corte d’appello di Milano, competente a ricevere le candidature, che chiede di dichiarare Formigoni non candidabile. A firmare le 21 pagine del documento sono cinque esponenti del Pd lombardo, Vittorio Angiolini, Giuseppe Civati, Ettore Martinelli, Carlo Monguzzi e Riccardo Sarfatti.

Il professor Angiolini, docente dell’università di Milano, aveva già elaborato un parere giuridico sulla questione posta dalla legge numero 165 del 2004, che a suo giudizio stabilisce inequivocabilmente, con precetto preciso e vincolante per le Regioni, il divieto di tre mandati consecutivi. Formigoni è stato presidente della Lombardia già tre volte. La prima, tra il 1995 e il 2000, non si conta, perché era diverso il sistema elettorale e il mandato veniva deciso dal Consiglio regionale. La seconda e la terza volta, nel 2000 e poi nel 2005, con elezione diretta: ora dunque è alla terza candidatura, proibita dalla legge. «La motivazione sostanziale richiamata dalla norma», spiegano i firmatari dell’esposto, «è quella di evitare l’accumulo di potere personale da parte di chi ricopre per troppo tempo una carica di governo. Con il nostro atto», aggiungono, «intendiamo tutelare l’istituzione regionale e speriamo che Formigoni faccia lo stesso. Ci auguriamo sin da ora che il problema sia adeguatamente valutato non solo dal competente ufficio, ma anche e soprattutto dal presidente Formigoni, il quale dovrebbe attentamente considerare l’effetto della sua possibile ricandidatura, obiettivamente a rischio di illegittimità, sulla genuinità del voto nonché sulla saldezza dei futuri equilibri istituzionali determinati dalle elezioni». Ora l’appuntamento è per venerdì 26 febbraio: quel giorno i partiti dovranno presentare le liste elettorali e la Corte d’appello ha 24 ore per accettarle o segnalare eventuali irregolarità. Se l’esposto sarà rigettato, il tre volte presidente proseguirà la sua campagna elettorale. Nel caso invece la Corte lo accogliesse, decidendo che Formigoni è incandidabile, il suo nome dovrebbe essere depennato dalla lista del Pdl. C’è poi una terza possibilità: che la Corte d’appello lo giudichi non incandidabile, ma ineleggibile. In questo caso potrebbe pronunciarsi dopo le elezioni, a cose fatte.

Ai cinque firmatari non sfugge che aver posto in Lombardia il problema Formigoni potrebbe far sollevare, analogamente, in Emilia-Romagna il problema Vasco Errani, anch’egli alle soglie del terzo mandato. «Ma le regole sono regole», risponde Giuseppe Civati. «Non possiamo piegarle di volta in volta ai nostri interessi».

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