Restano in carcere gli arrestati per l'inchiesta sugli appalti per i grandi eventi. Lo ha deciso il gip di Firenze Rosario Lupo, respingendo le richieste di revoca delle misure cautelari in carcere. La richiesta di revoca era stata presentata dalle difese di Angelo Balducci, Diego Anemone e Mauro Della Giovampaola (il quarto arrestato è Fabio De Santis). Intrattenendosi brevemente con i giornalisti il gip Lupo ha spiegato che «permangono tutte le esigenze di custodia cautelare. Resta valida l'ordinanza». In base a quanto si apprende nell'ordinanza che respinge le scarcerazioni il gip spiegherebbe che anche all'esito degli interrogatori non sarebbero stati apportati nuovi elementi tali da contrastare con quanto contenuto nella misura cautelare. Rimarrebbero inoltre, sempre secondo quanto emerso, le esigenze cautelari che avevano portato agli arresti, ovvero, a vario titolo, il pericolo di fuga, di inquinamento delle prove e di reiterazione del reato.
BONAIUTI: «TROPPA POLVERE» - Sull'inchiesta di Firenze il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, Paolo Bonaiuti, intervenendo a «Uno Mattina» ha detto che «c'è molta polvere nell'aria, un polverone che nasconde tutto. Ogni giorno esce un nome. Ho visto troppe volte intercettazioni da una parte e dall'altra distese sui giornali che squadernavano nomi. Poi, alla sentenza, si è visto come tutte queste accuse si siano dissolte nell'aria». In merito alla protezione civile Spa, «Mi sembra - ha detto - che come al solito la sinistra voglia prendersi un merito che non le appartiene. Siamo stati noi per primi a ripensare l'articolo 16 del provvedimento già da domenica scorsa e tutto è stato rimesso nelle mani del Parlamento che deciderà il da farsi».
BERSANI: «DISTINGUERE LE COSE RILEVANTI» - Un altro commento sugli sviluppi dell'inchiesta è arrivato da Pier Luigi Bersani: «Cerchiamo di distinguere le cose rilevanti da quelle meno rilevanti e da quelle sulle quali la magistratura farà il proprio ruolo. Non deve diventare un pasticcio, in cui a un certo punto non si capisce più il filo logico».
16 febbraio 2010
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