VITA E OPERE DEL PRIMO CITTADINO DI SALERNO, FAUTORE DI UNA GRANDEUR FINITA IN ACCUSE DI TRUFFA E FALSO
di Carlo Tecce
di Carlo Tecce
Trasversale: “Berlusconi è un santo”. Caustico: “Se Bersani perde le regionali andrà a fare il presidente di una comunità montana emiliana”. Generoso: “Dico a molti giornalisti: prima di fare pagine e pagine, cercate di capire di cosa si parla”. Cerchiamo. Vincenzo De Luca è un fenomeno astrologico e politico: appare all'improvviso, nella bufera di Tangentopoli, per indicare la fuga verso la moralità. Il giovane comunista che sgomitava con Antonio Bassolino, in ballottaggio permanente per solisti, viene eletto consigliere e poi sindaco a tavolino per le dimissioni di Vincenzo Giordano. C'era una volta il partito dei sindaci: proconsoli del governo, autonomi, innovatori, e persino rivoluzionari. De Luca è il capo dei progressisti per Salerno, vince nel '93. E poi replica nel '97, per il secondo mandato: 71 per cento, un trionfo. Cadono alberi malati, crescono aiuole all'inglese, frulla la movida sui marciapiedi lucenti di via Roma, la squadra di calcio riscopre la serie A. La città è un quadro: bella da guardare, pronta per le cartoline. De Luca è cambiato assieme al panorama. Scafato, disinvolto, sempre più provocatore: “Sono orgoglioso delle vicende giudiziarie che mi riguardano. Rifarei tutto. Aggiornerò i cittadini sul sito del comune”. I doppi forni vanno di moda: se a Bologna, per amanti e vendette, Flavio Delbono ha abdicato al secondo interrogatorio, il candidato unico del Pd in Campania affronterà la campagna elettorale con due rinvii a giudizio.
Siamo nel '98. Una società emiliana con un capitale di 70 milioni di lire aveva pronto un investimento per 200 miliardi. Affascinato da spazi enormi e riconoscimenti, De Luca desiderava regalare alla città – sorta di testamento prima di trasferirsi a Roma da deputato – un parco acquatico da godere con il dolce vento di libeccio. Una spruzzatina di colore al posto della Ideal Standard, la fabbrica di sanitari con oltre 200 dipendenti: sembrava in salute, eppure chiuse a sorpresa. L'intera area verrà venduta alla spa 'Sea Park’, a prezzi inferiori rispetto al mercato. La Procura di Salerno sequestra gli stabilimenti. Per le varianti e il piano urbanistico, due anni fa, De Luca è rinviato a giudizio per concussione, truffa e associazione a delinquere. Nei fascicoli mancano le intercettazioni telefoniche (circa 250), stralciate perché la Giunta per le autorizzazioni della Camera le ha ritenute ‘totalmente prive di valore indiziante e irrilevanti’, chiese la cancellazione e così rafforzò l'immunità del deputato di Salerno. Per la delocalizzazione della Mcm, i capi di accusa sono truffa aggravata e falso. Dovevano trasferire il cotonificio di proprietà di Gianni Lettieri, presidente napoletano di Confindustria: un andirivieni dal centro alla periferia che coinvolgeva la Coop. L'inchiesta interessa De Luca, Lettieri e il suo ex segretario Mario De Biase che, seguendo la cronologia, l'ha sostituito da sindaco (2001-06) durante il mandato alla Camera. De Luca condivide umori e malumori in pubblico e, parafrasando Francesco Saverio Borrelli ai tempi di Mani Pulite, guardò nella telecamera i cittadini: “La giustizia? Ci vuole pazienza, pazienza, pazienza”.
Sindaco sceriffo. Con gli occhiali ben schiacciati sulla fronte, un nodo stretto alla cravatta e vestiti sobri, De Luca ha un profilo telegenico. Quasi per dovere. Ospite fisso in un faccia a faccia a Lira Tv: un monologo trasmesso il venerdì e riproposto, un po' la mattina e un po' la notte, il sabato e la domenica. Passato comunista, maturità nei Ds e nuova gioventù da rappresentante di se stesso. É così a sinistra da sembrare di destra. O viceversa. Qui a Salerno, mai rossa, dove Giorgio Almirante riempiva le tre vasche di piazza della Concordia. Di ritorno da Roma, nel 2006, da solo (con i Ds in panchina) sfidò l'Ulivo monco e la Casa della libertà al completo. Un plebiscito. La gente voleva sicurezza. Ecco, l'ordinanza (multe di 500 euro) contro prostitute e accattoni. Vietati i venditori ambulanti sulle spiagge e nei parcheggi. Ecco, i chioschi per i senegalesi: un centro commerciale, all'aperto, di candele in legno e strani talismani. Più poteri ai vigili urbani. Ecco, cerimonia in Municipio e consegna di dieci manganelli. Dieci erano, dieci saranno. Natale è la festa della luce. Ecco, De Luca fa razzia di luminarie a Pomigliano e poi le pubblicizza sui giornali: 2 milioni di euro, più 500 mila per i mercati e il concerto di Tiziano Ferro a Capodanno. La piramide davanti al tribunale – fatta e rifatta tre volte – è opera di un architetto cinese. In missione (quasi segreta) a Los Angeles, per ingaggiare Frank O. Gehry: “Vuole due anni per il progetto esecutivo”. Troppo. Nessun dubbio sull'eternità: “Le mie ceneri saranno custodite nella futura piazza della Libertà”.
2 commenti:
Posso dirti che è uno schifo.
Dovrebbero vergognarsi
Hai ragione Vanda, è uno schifo!
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