lunedì 1 febbraio 2010

Saltano le primarie e in Campania Bersani incorona De Luca


MARONE, L’UOMO DI BASSOLINO, LASCIA IL CAMPO AL NEMICO DEL SUO CAPO
di Vincenzo Iurillo


In Campania non ci saranno primarie di centrosinistra. Non ci sarà il duello tra bassoliniani e deluchiani, da sempre grandi avversari. Forse non ci sarà neppure un centrosinistra, ma un Pd isolato e combattuto da forze e partiti che potevano e dovevano essere i suoi naturali alleati, e che invece stanno facendo a gara a dichiarare la loro contrarietà al nome proposto e al metodo seguito. E già cercano un altro candidato da contrapporre a quelli del Pd e del Pdl.
Vincenzo De Luca incassa l’investitura di candidato Governatore dei democrat nel modo meno entusiasmante: per abbandono dell’avversario e senza passare per i gazebo. Dovevano essere montati domenica 7 febbraio, ma la rinuncia dell’assessore regionale Riccardo Marone, il candidato dell’uscente Antonio Bassolino e l’unico competitor annunciato fino a poche ore prima della scadenza di presentazione delle firme, ha di fatto annullato la consultazione. “Mi ritiro – ha detto Marone – perché non ci sto a sfasciare la coalizione, andare avanti con primarie che non incontrano il favore delle altre forze significa regalare la Campania al Pdl”. Marone e i bassoliniani si sfilano da una frattura della quale non vogliono assumersi colpe: fino all’ultimo, dicono, lavoreranno per ricostruire l’unità della coalizione. Ma dal governatore uscente, non arriva nessuna dichiarazione ufficiale. L’unità smarrita è la prima patata bollente che De Luca è chiamato ad affrontare. Al momento l’uomo che concorre al grido di ‘Campania libera’ (“dalle clientele” ha spiegato in conferenza stampa) è sostenuto solo dal Pd, dall’Api di Rutelli – che ieri ha rivolto un appello all’Udc affinché non vada a destra – e dai Verdi, i cui segretari regionali hanno firmato uno scarno comunicato di via libera al sindaco di Salerno con l’impegno a lavorare per un allargamento dell’alleanza. Ma Idv, Sel e Federazione di Sinistra insistono nella loro indisponibilità ad appoggiare De Luca, imputato a Salerno in due processi relativi ad alcune varianti urbanistiche delle precedenti amministrazioni salernitane. Antonio Di Pietro parla di decisione del Pd “isolazionista e inaccettabile”. “Improponibile e impresentabile per noi – afferma Luigi De Magistris – non per le sue qualità di amministratore a Salerno. Ma su di lui è in corso un processo su fatti delicatissimi. La questione morale non può partire da De Luca. Speriamo che il Pd riveda la sua posizione”. De Luca ha risposto a questi attacchi durante un’affollata conferenza all’Hotel Vesuvio: “Una cosa è la battaglia per la legalità, altra cosa è l’imbarbarimento della vita politica. Io lezioni di moralità non le accetto, ma le do”. Pochi minuti prima, il sindaco di Salerno ha offerto la sua versione rispetto alle accuse che lo vedono alla sbarra: “Rispondo di truffa perché ho telefonato una volta al sottosegretario al Lavoro Viespoli sollecitando il rinnovo della cassa integrazione per 200 operai Ideal Standard, ma siccome il pm ritiene che quella cassa integrazione non era dovuta perché non c’era l’investimento sostitutivo, avrei truffato l’Inps. É appena il caso di ricordare che la cassa integrazione la decide il ministero, non un sindaco. E rispondo di concussione – ha proseguito – perché mi sono assunto la responsabilità di predisporre una variante necessaria per realizzare l’investimento sostitutivo. Variante sollecitata dall’amministrazione comunale, dal consiglio di fabbrica, da tutti. La concussione? Sarebbe consistita nell’incassare gli oneri di urbanizzazione per le strade e i parcheggi necessari all’opera”.
De Luca appare quindi deciso ad andare fino in fondo, con o senza gli altri partiti di centrosinistra, che intende comunque incontrare nei prossimi giorni in un ultimo, difficilissimo, tentativo di ricucitura. “Li incontrerò – spiega – perché possono concorrere a un obiettivo comune. Altrimenti la regione finisce nelle mani della camorra. A loro ribadirò il concetto di pari dignità per tutti, ma con la determinazione a non presentarci poi alle elezioni come un condominio rissoso, e cercando un accordo non sulle rappresentanze o sul peso reciproco, ma sulle idee”.
Le speranze di riunire la coalizione sono davvero poche, ad ascoltare le reazioni dei leader degli altri partiti. "In Campania – afferma il portavoce della Federazione della Sinistra Paolo Ferrero – il Pd ha consumato sulle primarie una vera e propria farsa e si è assunto la responsabilità di far perdere credibilità alle forze che vogliono qui un rinnovamento vero. De Luca non rappresenta un segno di discontinuità con la gestione attuale della Campania. Chiediamo al Pd di ripensarci trovando un candidato unitario”. E Claudio Fava, coordinatore della segreteria nazionale di Sinistra e Libertà, rincara la dose: “La scelta di De Luca è sbagliata e perdente, perché divide e non unisce”.

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