venerdì 5 febbraio 2010

IL REGNO DI TONINO


Il primo congresso dell’Italia dei valori non avrà sorprese: anche De Magistris con il presidente
di Wanda Marra


Per la prima volta l’Italia dei valori va a congresso. Fino a ora nei circa 12 anni di vita del partito, c’erano state solo due Assemblee dei delegati. Ma a questo punto, quello che era un piccolo movimento fondato da Antonio Di Pietro è cresciuto, fino a diventare un partito sempre più ambizioso e “pesante” all’interno dell’arco politico italiano. In tre anni, l’Idv ha praticamente quadruplicato i suoi voti: prendeva il 2,3 e il 2,9 per cento, rispettivamente a Camera e Senato, alle Politiche del 2006, il 4,4 e il 4,3 per cento a Camera e Senato alle Politiche del 2008, è arrivato all’8 per cento alle Europee del 2009. Un’opposizione dura e intransigente, fondata soprattutto sulla difesa della legalità, sulla questione morale e su non concedere nessuno sconto a Berlusconi hanno radicato sempre di più nell’elettorato il partito dell’ex pm di Mani Pulite, soprattutto dopo che la sinistra radicale è scomparsa dall’arco parlamentare. Negli ultimi mesi, il dibattito interno all’Idv si è approfondito sempre di più, stimolato e portato avanti soprattutto da Paolo Flores d’Arcais e da Micromega. In un un numero uscito all’inizio di ottobre, la rivista aveva evidenziato come a confrontarsi siano di fatto due partiti in uno: quello delle candidature per le Europee, con schiacciante preponderanza della società civile, e quello dei mini-potentati locali, di origine e deriva partitocratica, non immuni da poca trasparenza morale e trasformismi. Sui mali del partito, Di Pietro aveva così anche aperto un’inchiesta informale. Nell’Idv, dunque, c’è la vecchia guardia dei fondatori, rappresentata da personaggi come Donadi e Formisano e una parte più all’avanguardia che ha tra i suoi esponenti di punta De Magistris. Anime non del tutto allineate tra loro. Tanto che non sono mancati gli scontri. In un primo momento si era pensato che il magistrato di Why Not potesse presentarsi al congresso con una sua mozione alternativa a Di Pietro (alle Europee ha preso più voti di quest’ultimo). In pochi mesi, infatti, è stato catapultato a candidato leader dell’Idv al posto di Di Pietro addirittura da una mobilitazione sul web e da una serie di assemblee di autoconvocati. Ma non è andata così. De Magistris ha preso le distanze da queste sollecitazioni e Di Pietro ha ribadito la sintonia con lui. Almeno ufficialmente. A candidarsi Presidente dell’Idv sono dunque soltanto Antonio Di Pietro, che ha incassato il pieno appoggio di De Magistris, e Franco Barbato che si presenta con una sua mozione assolutamente minoritaria. Nonostante l’appoggio, però, resta da vedere come e dicendo cosa De Magistris, che ha comunque una fisionomia da leader, si distinguerà. Quel che certo comunque è che si tratta di un congresso già scritto per un partito che evidentemente ha ancora una forte identificazione con il proprio leader. E domenica Antonio Di Pietro sarà confermato presidente.
Anime a confronto, e due mozioni, ma quella di Barbato è assolutamente minoritaria.

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