
Un altro No Berlusconi Day. Questa volta contro il legittimo impedimento. Le pagine Facebook che hanno portato alla grande manifestazione viola del cinque dicembre, ieri hanno pubblicato tutte lo stesso annuncio: “Il popolo del No Berlusconi Day torna in piazza il 27 febbraio alle 14.30, a Roma, in Piazza del Popolo”. Se l’innesco della manifestazione di Piazza San Giovanni era stata la bocciatura del lodo Alfano, questa volta è il legittimo impedimento, la ventesima legge ad personam, che fa rompere gli argini ai militanti viola. “Il popolo del No Berlusconi Day – scrivono su Facebook – chiede ancora le dimissioni di Berlusconi e lo fa alla luce delle ultime novità scaturite dalla votazione di ieri alla Camera sul legittimo impedimento”. Se, aggiungono i manifestanti, “l’approvazione alla Camera del cosiddetto Legittimo Impedimento consente a Berlusconi di evitare di partecipare ai processi che lo vedono imputato a causa dei suoi impegni politici” allora “noi ribadiamo quanto già gridato il 5 dicembre: si deve dimettere. In modo da potersi fare processare tranquillamente”.
L’annuncio, sul Web, è come un fulmine, partono subito commenti, reazioni, link degli internauti. Quando lo scorso ottobre venne lanciata la manifestazione del cinque dicembre, sembrava semplicemente folle l’idea che la società civile auto-organizzata su Internet potesse davvero scendere in piazza. Ma in poco tempo la mobilitazione virtuale si conquistò rispetto e attenzione da parte dei media e della politica. Fu per primo Antonio Di Pietro – con Paolo Ferrero – ad aderire convintamente. Ma giorno per giorno fioccarono le adesioni di intellettuali, artisti, semplici cittadini. Il Pd, fresco di primarie, rimase ondivago fin all’ultimo. Rosyi Bindi dichiarò, a ridosso del cinque dicembre, che se non fosse stata “presidente del Pd” sarebbe andata in piazza. Alla fine anche lei ruppe gli indugi: arrivò sotto al palco del No B. Day applaudita da due ali di folla.
I comitati locali, nati spontaneamente per il cinque dicembre, sono ancora in piedi. Sono i nervi che portarono alla mobilitazione dalla Rete ai territori, fino in piazza. Questa volta, per una nuova manifestazione, la strada sarebbe già spianata: i meccanismi sono già rodati e i viola uniti da conoscenza se non da amicizia. Eppure l’annuncio di ieri, se ha convinto tantissimi, ha trovato anche dei dubbi sul social network. La decisione è stata presa dal gruppo che ha continuato a tenere le redini della mobilitazione: coloro che hanno organizzato sit-in in tutta Italia a difesa della Costituzione sabato scorso, e il gruppo romano che ha lanciato il presidio permanente contro il legittimo impedimento solo due giorno fa. Su Facebook molti, come detto, approvano: “Bene”; “Ok, ci sarò”; “bravi ragazzi!”. Ma emergono anche dei dubbi: “Stavolta chi paga pullman e palco?” chiede polemicamente un utente: il cinque dicembre un generoso contributo arrivò dall’Italia dei Valori e da Rifondazione. “Troppo presto!” scrive qualcun altro, mentre: “Ci sarò, ma secondo me è un errore, rischiamo un fiasco” precisa Paolo. C’è chi invece vorrebbe tante manifestazioni locali al posto di un appuntamento nazionale. Vedremo presto che succederà. I viola hanno già stupito tutti una volta. Potrebbe farlo di nuovo, a tempo di record, il 27 febbraio prossimo.


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