venerdì 12 febbraio 2010

L’alcova Sport Village “Entrava dal retro”


GLI INCONTRI HOT NELLA STRUTTURA CHIAVE DEI MONDIALI DI NUOTO

di Paola Zanca

Pantaloni color crema e kimono bianco, le ragazze del centro estetico del Salaria Sport Village, Guido Bertolaso l’hanno visto entrare e uscire decine di volte. Dall’ingresso sul retro. Ma a nessuna è mai venuto un dubbio. Né si sono accorte che quando il centro era chiuso lui veniva qui a fare “cose megagalattiche” con Monica, la brasiliana. Pensavano non volesse dare nell’occhio, credevano non amasse la celebrità. Un’ora di massaggio. Poi passava alla cassa per pagare.

Il via vai si ferma il 6 aprile del 2009. Alle 3:32 della notte la terra trema in Abruzzo e per Bertolaso il tempo dei massaggi è finito. Da allora nessuno ricorda di averlo più visto al Salaria Sport Village. 75 mila metri quadri immersi “nella quiete del parco fluviale del Tevere”: piscina olimpionica, 8 campi da tennis, 6 da calcio, sala fitness, bar e ristorante. E poi sauna, bagno turco, idromassaggio, cascata di ghiaccio, nebbia fredda, doccia tropicale.

Che posto sia, lo capisci dal parcheggio. Una sfilza di Bmw, Mercedes, Audi. Facce liftate, abbronzatissime anche a febbraio. Abiti di sartoria, gessati e cappotti. Non proprio l’ideale per andare a fare quattro salti. Ma è l’ora di pranzo: sono imprenditori e manager in pausa dal lavoro. Francesca invece al lavoro non ci va da un mese. È lei la donna con cui Bertolaso amava “fare terapia”. 45 anni, qualche problema di schiena, i clienti la conoscono tutti. Hanno anche il suo numero di cellulare. Qualcuno le ha mandato un messaggio per chiederle se aveva voglia di parlare. Altri si disperano per “quell’etichetta” che sarà difficile spazzare via. Solo qualcuno non ha perso la voglia di scherzare e ha telefonato al Centro chiedendo un appuntamento proprio con lei.

Bertolaso a quelle “terapie” – sostiene il gip – non ci andava solo per piacere. Erano la contropartita per i favori concessi agli imprenditori. Il Salaria Sport Village è stato fondato nel 2004 da Diego Anemone e Filippo Balducci.

La Anemone Costruzioni è uno degli aggiudicatari degli appalti per il G8 della Maddalena. Filippo invece è il figlio di Angelo, già delegato della presidenza del Consiglio ai “Grandi eventi”, poi commissario straordinario per i Mondiali di Nuoto a Roma e ora presidente del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

Entrambi, Anemone figlio e Balducci padre, sono stati arrestati due giorni fa.

L’inchiesta appena cominciata potrebbe aprire altri fronti: tra questi c’è anche la stessa struttura sportiva fondata da Anemone e Balducci. Una di quelle superfavorite nei Mondiali di Nuoto dell’estate scorsa. Nonostante il parere contrario di comune e provincia al Salaria vennero concesse deroghe urbanistiche per costruire 160 mila metri cubi in più. Ufficialmente i due soci hanno venduto tutte le loro quote a due fiduciarie, ma ogni anno – come documentato da L’espresso – queste versano introiti alla società di Balducci.

Anemone si è occupato invece direttamente dei lavori di ampliamento, tramite la ditta intestata alla moglie, Vanessa Pascucci, a sua volta socia della consorte di Balducci in una casa di produzioni cinematografiche. All’epoca a visionare sui lavori, c’era prima Angelo Balducci, poi Claudio Rinaldi, nominato successore da una commissione tra i cui membri c’era anche lo stesso Bertolaso. Grazie al suo via libera – reso possibile dai poteri commissariali – il Salaria Sport Village poté ingrandirsi in una zona “a rischio esondazione del Tevere”.

“È del tutto chiaro – sostiene il consigliere regionale Pd Enzo Foschi – che i Mondiali di Nuoto sono stati il pretesto per fare favori a figli e amici.

È clamoroso che la gestione dei Mondiali sia stata affidata ai poteri commissariali della Protezione civile”. Ancora oggi i locali sono sotto sequestro e i tecnici del comune mantengono una posizione fermissima: quell’abusivismo “non è sanabile”.

Meno ferma la posizione del sindaco Alemanno che un anno fa, quando la bomba-abusivismo era già esplosa, inserì il Salaria Sport Village tra le tappe di un suo tour a Roma nord. Neanche un giro nel cantiere per farsi un’idea della situazione. Il sindaco – era il 20 febbraio del 2009 –, trovò il tempo solo per pranzare con i gestori della struttura.

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