di Marco Travaglio
Nelle ultime settimane il Partito dell’Amore è riuscito a dichiarare guerra, nell’ordine: ad Haiti, agli Stati Uniti, alle Nazioni Unite (grazie a Disguido Bertolaso) e all’Iran (grazie alle misurate parole del Cavalier Zelig alla Knesset, subito peraltro smentite dinanzi ai palestinesi).
In passato, grazie alla maglietta di Calderoli, fummo sull’orlo di una guerra con
In precedenza stava per invaderci financo
Mancavano soltanto le guardie svizzere in assetto di guerra sulle rive del Tevere, e infatti ci siamo arrivati grazie alle sagaci campagne del Giornale di Littorio Feltri contro Dino Boffo e poi contro i suoi presunti nemici interni (il direttore dell’Osservatore Romano, Vian, e il suo presunto mandante cardinal Bertone), su su fino a Sua Santità in persona. “Il Papa fuori dalla grazia di Dio”, titolava ieri il foglio umoristico berlusconiano, mentre quello serio, Il Foglio di Giuliano l’Aprostata, strapazzava il giornale vaticano accusandolo di voler addirittura “silenziare e esporre alla gogna l’informazione laica, libera e amica”. Che sarebbe, tenetevi forte, quella del Foglio medesimo: cioè del samizdat che da anni tritura le palle ai redattori e agli eventuali lettori con vespri, salmi, oremus e ite missa est, e pubblicando le omelie integrali con testo a fronte del cardinal Ruini che nemmeno l’Osservatore oserebbe mai riportare.
Tutto questo perché Littorio, l’estate scorsa, pubblicò una patacca – una delle tante – contro Dino Boffo: la falsa informativa di polizia che “attenzionava” la sua presunta omosessualità, poi attribuita nientepopodimenochè alla “gendarmeria vaticana”. Tesi subito ripresa da Giuliano l’Aprostata, che dopo l’intervento del Papa se la prende col povero Vian, accusandolo di troppo amore per le “chiacchiere di portineria” e di “dirottare la voce ufficiale del Papa”, e tenta di rimangiarsi le accuse lanciate nei giorni scorsi dicendo che era tutto uno scherzo: e chi le ha prese sul serio “manca di senso dell’umorismo” (forse teme che, la prossima volta che tenterà di baciare l’anello al Pontefice, questi risponda con uno sganassone). Anche Libero abbandona eccezionalmente la prima pagina fissa su Di Pietro e si lancia all’assalto di Santa Romana Chiesa, con titoli del tipo “Telenovela in Vaticano”, “Toppa sul caso Boffo, ma non tiene”, “C’è chi usa il Pontefice solo per farsi scudo”.
Insomma il caso Boffo, ormai divenuto caso Ratzinger grazie alla leggiadra levità di questi elefanti in cristalleria, s’è talmente avvitato su se stesso, con tripli salti mortali carpiati, che non ci si capisce più nulla.
Si stenta ancora a credere che gli house organ del Banana siano riusciti nella titanica impresa di inimicargli non solo l’Avvenire e i vescovi italiani, da sempre molto tolleranti e corrivi con le vergogne berlusconiane, ma addirittura il Sommo Pontefice, che giustamente s’è sempre occupato di problemi un po’ più seri e generali dell’orticello italiota.
Tanto più che, comica finale, sia Littorio sia l’Aprostata sono atei dichiarati e dunque sfugge ai più il motivo del loro morboso aggirarsi in questo svolazzare di tonache, porpore, turiboli e aspersori. E’ quel che si domanda il povero Banana che, con tutti i guai che ha (e che gli procura Bertolaso) e con le elezioni alle porte, deve pure inseguire i cardinali per strada e tenerseli buoni con patetiche letterine alle suorine sul caso Englaro. Nel sacro casino, comunque, almeno una certezza si staglia nitida tra le nebbie miste a incenso: in Vaticano trovano il tempo di leggere Il Foglio, Libero e Il Giornale. Anche le loro eminenze, ogni tanto, necessitano di un po’ di svago.
1 commento:
:DDDDDDD.... "sua feltrità e giuliano laprostata".."elefanti in cristalleria".
Vorrei solo sapere se mentre tira fuori queste azzeccate etichette se la ride pure Lui. Sempre più fantastico!
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