venerdì 12 febbraio 2010

Torino, operaio si suicida. Aveva paura di perdere il posto


È un suicidio che potrebbe essere frutto della crisi occupazionale che sta investendo le piccole imprese italiane quello di Emanuele V., trovato impiccato questa mattina in un magazzino a Vinovo, poco distante da Torino. Aveva appena 28 anni. Ha deciso di farla finita in mezzo agli ultimi scatoloni che si stavano chiudendo nell'azienda per la quale lavorava, la cooperativa Tecnodrink, che di recente aveva perso l'unica commessa sulla quale si incentrava tutta la sua attività.

A dare l'allarme, poco prima delle 9, sono stati i colleghi che lo aspettavano al bar come tutte le mattine. Uno di loro, un socio della cooperativa, si è insospettito non vedendolo arrivare e si è recato nel vicino magazzino di via Cervinia, in località Garino. Ha trovato il lucchetto della porta aperto e, una volta entrato, il corpo del ragazzo appeso a una trave.

Secondo il medico legale, il suicidio risalirebbe a qualche ora prima. Emanuele lascia il fratello, con il quale viveva a Vinovo e la madre, che invece aveva deciso di andare a stare col nuovo compagno conosciuto dopo la morte del marito, avvenuta pochi anni fa a causa di un tumore. Per il ragazzo quello presso la Tecnodrink era più di un lavoro: era benvoluto dai colleghi, che considerava quasi una seconda famiglia e, inoltre, incontrava sempre molte e nuove persone, in quanto l'azienda si occupava di installare e svolgere la manutenzione dei spillatori per birra per conto del gruppo danese Carlsberg.

All'inizio dell'anno, però, l'amara sorpresa: la Carlsberg non ha rinnovato nessun contratto di servizio con le piccole cooperative in Italia, passando la totalità della gestione degli spillatori sul territorio nazionale al gruppo Coca Cola. E così per i nove lavoratori (in parte soci e in parte dipendenti) della Tecnodrink si sarebbero aperte a breve le porte della cassa integrazione e in seguito quelle della mobilità. Emanuele non ha retto all'idea di restare senza lavoro e forse, più ancora, di non poter continuare la vita che aveva fatto negli ultimi quattro anni, da quando era stato assunto dalla cooperativa. Grazie al suo lavoro, infatti, frequentava numerosi locali della provincia torinese, incontrava tanta gente e talvolta partecipava anche a eventi più importanti quali fiere, concerti e punti verdi, senza dimenticare le Olimpiadi del 2006.

Secondo quanto hanno raccontato i colleghi ai carabinieri della compagnia di Moncalieri, giunti sul luogo del decesso, da qualche tempo il ragazzo manifestava segni inequivocabili di depressione. Alcuni lo avevano anche trovato ubriaco, come se avesse bevuto per dimenticare, e lo avevano ripreso. Tuttavia, nessuno si aspettava un gesto estremo come quello che ha commesso, tra gli scatoloni contenenti gli spillatori che la Tecnodrink doveva riconsegnare alla Carlsberg, in quanto in comodato d'uso. In casa del giovane, invece, i militari hanno trovato un suo biglietto in cui scrive di voler cercare tranquillità e chiede scusa alla madre.

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