È un suicidio che potrebbe essere frutto della crisi occupazionale che sta investendo le piccole imprese italiane quello di Emanuele V., trovato impiccato questa mattina in un magazzino a Vinovo, poco distante da Torino. Aveva appena 28 anni. Ha deciso di farla finita in mezzo agli ultimi scatoloni che si stavano chiudendo nell'azienda per la quale lavorava, la cooperativa Tecnodrink, che di recente aveva perso l'unica commessa sulla quale si incentrava tutta la sua attività.
A dare l'allarme, poco prima delle 9, sono stati i colleghi che lo aspettavano al bar come tutte le mattine. Uno di loro, un socio della cooperativa, si è insospettito non vedendolo arrivare e si è recato nel vicino magazzino di via Cervinia, in località Garino. Ha trovato il lucchetto della porta aperto e, una volta entrato, il corpo del ragazzo appeso a una trave.
Secondo il medico legale, il suicidio risalirebbe a qualche ora prima. Emanuele lascia il fratello, con il quale viveva a Vinovo e la madre, che invece aveva deciso di andare a stare col nuovo compagno conosciuto dopo la morte del marito, avvenuta pochi anni fa a causa di un tumore. Per il ragazzo quello presso
All'inizio dell'anno, però, l'amara sorpresa:
Secondo quanto hanno raccontato i colleghi ai carabinieri della compagnia di Moncalieri, giunti sul luogo del decesso, da qualche tempo il ragazzo manifestava segni inequivocabili di depressione. Alcuni lo avevano anche trovato ubriaco, come se avesse bevuto per dimenticare, e lo avevano ripreso. Tuttavia, nessuno si aspettava un gesto estremo come quello che ha commesso, tra gli scatoloni contenenti gli spillatori che
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