venerdì 12 febbraio 2010

La donna tangente


di GAD LERNER

LA DONNA-tangente pare ormai assunta come merce di scambio ordinaria fra i puttanieri della nuova classe dirigente italiana. Costa relativamente poco, cementa solidarietà indicibile ovvero complicità omertosa, come e più di qualsiasi altro pagamento in nero. Il regalo sessuale lubrifica il sistema affaristico fin dentro i palazzi del governo, e pazienza se rende incivile anche la Protezione civile: funziona perché corrompe.

Lo spregiudicato costruttore romano Diego Anemone che offre graziosamente a Guido Bertolaso le prestazioni della brasiliana Monica e le "ripassatine" di Francesca, in attesa della festa "megagalattica" al Centro benessere Salaria Sport Village con due o tre ragazze, mi raccomando, "di qualità", si è procacciato appalti lucrosi con lo stesso metodo reso celebre dall´imprenditore della sanità barese Gianpaolo Tarantini.

Resta da chiedersi quanti sono in Italia i prosseneti alla Anemone o alla Tarantini, capitani d´impresa non ancora quarantenni tanto abili nel saziare gli appetiti erotici della Seconda Repubblica. Intervistata dal "Financial Times", l´estate scorsa Patrizia D´Addario spiegava che questo genere di scambi tra uomini politici e cacciatori d´appalti è prassi ordinaria. Da Tangentopoli a Puttanopoli. Ma anche nel settore privato dilaga la stessa usanza: a Milano è risaputo che certe cene d´affari con clienti stranieri vengono suggellate dall´ingresso finale a sorpresa delle signorine-cadeau.

L´esempio, come sempre, viene dall´alto. E poco importa che il Capo supremo possa disporre di una rete di fornitori così servizievoli da concedergli pure l´illusione della conquista gratuita: il maschio di potere si compiace di pensare che le donne lo desiderino per quel che è, non solo per quel che sperano di ricavarne.

Ora sappiamo che la sintonia fra B&B era cementata da una consuetudine di uomini maturi che si strizzano l´occhio l´un l´altro, come del resto già testimoniato dalla serata a Palazzo Grazioli del 2 dicembre 2008 in compagnia di Gianpaolo Tarantini e delle sue girls. Sarà senz´altro una coincidenza se un uomo assai vicino a Bertolaso ha di recente rilevato la Tecnohospital di Tarantini, in grave perdita. Rifiutiamo anche solo di pensare che un tale business sia stato corroborato da attenzioni intime. Vale di più riflettere sulla postura di questo potere maschile, e sugli effetti sociali che ne derivano.

Gli "uomini del fare", che operano per "il bene del paese", hanno dunque in comune pure un´idea usa e getta dell´amore. È del resto un´idea ben comunicata dalla pornografia televisiva imperante, prima ancora che dal repertorio dei discorsi pubblici del premier. Il corpo della donna plastificato e ridotto a ornamento ebete, con una ripetitività che ne abbatte la stessa carica erotica, altro non è che lo specchio di una misoginia perpetuata nella concezione della famiglia, nei luoghi di lavoro, nelle carriere politiche.

Fior di studiosi hanno quantificato il danno economico, oltre che il ritardo culturale inflitto così alla società italiana. Ora sappiamo che non si tratta solo di arretratezza. La creatività dei puttanieri all´italiana ha escogitato una vera e propria scommessa imprenditoriale: le donne si regalano come bustarelle in carne e ossa per entrare nel giro che conta.

Conosco l´obiezione secondo cui non c´è niente di nuovo sotto il sole, si tratterebbe di un malcostume antico. Ma quando mai, in democrazia, s´è dovuto fare i conti come oggi con quel particolare tipo di consorteria rappresentato dal vincolo indecoroso, tant´è che bisogna tenerlo segreto pure alle rispettive famiglie, della scorribanda da casino? Ci sono patti fra compari che assumono ben altra portata quando coinvolgono i responsabili di settori delicatissimi delle istituzioni. L´omertà alimenta il mercato dei favoritismi e dei ricatti. Cominciamo finalmente a rendercene conto?

E poi c´è l´immagine che trasmette di sé il potere maschile, da quando i sorrisi di facciata non bastano più a mascherarne l´arroganza e l´inadeguatezza culturale. Si arrabatta nel sostenere che tutta l´Italia sia a misura di puttanieri, o vorrebbe esserlo. Come se in questo paese non fossero già praticabili una relazione uomo-donna e una sessualità più mature, soddisfacenti, dignitose, paritarie.

Sentiremo ancora la rituale litania contro le intercettazioni telefoniche e il gossip, nel tentativo di liquidare la compravendita dei corpi alla stregua di un hobby rilassante. Ma il degrado è ormai così manifesto da rendere anacronistica tale invettiva. Cresce infatti la percezione che i comportamenti personali di chi occupa cariche istituzionali hanno rilevanza pubblica e ripercussioni profonde sulla nostra civiltà. Per usare il linguaggio di Berlusconi: chi sputtana l´Italia?

(12 febbraio 2010)

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