giovedì 4 marzo 2010

De Santis: ero agli ordini di Balducci


Indagato anche un altro magistrato

di ELSA VINCI

Difese in ordine sparso. Balducci respinge le accuse, De Santis scarica sul capo, Anemone continua a tacere. Il secondo turno di interrogatori di garanzia, ieri a Roma e a Milano, rivela scelte individualiste, l'assenza di una strategia difensiva univoca tra gli uomini chiave dell'inchiesta sugli appalti del G8. Una giornata di faccia a faccia tra magistrati e arrestati. "Ancora inchiodati - secondo i pm - al capo di imputazione". Tutti, tranne De Santis, hanno chiesto la libertà. Il gip di Perugia, Paolo Micheli, deciderà entro lunedì. Tra gli indagati anche un magistrato della Corte dei Conti di Roma, Mario Sancetta, che avrebbe suggerito e procacciato appalti ad alcuni imprenditori. Proprio ieri il Csm ha accolto le dimissioni del procuratore aggiunto di Roma, Achille Toro, indagato.

"Mai conosciuto Toro. Mai avuto contatti", dice Angelo Balducci al giudice. La giornata dell'ex presidente del Consiglio nazionale dei Lavori pubblici comincia con la lettura dei giornali. Sgradevoli per lui le indiscrezioni sugli incontri omosex. "Quando abbiamo visto insieme gli articoli c'era quasi da ridere, ma siamo pronti ad azioni legali", dice l'avvocato Franco Coppi.

Non sono nemmeno le 10,30 quando arriva il gip accompagnato dalla pm Alessia Tavarnesi. Si comincia con gli appalti. "Erano regolari, abbiamo seguito le procedure, c'era un apposito comitato che controllava le procedure", ripete Balducci. Al magistrato interessano i rapporti con gli Anemone, imprenditori edili scelti più di una volta nel corso degli anni dai servizi segreti per la ristrutturazione di uffici e locali. "Le nostre famiglie si conoscono da vent'anni ma l'amicizia non ha mai influito sulle scelte dell'amministrazione". Balducci sottolinea che Diego Anemone non ha vinto le gare per le piscine dei Mondiali di nuoto dell'anno scorso. Ma i magistrati, nelle carte dell'inchiesta, osservano che l'imprenditore romano è entrato nei lavori in secondo momento.

"Balducci ha risposto puntualmente e ha respinto tutte le accuse", dice l'avvocato Roberto Borgogno. La difesa ha già depositato una serie di fatture, documenti contabili, ha indicato numeri di conto corrente per dimostrare che "le auto di lusso sono state pagate con soldi propri" e che, per esempio, l'affitto di un idrovolante per spostarsi era un benefit previsto da uno dei contratti. "Balduccci è depresso, straniato. Rifiuta le visite", dice Melania Rizzoli, del Pdl che è andata a trovarlo a Regina Coeli. Ed è su di lui, sul capo, che scarica tutte le responsabilità Fabio De Santis, ex funzionario della Protezione civile, ascoltato a San Vittore. "Obbedivo a Balducci, seguivo le sue direttive, facevo riferimento costante a lui", ha detto. A De Santis viene contestato, tra l'altro, di aver favorito l'impresa del fratello Marco. L'ex funzionario risponde che i rapporti del fratello con Diego Anemone risalivano al 2001 e riguardavano solo un'associazione temporanea di impresa. Poi ha ribadito di essere estraneo alle vicende sugli appalti in deroga per la costruzione delle piscine per i Mondiali.

Respinge le accuse anche Mauro Dellagiovampaola, ex dirigente del ministero dei Lavori pubblici. "Il mio era un lavoro di coordinatore tecnico. Non avevo responsabilità né di approvazione né economica". Ascoltato a Firenze l'avvocato Guido Cerruti. Sospetti sugli appalti per gli Uffizi potrebbero portare a nuovi sviluppi.

Intanto a Roma in tribunale, il procuratore capo, Giovanni Ferrara, spiega ai giornalisti di aver suggerito personalmente all'aggiunto Toro di dimettersi. "Mi chiamò il procuratore di Firenze annunciandomi quattro arresti - ricorda Ferrara - Non dissi a Toro del figlio. Ma quando mi telefonò spaventato per l'inchiesta, gli consigliai di dimettersi. Mi pregò di preparare la minuta. Gliela mandai, lui la ricopiò e me la fece avere".

(04 marzo 2010)

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