E avverte il Pd: "Basta inseguire chimere"
"Il Pd invece di correre dietro a strane chimere si affidi a chi, come l'Idv, è in grado di costruire la coalizione, torni ad essere un partito maturo per tornare a vincere". E' il leader dell'Idv Antonio Di Pietro a spronare così il Partito Democratico a seguire l'Italia dei Valori che, dice, "ha tenuto rispetto al risultato straordinario delle europee e ha fatto cinque volte tanto rispetto alle scorse regionali con la politica della chiarezza dell'opposizione". Il Pd, dice Di Pietro commentando con i giornalisti i risultati del voto, dica basta "alla politica dell'attendismo, dei notabilati, di ripresentare personaggi scoloriti, smunti che non hanno più nulla da dare e da dire". Come nel caso di "Loiero in Calabria che ha preso meno voti rispetto ai partiti che lo sostenevano". In questo momento, a fronte di un partito come l'Italia dei Valori che dimostra di essere un partito dinamico e vicino ai cittadini, c'è una coalizione ancora frammentata, di tanti partiti e partitini, che non si sono messi d'accordo tra di loro, che non riescono ad attrarre l'astensione, che non riescono a far convergere anche i partiti che hanno fatto mera protesta".
Poi la riflessione su Grillo, che in alcune realtà ha insidiato l'Idv: "Io non critico Grillo che ha preso i voti, lo ammiro e lo rispetto, perchè i cittadini in quel caso hanno semplicemente protestato e invece spetta ai partiti perchè dalla protesta si passi alla proposta. Noi ci proponiamo come costruttori di questa alternativa, partendo da un dato di fatto, senza infingimenti: è inutile giocare 7-3, 7-4, vincere in Umbria e vincere in Lombardia non è la stessa cosa, ma soprattutto vincere in Piemonte e vincere il Lazio, anche menomata, non è la stessa cosa". "Quindi -conclude Di Pietro- si parte da questo riconoscimento di responsabilità, l'Italia dei Valori lo può fare e lo può dire perchè noi abbiamo migliorato il nostro risultato, ci auguriamo che adesso in sede locale tanti piccoli califfati, come ad esempio in Calabria, si facciano da parte e lascino spazio al nuovo, ai giovani, ad una nuova classe politica".
(30 marzo 2010)
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