di Marco Travaglio
Le firme sono macroscopicamente false!”, tuonava il Giovanardi, “procure e uffici preposti escludano le liste presentate in modo irregolare!”. “Le autorità competenti facciano controlli a campione sull’autenticità delle firme!”, strillava il Tajani. “E’ una truffa agli elettori!”, fremeva il Landolfi.
Era il marzo 2005, vigilia delle Regionali, e s’era appena scoperto che Alternativa Sociale, la lista di Alessandra Mussolini allora in guerra con
Tutta
“E’ una partita a carte truccate”, si stracciava le vesti Storace, “qui si gioca sporco, la campagna elettorale va combattuta ad armi pari”. Ciccio Epurator denunciò
Storace: “Ha raccolto firme false, è finita”.
Martusciello: “Quando ci sono le elezioni bisogna rispettare le regole”.
Gasparri: “Diamo un premio ai pochi che han messo la firma vera”.
Gasparri nei panni di pm: “E’ un reato associativo, un attentato alla democrazia. Cosa c’è di più antidemocratico che falsare la competizione elettorale con firme false? Il capo dello Stato non ha nulla da dire?”.
Calderoli: “Predicano bene e razzolano male, parlano di moralità e poi ricorrono a mezzucci”.
Formigoni (ma sì, lui): “Le regole vanno sempre rispettate. E’ giusto che ci sia un controllo rigoroso degli eventuali abusi e che siano puniti coloro che ne hanno commessi. Gli organi preposti verifichino se le firme sono corrette o false”.
Ri-Gasparri: “Non è una vicenda politica, ma giudiziaria. La democrazia è in pericolo, ci sono profili penali. Vanno cancellate le liste con firme false e vanno perseguiti quelli che le han facilitate. Il capo dell’associazione si chiama Prodi”.
Maroni: “Voglio sanzioni ancor più gravi della semplice esclusione delle liste: chi raccoglie firme false fa una truffa elettorale”.
Alemanno: “Decidano i giudici. Moltiplichiamo i controlli: sono regole fondamentali per la democrazia”.
Capezzone (periodo rosa) stava per chiamare i Caschi blu: “S’impongono controlli a tappeto anche con l’ausilio di osservatori internazionali (chiedendo un intervento immediato dell’Ocse), su tutte le liste presentate in tutt’Italia”.
Matteoli: “Falsari”.
Bondi: “Comportamento disgustoso e immorale della sinistra che non condanna chi viola le leggi”.
Castelli: “Le firme van raccolte onestamente secondo la legge”.
Poi si scoprì che le firme false le aveva infilate qualcuno dello staff Storace con accessi abusivi all’anagrafe della regione. E il Consiglio di Stato riammise As.
Apriti cielo: botte da orbi alle toghe rosso-nere.
Landolfi: “Sconcertante”.
Bartolini: “I giudici stabiliscono il principio di illegalità, gli elettori puniranno i truffatori”.
Cicchitto: “Forzatura gravissima”.
Gasparri: “Pagare gli stipendi ai consiglieri di Stato solo il 31 febbraio”.
Giovanardi: “Pagina vergognosa della storia italiana”.
Berlusconi: “Sentenza paradossale: riammette una lista con firme false. Per salvaguardare la correttezza democratica del voto, il Consiglio di Stato avrebbe dovuto occuparsi del fatto principale, cioè delle firme false, e non di un cavillo”.
Per tutti questi motivi, ieri sera il governo Berlusconi ha riammesso per legge le liste fuorilegge di Polverini e Formigoni.
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