Il direttore Minzolini che fa editoriali a raffica, il dg Masi che controlla dove Santoro fa la pipì. E il presidente di garanzia sta un po' di qua, un po' di là, sigillato in un linguaggio criptico.
Monosillabico: “Per il ruolo che ricopro non voglio esprimere giudizi. E non intendo farmi tirare per la giacca da nessuno”. Paolo Garimberti non ha fatto nulla e non ha detto nulla sull'inchiesta di Trani, se non convocare e annullare un Cda per valutare la deontologia di Masi e Minzolini: “Si faccia subito chiarezza”. Chi? Come? Quando?
Appena spunta la polemica a viale Mazzini, Garimberti interviene con l'estintore. Fuori e dentro la metafora: “In questo clima così acceso nel paese non c'è bisogno di fare gli incendiari. Anzi, la Rai deve contribuire a spegnere gli incendi”.
Minzolini critica la manifestazione per la libertà di stampa? “Quanto accaduto è irrituale”. Minzolini si ripete. Garimberti no: “'Ho già detto più volte quello che penso degli editoriali nei Tg: repetita non iuvant''.
Il Tg1 esalta Craxi versione statista con un monologo del direttore. Garimberti è al cinema: “Mi spiace, non ho visto”.
Il ministro Scajola e il vice Romani aprono un'istruttoria contro Annozero. “Non è questione di essere pessimisti o ottimisti, è questione di rispettare le regole”.
Il Cda conferma la sospensione di quattro programmi. “Sono amareggiato per le divisioni interne”.
Sergio Zavoli evoca il filo spinato. Garimberti è munito di cesoie: “Non vorrei troppo filo spinato come presidente della Rai. Mi rendo conto che la Rai deve osservare regole, dei principi e dei valori”.
Il discorso più concreto (e prolisso) l'ha pronunciato in un convegno con il cardinale Bagnasco: “San Francesco Di Sales, patrono dei giornalisti e Santa Chiara, patrona della televisione, ci invitano alla virtù del dialogo e del senso di responsabilità, a mettere al centro del nostro lavoro la dignità delle persone”.
Car.Tec.
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