
di Silvia D’Onghia
Il sito del Popolo della libertà Roma ha una homepage che la dice lunga sulla situazione attuale: i risultati delle elezioni europee 2009. Solo la pubblicità di Stefano Maullu, candidato a Milano, ricorda, in piccolo, che si vota anche per le regionali. Va peggio al sito del Pdl laziale, che presenta solo due link, uno che rimanda al partito nazionale, l'altro al presidente della commissione Finanze della Camera Gianfranco Conte. Del resto non c'è da stupirsi, visto che dal predellino ai fatti non si è mai passati, tanto meno nella capitale. E così capita di imbattersi in aennini, forzisti della prima ora, forzisti passati da Palazzo Grazioli, democristiani, socialisti e persino qualche nostalgico.
Si comincia dal coordinatore regionale, Vincenzo Piso: classe 1958, “riferimento e protagonista dell'area della destra giovanile negli anni '70”, come lui stesso ammette orgoglioso. Tra il 2002 e il 2006 presidente della federazione romana di An, per molti anni consigliere comunale, deputato dal 2008. Finito nello scandalo Laziogate, nel 2007 fu rinviato a giudizio.
Il suo “vice” è Alfredo Pallone, classe 1947, sociologo ed esperto golfista (con “eccellenti risultati”). E' passato dall'Ente provinciale per il Turismo di Frosinone nel 1985 alla carica di coordinatore regionale di Forza Italia nel 2008. Nel 2007 accusò il governatore Marrazzo di aver destinato i finanziamenti per l'imprenditoria femminile anche ai sexy shop, eppure lo scandalo era di là da venire. Dal 2009 è parlamentare europeo, anzi, di più: è portavoce del Pdl a Bruxelles. Peccato si sia scordato di apporre la sua firma al listino della candidata Polverini.
Alfredo Milioni è l’uomo dello scandalo lista Pdl: ex autista Atac, presidente del XIX Municipio, socialista, responsabile elettorale prima di Forza Italia, poi del Pdl.
Ieri, sul palco di piazza Farnese, c'era anche il sindaco di Roma, Gianni Alemanno. In molti ricordano che, la sera della sua elezione, lo scalone del Campidoglio fu invaso dai tassisti col saluto romano. Lo stesso giorno, il sito dell'Indipendent parlava di “un ex picchiatore neofascista”. Ingegnere, barese di nascita, dall'88 fu segretario nazionale del Fronte della Gioventù (subito dopo Fini). Al suo fianco, in ogni occasione pubblica e privata, c'è la moglie Isabella Rauti. I maligni dicono che, senza Isabella, Gianni non sarebbe nessuno.
Vicesindaco di Roma è un uomo dal passato politicamente tormentato, Mauro Cutrufo: dalla Dc al Ppi, dall'Ulivo al Cdu, dalla Casa delle Libertà alla fondazione dell'Udc, fino alla nuova Dc delle autonomie. Dal 2008 senatore con il Pdl. Rimarrà alla storia, durante la campagna per le amministrative, il suo “Rap del cambiamento”.
Ha invece un garofano rosso come puntatore per il sito Donato Robilotta: socialista da sempre, un passato da assistente (ministero del Lavoro, Consiglio dei Ministri), fu il principale sostenitore della rinascita del Psi dopo Tangentopoli. Due anni fa, in tempi non sospetti, propose all'allora sindaco Veltroni di intitolare una strada di Roma al “grande statista” Bettino Craxi.
Beatrice Lorenzin è invece sostenuta direttamente dal premier: 39 anni, forzista dal 1996, da consigliere municipale di Ostia-Casal Palocco è diventata in 10 anni coordinatrice nazionale del movimento giovanile di Forza Italia e poi deputata Pdl. Fedelissima di Palazzo Grazioli, pochi giorni fa ha difeso le candidature “rosa” del Pdl alle regionali rispetto alle accuse della capogruppo Pd al Senato, Finocchiaro, parlando di “incredibile guerra tra donne”.
Chiude la rassegna Samuele Piccolo, colui per il quale potrebbe essere nata la bagarre. Nel 2005, Roma si riempì di manifesti della “Festa dei nonni”, un evento su cui scrisse anche un libro. Un lavoro nel sottobosco elettorale che ha dato i suoi frutti: alle amministrative 2008, risultò il più votato, con oltre 13mila preferenze.

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