giovedì 18 marzo 2010

Masi: nessuna pressione Ecco perché non è vero


LA DIFESA DEL DIRETTORE GENERALE MESSA IN CRISI DALL’INCHIESTA

di Marco Lillo

Mauro Masi ieri ha finalmente sgombrato il campo dagli equivoci. Al “Corriere” che gli chiedeva se avesse mai ricevuto pressioni da Berlusconi per chiudere “Annozero”, ha risposto netto e chiaro: “Io non ho mai ricevuto pressioni da alcuno e sfido chiunque a provare una mia pressione per influire sui contenuti”.

Bene. Accogliamo la sfida.

Il 9 dicembre del 2009, alla vigilia della trasmissione “Annozero” che ospitava Massimo Ciancimino, dedicata al processo Dell’Utri e alle dichiarazioni del pentito Gaspare Spatuzza, il commissario dell’Autorità Garante per la concorrenza Giancarlo Innocenzi chiama alle 17 e 45 il direttore generale Rai e gli chiede se ha fatto inserire l’ospite gradito a Berlusconi in trasmissione: “Domani c’è quello che lui aveva detto?”. Masi conferma: “Sì sì. Il presidente mi ha chiesto di mandargli Alfano e io ho convinto quello (Michele Santoro, ndr) a prendersi Alfano. Adesso non so se Alfano ci va. Però lui l’ha preso. Lo ha messo anche nel comunicato, capito?”. Effettivamente nel pomeriggio esce un comunicato di “Annozero” che annuncia la partecipazione del ministro della Giustizia che poi però rinuncia.

Quello sopra descritto non è un caso isolato ma il frutto di una strategia concordata a tavolino con Berlusconi e Innocenzi.

Il 29 novembre del 2009, prima della puntata sul caso Mills, Innocenzi chiama Masi e gli dice: “Ho appena parlato con il presidente (Berlusconi, ndr) loro (“Annozero”, ndr) fanno il processo Mills e allora lui (Berlusconi, ndr) dice che cazzo ci state a fare tutti quanti, mi ha fatto un culo che non finiva più”. Innocenzi fa presente che il problema è impellente: “Dobbiamo trovare un sistema prima di venerdì”. E Masi aderisce subito: “Sì ho capito Giancarlo eh adesso mettiamo su una strategia e il comitato (creato in quei giorni per ostacolare la messa in onda delle inchieste sui processi in tv, ndr) lo facciamo subito operativo. Domattina ti mando di nuovo la lettera, immediatamente”. Innocenzi si lamenta e dice: “E dai sembra terra di nessuno e che cazzo”. Masi non ci sta: “Sai la stiamo aggiustando. Stiamo facendo di tutto. Abbiamo mandato via pure Ruffini. Insomma, voglio dire, siamo riusciti a fare… però adesso… Giancarlo sono due cose diverse... Lui (Berlusconi, ndr) lì per lì si incazza ma pure lui deve capire che intanto questa roba qui… perché se no gli archiviano l’astensione (dal video, ndr?) e fa il 30 per cento... Lui (Berlusconi, ndr) lo sa. Noi con i telegiornali stiamo dando tutto un altro messaggio. Vedi adesso il Tg1 come ha trattato quell’argomento, e il Due come ha trattato l’argomento ma lo stesso Tre come ha trattato l’argomento? Sono passaggi complessi. Santoro sta lì da 25 anni c’è qualche motivo per cui...”. Innocenzi è più diretto: “Già tanto sarebbe se riuscisse a non fargli fare Mills”. E Masi precisa la sua tattica: “Bisogna muoversi indirettamente”.

Dovrebbero essere controllore e controllato e invece sono complici con un unico mandante: Silvio Berlusconi. Lo spiega il Cavaliere al telefono quando dice a Innocenzi: “Ho parlato con il direttore Masi e parlerò con tutti i nostri uomini… quello che adesso bisogna concertare è che l’azione vostra sia un’azione che consenta… che sia da stimolo alla Rai per dire: ‘Chiudiamo tutto’”.

La strategia procede velocemente. Masi richiama Innocenzi: “Portami tutto il materiale sulle istruttorie aperte, sulla sanzione fatta, perché quello che posso fargli è una diffida. Guarda che se voi (Agcom, ndr) minacciate un’ulteriore sanzione o qualcosa del genere, io posso intervenire su questo direttamente, hai capito? Portami tutto il materiale che c’è, tutto quello che mi puoi far vedere formalmente e informalmente su questo argomento”. Sei minuti dopo l’efficientissimo Innocenzi chiama il segretario generale dell’Agcom, Roberto Viola, completamente organico al gruppo di nemici di Santoro, e gli chiede le carte. Viola, pronto: “Va bene te lo faccio preparare”. Il 30 novembre del 2009 alle 23 e 12 minuti Innocenzi invia questo sms a Mauro Masi: “Mauro liberati per mezz’ora domani alle 12 a casa mia, viene da me il mio amico del Csm (Cosimo Ferri, ndr) che ha trovato una chiave interessante, così concordiamo il percorso. Un abbraccio, Giancarlo”. Il 2 dicembre Roberto Viola, dell’Agcom, chiama Innocenzi e gli dice che il suo presidente all’Agcom, Corrado Calabrò, sarebbe pronto a firmare una lettera, ma ha bisogno di una richiesta in tal senso di Mauro Masi. Il 2 dicembre, 24 ore prima della messa in onda, Innocenzi chiama Masi con il suo cellulare alle 20 e 13. Il commissario dell’Agcom si trova sotto il palazzo di via Mazzini della Rai: “Scusa Mauro, sono Giancarlo c’ho una busta con due note, te la lascio adesso sotto, abbiamo preparato un’eventuale risposta a una tua eventuale richiesta!”.

Eccolo qui il direttore che non subisce pressioni. Masi si fa convocare da Innocenzi a casa per fare la strategia e si fa scrivere la bozza della lettera contro un dipendente Rai (Santoro) da un terzo che dovrebbe essere una controparte. A Innocenzi che gli annuncia la consegna della lettera, Masi dice: “Mandamela, mandamela”. A dire il vero qualche volta Masi non subisce pressioni per fermare Santoro. Ma le fa in prima persona. La settimana dopo, prima della messa in onda della puntata su Dell’Utri, è Masi a chiamare Innocenzi per vantarsi: “Io ho mandato un’ulteriore diffida a Santoro dicendo che questa volta lo sospendo! E voi che avete fatto?”. Innocenzi spiega che Calabrò ha preso tempo. Il direttore generale garante della libertà in Rai replica stizzito: “La devo risolvere da solo con altri metodi se no altrimenti non ne usciamo!”. Passeranno due mesi ma alla fine Supermasi manterrà la parola.

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